PSICOLOGIA

Un bambino atterrito dalla paura mentre è nel lettone insieme ad altri bambini che dormono sereni
di Francesca Maffei, responsabile del servizio di psicologia ospedaliera AOU Meyer

Dormire fuori casa senza i genitori, a casa dei nonni o di un amico, è un’esperienza che promuove lo sviluppo dell’autonomia nel bambino. Stare da “solo”, in un contesto nuovo, con un’organizzazione differente da quella della propria famiglia, richiede al bambino di essere più responsabile e capace di adattarsi a situazioni nuove e ciò comporta il poter sperimentare la fiducia nelle proprie capacità, il coraggio e mettere in campo le proprie competenze sociali.

Al di fuori dell’ambiente conosciuto e protetto della famiglia, il bambino deve contare maggiormente su di sé e mettersi in gioco in modo intraprendente. In casa generalmente il bambino si sente più coccolato e protetto, fuori invece deve riuscire a trovare una sua collocazione, individuare modi e metodi per auto-consolarsi al bisogno e cavarsela nelle più disparate situazioni rinunciando a certe prerogative. Questa esperienza non è positiva per tutti i bambini, quelli più immaturi, timidi e che hanno bisogno ancora della presenza fisica dei genitori per sperimentare un buon senso di sicurezza possono avere difficoltà a dormire fuori casa, non riescono a dormire serenamente e lamentano disagio fisico per essere riportati a casa. Talvolta alcuni bambini manifestano in queste circostanze una vera e propria ansia da separazione dalle figure di attaccamento. Quando si verificano lievi difficoltà, è importante mantenere la calma per non trasmettere ulteriore ansia al bambino e prepararlo fornendogli un oggetto rassicurante a lui caro, che lo possa aiutare a tollerare i momenti di separazione e che porterà con sé anche quando dormirà fuori casa. È fondamentale lasciar esprimere al bambino le proprie emozioni e perplessità: ad esempio si può chiedere loro di raccontare le emozioni e le fantasie che li inquietano, con dolcezza e senza forzarli: riuscire a parlarne e sentirsi accolti riduce la tensione e aiuta ad affrontare il problema. Un’ altra possibilità è quello di mostrargli vicinanza e affetto nel momento in cui l’ansia e la paura si manifestano: una presenza calma e affettuosa ha un immediato effetto tranquillizzante. È importante che gli adulti evitino di fare confronti “tuo fratello alla tua età dormiva dagli amichetti, non fare il fifone”: ogni bambino ha i suoi tempi, che devono essere rispettati e confrontarlo con qualcuno in un momento di ansia non lo farà sentire né compreso né adeguato. È altrettanto opportuno evitare di dirgli “ormai sei grande, devi essere forte” in quanto spingere un bambino a viso aperto contro una paura senza fornirgli strumenti per gestirla è controproducente, si rischia di incrementarla e ingigantire il problema.

Il dormire fuori casa è sicuramente un’esperienza di crescita che porta a fare i conti con le proprie ansie e paure in cambio di un senso di piacevolezza e di arricchimento a prova superata. Tuttavia, se il bambino manifesta un disagio che non riesce a contenere e superare con questi semplici accorgimenti, non è consigliabile forzarlo.