Disegno di un bambino in spiaggia che, mentre gioca con paletta e secchiello, si gratta a causa della dermatite

PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Per un bimbo piccolo il rischio di avere un’infezione delle vie urinarie è abbastanza alto, certo non come quello di avere un’infezione respiratoria oppure un’otite, ma tale da considerare questa evenienza importante e porla all’attenzione dei genitori che sono i primi a coglierne segni e sintomi.
Sono proprio i genitori, parlando del loro bambino (oltre i 3 anni di età) che riferiscono un “via vai continuo dal bagno”, un fare la pipì con una sensazione di bruciore o di dolore nella parte bassa dell’addome, una pipì maleodorante e/o torbida: tutti sintomi molto simili a quelli presentati da adolescenti o adulti. Ma se il piccolo ha meno di due anni, parlano di sintomi generici, comuni ad altre situazioni dunque aspecifici, come inappetenza, febbre alta, irrequietezza, vomito, sonnolenza apparentemente inspiegabili, ma non da sottovalutare poiché è proprio nel piccino che la cistite o comunque un’infezione delle vie urinarie si manifesta in modo subdolo. Ritardare la diagnosi, in questi casi, può rivelarsi rischioso per il conseguente interessamento del tessuto renale e danno permanente della sua funzione.

La cistite è un’infiammazione della vescica prevalentemente causata da batteri, più raramente da virus o funghi. È molto importante distinguere una cistite come episodio sporadico e unico che, se ben trattato non ha conseguenze, dalla cistite ricorrente, che invece, per il suo ripetersi, può far sì che l’infiammazione dalla vescica, risalga su per le vie urinarie fino a raggiungere i bacinetti e il tessuto renale provocando una considerevole diminuzione della sua funzione di filtro fino (nei casi gravissimi e complicati) all’insufficienza renale.

Durante il primo anno di vita, la cistite è più frequente nei maschietti per la particolare conformazione del prepuzio che si presenta ancora chiuso e predispone al ristagno urinario; dall’anno in poi è più frequente nelle femminucce a causa dell’uretra più corta e dei suoi stretti rapporti con il perineo. Nella grande maggioranza dei casi la cistite è dovuta alla risalita dei batteri dal tratto intestinale verso quello urinario. Il batterio, più frequentemente responsabile di queste infezioni e l’Escherichia Coli, normalmente presente nel tratto intestinale che, in alcune situazioni - piccole malformazioni o ostruzioni delle vie urinarie congenite, malattie metaboliche come il diabete, difese immunitarie ridotte, scarsa igiene intima, stipsi ostinata, uso di detergenti intimi troppo aggressivi - invade le vie genitali e urinarie.

Il pediatra, basandosi sui sintomi e sulle condizioni cliniche del bambino, può formulare il sospetto di cistite acuta e fare diagnosi mediante un semplice stick sulle urine fresche direttamente in ambulatorio o un esame delle urine completo, senza necessità di eseguire esami ematologici particolari e strumentali (almeno in questa prima fase). Nè tantomeno è necessario il ricorso allo specialista o al ricovero in ospedale, a cui si ricorre solo se il bimbo è piccolissimo, meno di un mese, o stia così male da sospettare uno “stato tossico” (bimbo non reattivo, abbattuto, che vomita, inappetente). La terapia antibiotica mirata, per via orale, correttamente eseguita per sette giorni, porta, solitamente alla risoluzione dell’episodio acuto.

In assenza di cause predisponenti, che richiedono l’intervento degli specialisti, è di fondamentale importanza fornire ai genitori semplici consigli per una efficace prevenzione primaria della cistite al fine di evitarne la ricorrenza.

  • Cambiare frequentemente il pannolino per evitare il diffondersi e il proliferare di batteri
  • Evitare, per l’igiene quotidiana, l’utilizzo di salviette imbevute o detergenti troppo aggressivi
  • Educare i bambini a non trattenere troppo a lungo la pipì
  • È utile nelle femminucce effettuare l’igiene intima con movimenti dall’avanti all’indietro per evitare la contaminazione di germi dal perineo alla zona vulvare.
  • Preferire biancheria di cotone a quella di fibre sintetiche.
  • Regolarizzare l’intestino con un’alimentazione ricca di fibre (legumi, cereali integrali, frutta fresca e verdura) per combattere la stitichezza, uno tra i principali fattori di rischio della cistite ricorrente.
  • Assicurare una buona idratazione quotidiana bevendo un’adeguata quantità di liquidi (proporzionale all’età del bimbo)
  • Inserire nella dieta quotidiana probiotici freschi o liofilizzati, ma anche yogurt naturale per riequilibrare la flora batterica intestinale.
  • Sono consigliati, nei bambini più grandi, integratori a base cranberry (o mirtillo rosso americano) per 2-3 mesi, esso agisce riducendo la patogenicità dei batteri che aderiscono alle cellule della vescica e delle vie urinarie. Sull’utilizzo di questi ultimi seguire le indicazioni del proprio pediatra.