I NUMERI DI FABIO

di Fabio Voller, ARS Toscana

Dopo aver affrontato il fenomeno sotto il profilo psicologico, ora cerchiamo di comprendere le dimensioni e la diffusione del bullismo.
Ormai da molti anni, questo problema rappresenta uno dei problemi sanitari scolastici più rilevanti tra i bambini e gli adolescenti di tutto il mondo. Gli esiti estremi riportati dalla stampa ci fanno ancora sobbalzare. L’adolescente vittima di violenze fisiche da parte di coetanei o la ragazza che, a causa delle continue prese in giro, tenta il suicidio, ci restituiscono l’immagine di un contesto scolastico che esula dal valore educativo e rassicurante che ognuno di noi gli attribuisce.

In Italia, secondo quanto pubblicato recentemente dall’Istituto nazionale di Statistica (ISTAT), più del 50% dei ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 17 anni è stato vittima di un qualche episodio offensivo, non rispettoso o violento nel corso dell’ultimo anno. Una percentuale significativa, pari al 19,8%, ha dichiarato di aver subito prepotenze tipiche di bullismo una o più volte al mese, valore che presenta un gradiente nord-sud con una percentuale che raggiunge il 24,5% nelle regioni del nord-est (18,7% registrato al sud e 12,4% nelle isole). Le femmine rappresentano un valore di vittimizzazione superiore rispetto ai coetanei maschi. Il cyber bullismo, ossia le azioni vessatorie effettuate tramite cellulare e/o internet, ha interessato il 5,9% dei ragazzi vittime di bullismo.

Dal 2008, in Toscana, il fenomeno del bullismo viene monitorato attraverso lo studio EDIT “Epidemiologia dei Determinanti dell'Infortunistica stradale in Toscana”. L’indagine, condotta con cadenza triennale su studenti che frequentano gli istituti superiori di secondo grado (età compresa fra i 14 e i 19 anni), nella sua edizione 2015 ha riportato valori che in parte si discostano dall’indagine Istat.

Infatti, se la prevalenza del fenomeno rilevata nel 2015 risulta sovrapponibile (19% dei ragazzi ha subito prepotenze nel corso dell’ultimo anno con un maggior interessamento del genere femminile) al dato nazionale (Tabella 1), diversi appaiono i risultati riguardanti il cyber bullismo. Questa forma di bullismo indiretta, infatti, interessa ben il 19,6% dei ragazzi che subiscono prepotenze (rispetto al 5,9% registrato da Istat) con un coinvolgimento del genere femminile doppio rispetto ai coetanei maschi (femmine: 25,7%; maschi: 12,8%). L’uso del cellulare attraverso minacce, foto, video e telefonate mute, è la modalità più utilizzata seguita dal web con la messa in rete di foto o video (Figura 1). Parte della differenza osservata può essere dovuta alla diversa fascia di età coinvolta nelle due rilevazioni. Sicuramente, i ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni accedono con maggior facilità a strumenti informatici, ai social network o alla rete in genere ma, nonostante questo, l’elevato uso di questa forma di bullismo nella nostra regione rappresenta un elemento al quale prestare particolare attenzione.

Non dobbiamo dimenticarci che l’associazione fra eventi di bullismo e l’instaurarsi di forme depressive, condotte di aggressività, ansia individuale e sociale, iperattività e problemi di apprendimento costituisce un fatto ormai noto. In linea con quanto appena descritto, l’indagine EDIT ha messo in evidenza che i ragazzi che subiscono prepotenze presentano un livello di distress elevato (20,8%) in misura maggiore rispetto ai coetanei non coinvolti da questo fenomeno (16%), aspetto, questo, in grado di influenzare il percorso scolastico e lo stato di salute di questi ragazzi.

tabella e grafico - I dati del bullismo in Toscana