CURIOSITÀ

di Maria Vittoria Giannotti, Ufficio stampa AOU Meyer

Ai bambini capita spesso. E, spesso, si tratta di un’esperienza poco piacevole. Ma la perdita di sangue dal naso, nella maggior parte dei casi, non è qualcosa di preoccupante.
Certo, se il problema si presenta frequentemente, è meglio consultare uno specialista, ricorda il dottor Nicola Pierossi, otorino dell’ospedale pediatrico Meyer. “Quella che in medicina viene definita epistassi o rinorragia – spiega l’esperto - in realtà è una perdita di sangue dalle narici di cui non si conosce la causa né la precisa dislocazione di provenienza”.

Di solito, i primi episodi di sanguinamento nasale compaiono tra il secondo e il decimo anno di età, ma l’età con cui si manifestano con maggiore frequenza è tra i 4 e i 9 anni. Ma perché nei piccoli questo fenomeno è più frequente? “I bambini – continua l’otorino - hanno una maggiore fragilità capillare che riguarda il setto nasale, in particolare la parte anteriore, perché è molto vascolarizzata”. La fragilità può essere determinata da molti fattori: un trauma, l’abitudine dei bambini a mettersi le dita nel naso, ma anche un forte raffreddore. Altro elemento scatenante può essere l’esposizione a fonti di calore o al sole, oppure la presenza di condizionatori d’aria o riscaldamenti che riducano il tasso di umidità che determina un assottigliamento della mucosa.

Cosa fare in caso di epistassi? “La prima cosa – sostiene lo specialista – è tranquillizzare il bambino, che può essere molto spaventato. Poi si devono eliminare eventuali coaguli presenti nel naso soffiandolo con energia e comprimere la parte anteriore del naso fino al punto in cui cominciano le ossa nasali (l’operazione può essere eseguita su entrambe le narici oppure solo su quella interessata al problema)”. Di solito, cinque minuti sono sufficienti ad arrestare la perdita di sangue. Ci sono anche delle posizioni più indicate. “Meglio evitare di mettere i bambini sdraiati – continua - meglio seduti o in piedi. E la testa non deve essere tenuta all’indietro, ma in posizione eretta, o ancor meglio leggermente inclinata in avanti per evitare che si verifichi una discesa di sangue nelle vie respiratorie inferiori”. Altro rimedio utile è quello di porre del ghiaccio, o comunque un oggetto refrigerante, sulla fronte e sul naso, e si può ricorrere a delle creme emostatiche che sono reperibili in farmacia”.

Quando è necessario rivolgersi a uno specialista? “Se sono episodi sporadici non bisogna fare nulla – spiega Pierossi – ma quando c’è un’epistassi ripetuta o se insorge precocemente (prima dei 2-3 anni) è sempre buona norma consultare un esperto per valutare se sono necessari ulteriori accertamenti o trattamenti per risolvere il problema”.

Un’ultima raccomandazione: “Nel caso in cui siano presenti varici del setto nasale può essere necessaria una causticazione: nei piccoli questa procedura dovrebbe essere eseguita utilizzando un cauterizzante chimico come il nitrato d’argento”.