Intervista alla tossicologa prof.ssa Elisabetta Bertol

BUONO A SAPERSI

di Maria Vittoria Giannotti, Ufficio stampa AOU Meyer

Vengono assemblate in laboratori improvvisati e clandestini, se ne vendono a fiumi durante i rave parties e si trovano facilmente anche online. Gli esperti le chiamano Nuove sostanze psicoattive (Nsp), ma in realtà si tratta semplicemente di nuove droghe, immesse sul mercato utilizzando principi e molecole non ancora messi fuori legge. I fabbricanti non hanno alcuno scrupolo nel proporre prodotti che possono essere tossici e comportare effetti collaterali, anche pesantissimi: a dettare legge è solo il mercato, spiega la professoressa Elisabetta Bertol, ordinaria di Tossicologia forense dell’Università degli Studi di Firenze. Ma anche i consumatori non sembrano particolarmente preoccupati di essere utilizzati come cavie di questi prodotti sempre nuovi, che negli ultimi anni hanno conosciuto un vero e proprio boom.

Professoressa Bertol, ecstasy, metamfetamine e derivati: sono queste le nuove droghe?
In realtà queste ormai per noi esperti sono già “vecchie” droghe, che hanno cominciato a circolare tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta. Adesso si definiscono nuove sostanze psicoattive quelle che vengono “disegnate” a tavolino da veri e propri “architetti” della droga che modificano la struttura chimica delle sostanze. L’obiettivo è quello di fare presa sul mercato soddisfacendo quella curiosità insita nei giovani di provare sempre nuovi effetti.

Quali sono le sostanze su cui si lavora per creare nuovi prodotti?
Le categorie su cui si fanno queste sintesi chimiche sono: i cannabinoidi sintetici, i catinoni sintetici, le fenetilammine, (quelle che derivano dai derivati anfetaminici come era l’ecstasy), le piperazine, ma ci sono sostanze che non sono classificabili né chimicamente né per effetti farmacologici in queste categorie. Dal 2009 al 2015 il Sistema Nazionale di Allerta precoce, (un network che si avvale della collaborazione di vari centri – spesso universitari – su tutto il territorio nazionale) ha registrato 456 nuove molecole.

Cosa comporta l’utilizzo di queste sostanze sui giovanissimi?
Tutti i tipi di droga sono dannosi per chi ne fa uso, ma i danni sono particolarmente pesanti se gli assuntori sono adolescenti, un’età in cui il sistema nervoso centrale è ancora in evoluzione. Come per le droghe tradizionali, queste sostanze deteriorano la funzionalità del sistema nervoso centrale: la maggiore compromissione riguarda il lobo frontale, la parte più nobile del nostro cervello, quella deputata alle funzioni cognitive. Questi danni sono documentabili grazie alla tecnica della neuro-imaging. L’uso precoce di sostanze farmacologicamente attive sulla psiche comporta una forte interferenza con i processi di maturazione e sviluppo cerebrale dell’adolescente.

Non ci sono solo danni alla salute: l'utilizzo di droghe incide anche sui comportamenti a rischio...
Dobbiamo ricordare ad esempio che i decessi per incidentalità (spesso correlati all'uso di alcool e droga) sono tra le prime cause di morte nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni.