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Disegno di babbo che manda in castigo il figlio

PSICOLOGIA

di Francesca Maffei, responsabile Psicologia ospedaliera AOU Meyer

La nascita di un fratellino è un momento di gioia per tutta la famiglia, però per il bambino, in particolare in età prescolare, non è né immediato né spontaneo riuscire a gestire i sentimenti ambivalenti e i cambiamenti nel sistema familiare connessi con l’arrivo del nuovo nato.

I bambini tra i due e i sei anni di età (cioè nella fascia d’età in cui più frequentemente arriva il secondo volo della cicogna), non hanno ancora acquisito la capacità di prendere in considerazione i punti di vista e i bisogni degli altri, anche per questo motivo hanno bisogno di aiuto a gestire la condivisione degli spazi e a comprendere che anche le altre persone hanno dei bisogni; capiscono pressoché immediatamente che il futuro compagno di giochi, per molto tempo sarà solo uno strillone interessato a dormire, mangiare e attirare l’attenzione di tutti.

La gelosia, intesa come emozione composta da rabbia e dolore e connessa al vissuto di minaccia e alla necessità di difendere il territorio affettivo e concreto (giochi, spazi) è inevitabile e si presenta ad ogni età anche se in modalità diverse. La gelosia è un’emozione fisiologica e reattiva in queste circostanze e tanto più i genitori e il contesto aiuteranno il bimbo a esprimerla e a modularla, riconoscendo la sua naturale sofferenza, aiutandolo a condividere gli spazi e continuando a dedicargli momenti di intimità esclusiva, quanto più il bimbo riuscirà a integrare in modo armonico l’esperienza dell’arrivo del fratellino e imparerà a gestire l’emozione della gelosia in modo sano. Intorno ai due anni di vita la gelosia si esprime sotto forma di rabbia, risentimento e dispetti nei confronti della mamma, cioè colei da cui il bambino si sente tradito; a cinque anni può manifestarsi attraverso una regressione a comportamenti infantili, il bambino può tornate a fare la pipì nel letto oppure può fare richieste continue di attenzioni, coccole, rassicurazioni, può balbettare, diventare timido e introverso. I comportamenti regressivi in genere sono transitori e spariscono nel tempo in modo naturale.

Il genitore può aiutare il proprio figlio a prendere gradualmente coscienza del fratellino in arrivo. Quando iniziare? Quando la pancia inizia a farsi evidente (e quando sono superati i rischi legati alle prime fasi della gravidanza) iniziate a spiegare cosa sta succedendo con termini che lui possa comprendere. Successivamente parlategli del fratellino che arriverà, raccontate che finché sarà piccolino avrà bisogno di molte cure e piangerà spesso e a questo proposito mostrategli le foto di quando lui era neonato dicendogli che anche lui ha avuto bisogno di stare molto tempo in braccio a mamma e papà e di ricevere tutte le cure, essere nutrito, farsi lavare, essere aiutato ad addormentarsi, ecc. Rassicurate vostro figlio rispetto al suo spazio affettivo, comunicando che anche se i genitori saranno più impegnati si troverà ancora tempo per fare alcune cose insieme e che l’amore per lui non diminuirà: “quando nascerà il fratellino/la sorellina il cuore della mamma e del papà si allargherà, e ci starete dentro tutti e due”.

Potete dirgli che capite che per lui è dura dover dividere la camera, ma comunque i suoi giochi resteranno solo i suoi (è importante avere il massimo rispetto per questo aspetto) e che quando il fratellino sarà cresciuto potrà insegnargli tutte le cose che ha imparato e giocarci insieme. È opportuno coinvolgerlo e farlo sentire parte attiva della gestione quotidiana del fratellino, senza cadere nell’errore di responsabilizzarlo troppo, ricordate che anche lui continuerà ad avere i suoi bisogni di bambino. Durante il cambio dei pannolini o il bagnetto, è importante che gli rivolgiate attenzioni e frasi affettuose, così da rassicurarlo rispetto al fatto che l’intesa con la mamma e il papà c’è ancora.

Ricordate che i fratelli maggiori che manifestano verso il fratello comportamenti regressivi, stanno esprimendo il loro desiderio di tornare piccoli per avere quell’accudimento che il fratellino gli sta portando via. In questi casi non colpevolizzatelo né fate commenti sulla gelosia, piuttosto è fondamentale che il papà (ma anche i nonni e gli zii) dedichino più tempo al primogenito: coinvolgetelo, portatelo con voi a fare “cose da grandi”, in modo che capisca che non è poi così bello essere piccoli piccoli e soprattutto che essere grandi ha i suoi vantaggi.

Altre accortezze che voi genitori potete mettere in atto:

  • coinvolgete il vostro primogenito negli avvenimenti della gravidanza, nella scelta del nome, nell’arredo della cameretta;
  • cercate di non far coincidere l’inserimento alla scuola materna o al nido con la nascita del secondo figlio;
  • spiegategli che la mamma dovrà andare in ospedale per far nascere il fratellino e rimarrà via da casa qualche giorno ma che non sarà solo;
  • al ritorno dall’ospedale portategli un regalo importante da parte del nuovo arrivato;
  • dedicategli più tempo e più coccole anche approfittando dei momenti in cui il neonato dorme, o affidandolo temporaneamente alle cure di qualche familiare;
  • cercate di coinvolgerlo quando allattate, raccontandogli una storia o interessandovi alla sua giornata e ai suoi giochi.