BUONO A SAPERSI

di Maria Vittoria Giannotti, ufficio stampa AOU Meyer

Sono davvero poche le cose capaci di turbare l’idillio di una gita in campagna. Tra queste, una delle più fastidiose, è sicuramente la puntura di api, vespe e calabroni (tutti insetti che, insieme ad altri, appartengono alla famiglia degli imenotteri) e che possono provocare, nei soggetti predisposti, pericolose reazioni allergiche. Il professor Elio Novembre, responsabile della Struttura dipartimentale di Allergologia del Meyer, spiega quali sono i rischi e i comportamenti da assumere per evitare spiacevoli inconvenienti.

Cosa succede quando ci punge un insetto?
Diversi insetti (in particolare ape, vespa e calabrone) pungendo la nostra pelle, iniettano sostanze nocive che provocano bruciore, rossore, dolore e prurito. Questa reazione è assolutamente normale se localizzata nella sede della puntura e se è limitata nell’estensione, nella gravità e nella durata, come succede nella stragrande maggioranza dei casi.

E quando la reazione può essere considerata patologica?
Si parla di allergia al veleno degli insetti quando la reazione locale è eccessiva: troppo estesa (più di 10 centimetri), grave e duratura. In qualche caso viene interessata gran parte di un arto. Il rigonfiamento raggiunge un picco massimo entro le 48 ore e può durare fino a 7-10 giorni. In altri casi la reazione allergica può causare orticaria generalizzata oppure a rigonfiamenti (angioedema) di labbra, palpebre, arti . Se il rigonfiamento interessa la gola si può avere una difficoltà respiratoria anche grave, il cosiddetto edema della glottide. In alcuni casi ci possono essere reazioni a carico dell’apparato cardiocircolatorio con possibile grave calo della pressione: in questo caso si parla di shock anafilattico. I primi segni dell’insorgere di una reazione anafilattica grave sono raucedine, difficoltà a parlare, tosse insistente, soffocamento, gola serrata.

Quali sono gli imenotteri a cui occorre fare attenzione?
In Italia gli insetti che provocano più frequentemente allergie sono: api, vespe, polistini e calabroni. Per distinguerli, oltre alla diversa morfologia degli animali, ci si può basare anche su fattori comportamentali o sul fatto che il pungiglione dell’ape, a differenza di quello della vespa, essendo seghettato viene perso durante la puntura e rimane conficcato nella pelle. Anche la localizzazione del nido dell’imenottero può fornire informazioni utili per la sua identificazione: in alveari le api, in ambiente sotterraneo il genere Vespula, sotto le coperture dei tetti Polistes, in alberi cavi il calabrone.

Quanto tempo trascorre dalla puntura ai primi sintomi?
Le reazioni allergiche al veleno degli insetti iniziano in genere dopo pochissimi minuti dalla puntura e raramente oltre i 30 minuti (ma in alcuni le reazioni possono iniziare anche dopo1 ora dalla puntura). E’ buona norma, tuttavia, controllare il bambino per almeno 1-2 ore dopo una puntura di insetto, prima di escludere la possibile insorgenza di reazioni allergiche gravi.

Cosa bisogna fare quando si viene punti da una vespa, da un’ape o da un calabrone?
Rimuovere immediatamente (entro 20 secondi) il pungiglione, se è visibile, con un movimento secco e rapido, usando le unghie o pinzette e non strofinare con le dita per evitare di spremere il sacco velenifero, poi lavare con acqua fredda e applicare del ghiaccio. È utile anche identificare, se possibile, l’insetto responsabile.
Per ridurre il gonfiore si può applicare una crema cortisonica e somministrare un antistaminico se punture multiple e forte prurito. In caso di sintomi a carico dell’apparato respiratorio (difficoltà a respirare) o circolatorio (calo della pressione) praticare immediatamente i farmaci di emergenza, in particolare la adrenalina autoiniettabile, che è fornita gratuitamente dal sistema sanitario. In questi casi, è opportuno rivolgersi comunque tempestivamente al pronto soccorso più vicino.

Nel caso in cui un bambino abbia manifestato una reazione grave, come bisogna procedere?
E’ fondamentale che il pediatra proceda a un pronto invio del bambino in un Centro Specialistico con esperienza specifica in tema di reazioni avverse al veleno di imenotteri, dove il piccolo paziente possa trovare un percorso diagnostico-terapeutico adeguato per questa problematica e, se clinicamente necessario, possa avere pronto accesso all’effettuazione dell’immunoterapia specifica e del suo follow-up. Qui verrà effettuata una corretta diagnosi, anche attraverso l’effettuazione di test allergologici come i test cutanei (prick test e test intradermici) e/o la ricerca di anticorpi specifici per l’identificazione dell’imenottero responsabile dell’allergia.

Che cosa è l’immunoterapia specifica?
È una terapia che riduce fortemente il rischio di reazione anafilattica da puntura di imenottero migliorando la qualità della vita del piccolo paziente e di tutta la sua famiglia. Si tratta di somministrare al paziente di dosi crescenti di estratti di veleno, in modo da abituare il suo sistema immunitario. La terapia si fa per via sottocutanea in ambiente ospedaliero e, dopo una fase di induzione, i richiami si fanno ogni 1-2 mesi. La durata è di 5 anni.

Quali sono i consigli che si possono fornire ai genitori per la prevenzione di una nuova reazione avversa?
Oltre all’immunoterapia specifica, che rappresenta – come detto - la più efficace strategia per la prevenzione di una nuova reazione avversa da veleno di imenotteri, una strategia preventiva efficace è quella dell’evitamento della puntura stessa dell’imenottero, soprattutto nella stagione estiva, che rappresenta quella a più alto rischio di contatto.
Ecco alcuni consigli:

  • Se un imenottero ronza attorno non cercare di scacciarlo ma restare immobili e calmi ed evitare movimenti bruschi.
  • Non lasciare scoperti alimenti, stare distanti da frutteti, vigne durante la vendemmia , bancarelle di frutta o alimenti dolci.
  • Non usare profumi, lacca o essenze odorose.
  • Non indossare abiti a colori sgargianti.
  • Se state all’aria aperta in luoghi e in periodi a rischio indossare magliette a maniche lunghe e pantaloni lunghi; non camminare scalzi.
  • Indossare guanti e casco in bicicletta o in moto.
  • Applicare le zanzariere alla finestra di casa.
  • Evitare i lavori in giardino o campagna: al più indossare guanti da lavoro e vestirsi adeguatamente.
  • Provvedere ad identificare e fare distruggere con cura tutti i nidi nei pressi della propria casa impiegando personale specializzato.
  • Conservare con cura e ben chiusi i rifiuti domestici, provvedere con attenzione al loro smaltimento; evitare le aree adibite alla loro raccolta.
  • In caso di attacco di uno sciame di api o vespe cercare riparo (al chiuso, o sotto un cespuglio, o in acqua a seconda delle circostanze).
  • Accertarsi di avere sempre con sé i farmaci di emergenza (in particolare la adrenalina autoiniettabile se la reazione è stata grave) e controllare la loro data di scadenza.