Bambina con la ciambella sulla riva in attesa di fare il bagno

CURIOSITÀ

Bambina con la ciambella sulla riva in attesa di fare il bagno

È uno di quegli argomenti capaci di dividere intere spiagge e di mettere a dura prova relazioni familiari solitamente ben consolidate. Quanto tempo bisogna attendere, dopo aver mangiato, prima di poter fare il bagno? Subito, rispondono i bambini di tutta Italia, guardando con invidia i coetanei del nord Europa, beati tra le onde subito dopo pranzo. Dopo tre ore, replicano le mamme del Belpaese, temendo ripercussioni più o meno catastrofiche per la salute dei pargoli. Il momento dell’ingresso in acqua diventa così oggetto di estenuanti trattative.

A dirimere la questione, che si ripresenta ogni estate da generazioni, è il dottor Massimo Resti, direttore del Dipartimento specialistico interdisciplinare del Meyer. In realtà, dichiara, la saggezza popolare a cui si appellano le madri non trova un riscontro scientifico. “L’acqua di per sé non rappresenta un pericolo – spiega il dottor Resti – i fattori da valutare per decidere se è il caso di fare un bagno sono altri: in primis, la temperatura dell’acqua e poi l’abbondanza del pasto che si è consumato”.

Considerando però che stiamo parlando di balneazione estiva nel Mediterraneo, la variabile più importante da prendere in considerazione è la seconda. “Si può tranquillamente mangiare frutta mentre si sta immersi nell’acqua - chiarisce Resti – e il problema non si pone neppure se si mangia un panino, oppure un gelato”. I problemi, spiega, possono insorgere solo nel caso in cui si entri in acqua dopo un pasto abbondante e non si rispettino alcune elementari precauzioni. “La digestione più impegnativa è rappresentata da alimenti che contengono proteine e grassi. In particolare, la carne di maiale è quella che richiede più tempo. In questo caso, le tre ore di attesa sono davvero consigliate. Già se si parla di pesce, un’ora e mezza è più che sufficiente”.

Il consiglio è quello di evitare un’immersione rapida, tipo il tuffo, e di procedere con gradualità, in modo da risparmiare all’organismo una brusca variazione di temperatura. Meglio evitare anche uno sforzo fisico intenso (ma la raccomandazione vale anche fuori dall’acqua). Ma quali sono i rischi a cui si può andare incontro? “Il pericolo maggiore è rappresentato dalla congestione e dallo choc ipovolemico che questa può comportare: avere uno svenimento nell’acqua può essere molto pericoloso, dato che si rischia l’annegamento”.
Insomma, nell’eterna battaglia tra mamme e bambini, potrebbero davvero averla vinta questi ultimi. Con un po’ di buon senso, ovviamente.