BUONO A SAPERSI

Mai perdere di vista il proprio figlio mentre si trova in acqua. Perché quello del bagno, che sia nella vasca di casa, al mare, o in piscina, è sicuramente uno dei momenti più rilassanti e divertenti per i bambini, ma può essere anche molto rischioso. Ne sa qualcosa Francesco Silenzi, pediatra del Meyer, specialista in medicina dell’emergenza. “Quando i bambini sono in acqua – ammonisce il medico - i genitori devono controllarli senza perdere mai il contatto visivo. Quindi meglio evitare di immergersi nei messaggi mandati con il telefonino o dedicarsi ad attività distraenti. Questa è la prima regola, da tenere sempre presente”. Non esiste una fascia di età più sicura, anche se, sicuramente i piccoli tra i sei e gli otto anni sono i più a rischio. Sono tante le regole da seguire per evitare incidenti, che possono anche avere esito drammatico. “Se si ha una piscina – spiega il medico - va isolata completamente in modo che il bambino non possa accedervi quando i genitori non sono presenti. E lo stessa regola vale se si frequentano piscine di amici e conoscenti”.
È altrettanto importante che i genitori conoscano le regole basilari per la rianimazione cardio-polmonare e che abbiano seguito un corso per il salvataggio in acqua. E quando ci si trova in mare aperto è buona norma indossare, e far indossare, un giubbotto salvagente. Mentre quando ci si trova più vicino alla riva, occorre ricordare che le ciambelle e i braccioli non esimono dal controllo, anzi. “Un indubbio vantaggio – continua Silenzi – è insegnare ai bambini a nuotare, anche molto presto. Dai quattro anni in su tutte le principali associazioni scientifiche pediatriche del mondo sostengono che questa competenza riduce la possibilità di un annegamento. Ovviamente questo non significa che, se un bambino sa nuotare, debba venire meno il controllo”.
L’acqua può sempre rivelarsi un luogo pericoloso. “Per i bambini molto piccoli – spiega Silenzi – anche i dieci centimetri della vasca da bagno non sono sicuri. E non basta affidarli alla sorveglianza dei fratelli maggiori durante il bagnetto, perché i tempi di comprensione di un eventuale problema non sono adeguati nei bambini: quando si accorgono che qualcosa non va, spesso, è troppo tardi”. I fiumi sono tra i luoghi più pericolosi: ci sono le correnti e poi si può restare incastrati tra le rocce. Un ultimo capitolo riguarda i tuffi: è bene che i genitori verifichino sempre la profondità dell’acqua, in modo da decidere i comportamenti da permettere e quelli da evitare. I genitori, vale la pena ricordarlo, devono sempre dare il buon esempio. Sono loro i primi che devono evitare i comportamenti pericolosi.

Per i genitori che desiderano approfondire questo e altri temi sul fronte della prevenzione, il Trauma center del Meyer organizza dei corsi, che come ogni anno ricominceranno a settembre.