PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Molteplici sono le dermatiti che possono colpire la pelle dei nostri bambini. Con il medico di famiglia, la dottoressa Angela Pittari, continuiamo ad affrontare le manifestazioni più frequenti in età pediatrica. Ora ci parla della dermatite seborroica.

Può comparire nelle prime settimane di vita e regredisce dopo il 3° mese in modo spontaneo, predilige le zone ricche di ghiandole sebacee (arcate sopraciliari, cuoio capelluto, regioni retro auricolari, area del pannolino) e si caratterizza per la presenza di chiazze color salmone con squame gialle e grasse adese alla cute che appare di colorito rossastro.

Nei casi lievi si riduce a poche lesioni squamose sul cuoio capelluto, la cosiddetta crosta lattea, di cui ancora oggi non si conoscono bene le cause. Si è ipotizzato un ruolo importante degli ormoni materni che, passati al bimbo per via transplacentare, stimolano le ghiandole sebacee e richiedono qualche tempo per essere smaltiti. Sembra anche che alla base della crosta lattea possa esserci un fungo saprofita, il Pityrosporum orbicolare, un’intolleranza al latte vaccino o ancora un’immaturità del processo di rigenerazione della cute. Non c’è alcuna correlazione tra crosta lattea e allattamento materno, come vorrebbero certe credenze popolari.

Per favorire la guarigione, dopo il bagnetto si può passare sulla testa del neonato un batuffolo di cotone imbevuto di olio d’oliva, di olio di vasellina o di olio di mandorle dolci che, lubrificando il cuoio capelluto, facilita il distacco delle croste. Quindi, al fine di rimuovere i residui rimasti, si può passare un pettine a punte arrotondate. Si consiglia di lavare i capelli ogni 2-3 giorni con detergenti a base oleosa o arricchiti con sostanze emollienti.

In pochi casi le lesioni sono più evidenti e interessano, oltre al cuoio capelluto anche le altre sedi sopramenzionate, di solito accompagnate da modesto prurito che porta il bimbo a grattarsi e di conseguenza aumenta il rischio di infezioni batteriche: sarà allora necessario rivolgersi al pediatra di famiglia per un corretto inquadramento.

Nella prossima edizione tratteremo altre forme di manifestazioni cutanee.