Disegno di babbo che manda in castigo il figlio

PSICOLOGIA

di Valentina Settimelli, psicologa pediatrica AOU Meyer
Disegno di babbo che manda in castigo il figlio

“Stasera a letto senza cena!” è soltanto un esempio di punizione che molti adulti hanno sperimentato durante l’infanzia. Per un genitore, però, punire il figlio suscita sempre emozioni contrastanti. Esercitare il proprio ruolo con forza e decisione attraverso una punizione si accompagna spesso al dubbio che sia o meno la scelta migliore per il bene dei figli.

Molte volte a noi psicologi viene chiesto se va bene essere tanto punitivi o se è meglio lasciare che i propri figli facciano come vogliono: in sostanza, se è meglio usare più bastone o più carota. Negli anni si è passati da modelli eccessivamente autoritari ad altri fin troppo permissivi. Ed ecco che ora più che mai si cerca una terza via: un modello che non sia troppo lassista e fallimentare nello scopo educativo né, viceversa, un modello troppo severo e che alla fine crea incomunicabilità. Per seguire questa terza via si possono individuare alcuni punti chiave che possono rendere le punizioni adeguate e proporzionate, ma soprattutto educative.

Innanzitutto è necessario che la punizione sia legata all’evento scatenante, immediata, e che sia accompagnata da una spiegazione consona all’età del bambino. Questo affinché possa diventare un’opportunità per far capire al bambino perché è sbagliato il suo comportamento allo scopo di facilitare una comprensione e quindi una sua maturazione. È fondamentale cercare di non colpire mai l’autostima e la sensibilità del piccolo (“sei cattivo”), ma fare sempre riferimento alla singola azione compiuta, è importante che il bambino capisca che non è lui sbagliato ma l’azione che ha messo in atto (“hai fatto una cosa cattiva”). Per far sì che vengano ricordate, le punizioni devono avere un aspetto di eccezionalità, devono suscitare una piccola emozione negativa ed essere brevi. Devono quindi essere riservate alla vere situazioni di necessità. Anche l’aspetto pratico è importante: vanno portate a termine, devono essere quindi realizzabili. Inoltre, una considerazione fondamentale: le punizioni non devono essere contraddittorie. Se, per esempio, si è appena vietato al bambino di giocare con la play station, non gli si deve concedere l’utilizzo del cellulare o del tablet. Concludendo, come diceva Aristotele: “Il segreto del fare bene è nel giusto mezzo!”