Disegno di un bambino in spiaggia che, mentre gioca con paletta e secchiello, si gratta a causa della dermatite

PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Dopo neanche una settimana di frequenza dell’asilo nido o della scuola materna, iniziano, come ogni anno, le tipiche e consuete infezioni delle prime vie aeree con grande disappunto dei genitori che confidavano nell’effetto benefico e duraturo di un intero mese di vacanze marine.
Così capita che la nonna, un po’ sgomenta, conduca il nipotino in ambulatorio segnalando che ha cominciato a tossire in modo strano, “quasi come un cane che abbaia o una foca…”. In effetti questa descrizione è fedelmente riportata nei testi di medicina: “tosse abbaiante o a latrato di cane” per riferirsi a quella particolare tonalità tra l’acuto e il fioco della tosse da laringite. Questo tipo di tosse è infatti il caratteristico segno dell’infiammazione acuta della laringe e in particolare delle corde vocali che perdono momentaneamente la loro elasticità e producono quel particolare tono di tosse al passaggio dell’aria, tanto da ricordare il latrato di un cane o il verso della foca.

Nella maggior parte dei casi, la laringite è provocata da una infezione ad opera di alcuni virus (influenzale, parainfluenzale e respiratorio sinciziale) che si aggirano frequentemente tra i bambini dell’asilo nido e della scuola materna, ma anche tra i più grandicelli. Si tratta di un’affezione benigna che, con la terapia adeguata, si risolve prontamente lasciando il posto a una tosse francamente catarrale. Soltanto in una minima parte dei casi, la laringite è provocata da batteri, che provocano una infezione molto più grave, con una difficoltà respiratoria severa, malessere generale, febbre elevata, e richiede il tempestivo ricovero ospedaliero.

L’improvvisa, tipica difficoltà respiratoria della laringite, in genere notturna, insorge nel bimbo che, addormentatosi da poco, si sveglia in preda alla netta sensazione di soffocamento, difficoltà a respirare e si accompagna a un particolare rumore nel momento dell’inspirazione (stridore faringeo) e a una caratteristica tosse abbaiante, molto simile al verso di una foca. In alcuni casi può venire a mancare la voce (afonia) e il bimbo ha addirittura difficoltà a piangere. A volte è presente una febbre di modesta entità.

Possiamo immaginare come, un’evenienza di questo genere, sia causa di grande apprensione e spavento sia per il piccolo che per i genitori, i quali temono che il bambino soffochi e per questo la corsa al più vicino pronto soccorso è di prassi, ma è estremamente raro che la difficoltà respiratoria diventi veramente grave e severa tanto da richiedere il ricovero in ospedale. Il consulto e la visita pediatrica comunque, sono assolutamente necessari per la corretta valutazione del caso, per essere tranquillizzati sul decorso benigno della laringite e per imparare a comportarsi in caso di recidive.

È altresì comprensibile quanto sia difficile, per i genitori, rimanere calmi in questo frangente, ma è necessario ricordare che il bimbo avverte subito la loro preoccupazione, la sua agitazione aumenta e di conseguenza si ha un netto peggioramento dei sintomi. E’ consigliabile mantenere il bimbo in posizione eretta o seduto, stare sdraiati peggiora la sensazione di soffocamento. In attesa di condurre il bimbo nell’ambulatorio pediatrico, è sempre valido il consiglio delle nostre nonne di mettere il bimbo vicino ad una fonte di aria umida e calda, come un umidificatore, un rubinetto aperto o la classica pentola dell’acqua calda e, anche se questa pratica non è risolutiva vale la pena provare, al fine di umidificare l’ambiente ed evitare che il bimbo respiri aria secca.

Il vostro pediatra di famiglia, basandosi sui sintomi, la loro modalità di insorgenza, l’età del bimbo, la stagionalità, la frequenza di comunità etc. potrà giungere alla diagnosi escludendo le altre cause di difficoltà respiratoria acuta: il laringospasmo che di solito riconosce una causa allergica, l’inalazione di un corpo estraneo (un pezzetto di giocattolo oppure un alimento) che si verifica di solito mentre sta giocando o mangiando, l’ascesso peritonsillare che si accompagna al tipico mal di gola e febbre alta, tracheite, il reflusso gastroesofageo per inalazione di succhi gastrici ed infine la temutissima epiglottite. Quest’ultima è provocata da un batterio, l’Hemofilo I. la cui infezione dà luogo a setticemia e difficoltà respiratoria acutissima e grave che può portare a morte il bambino. Per fortuna quest’infezione oggi è assolutamente rara poiché i bambini vengono vaccinati nel corso del primo anno (vaccino esavalente) e la mortalità per questa grave infezione si è ridotta quasi a zero.