BUONO A SAPERSI

a cura della professoressa Luisa Galli

Negli ultimi anni si è verificato nel mondo un drammatico aumento delle antibioticoresistenze sia in ospedale che in comunità e questo avrà conseguenze sempre più gravi per la salute del singolo ed anche un aggravio per la comunità. L’Italia non è esente da questo fenomeno, anzi siamo tra i primi in Europa sia per la diffusione di ceppi batterici antibioticoresistenti che per consumo di antibiotici, in particolare nei bambini.

Nei primi anni di vita le frequenti infezioni che insorgono fisiologicamente all’ingresso in comunità conducono a prescrizioni e ad assunzione di antibiotici anche quando non servirebbero, perché la maggior parte delle infezioni respiratorie in questa fascia di età sono di origine virale.

Per contro, ancora oggi, si verificano talora gravi casi di complicanze a seguito di infezioni delle vie aeree o otiti perchè non è stata assunta regolarmente la opportuna terapia antibiotica.

È quindi fondamentale razionalizzare l’assunzione di antibiotici: il medico dovrà prescrivere antibiotici solo quando necessario (utilizzando il più possibile test rapidi e altri marcatori utili per indirizzare la diagnosi su infezioni virali e batteriche), scegliendo antibiotici il più possibile a spettro ristretto rispetto all’ampio spettro e individuando l’antibiotico più corretto per la malattia in atto. In questo sono sicuramente di aiuto le linee guida nazionali e internazionali sulla gestione delle infezioni nel bambino. I familiari, d’altra parte, devono somministrare l’antibiotico esattamente come viene prescritto e per la durata indicata dal medico.

Se infatti il medico prescrive l’antibiotico tre volte al giorno, invece di una o due volte al giorno che sarebbero più comodi per tutte le famiglie, vi è un razionale (che è quello della disponibilità del farmaco nel sangue e nei tessuti che deve rimanere sempre in concentrazioni sufficienti per inibire la crescita batterica). Saltare delle somministrazione significa vanificare l’efficacia della terapia e porta a dei rischi per la salute del bambino. Inoltre, sia una terapia sospesa troppo presto o continuata troppo a lungo favoriscono lo sviluppo di ceppi resistenti.

La lotta all’antibiotico-resistenza richiede quindi uno sforzo sinergico delle istituzioni, dei medici, ma anche dei pazienti e dei loro familiari.