Disegno di un neonato che viene abbracciato e coccolato dalla sua mamma
Dell’esperienza toscana si parlerà nel corso di un convegno in corso oggi a Firenze
Disegno di un neonato che viene abbracciato e coccolato dalla sua mamma

Un alimento insostituibile come il latte materno, un piccolo esercito di generose donatrici e una rete ben organizzata per garantire che quel latte così prezioso arrivi a tutti i bambini che ne hanno assoluto bisogno.
In Toscana sono 148 le donne che, nel primo semestre del 2016, hanno compiuto questa scelta così importante: grazie a loro sono stati raccolti 1.311 litri di latte. Sono questi i numeri che Fina Belli, dietista del Meyer, e responsabile della Banca del latte dell’Ospedale pediatrico fiorentino, porterà al convegno nazionale dell’Associazione italiana Banche del latte umano donato, in corso, a partire da oggi, a Firenze presso l’auditorium di Sant’Apollonia. Una due giorni di lavori che rappresenta un’importante occasione di confronto per tutti quegli operatori che, ogni giorno, in Italia, lavorano per costruire queste riserve così importanti per i bambini con particolari problematiche di salute.
Per alcuni di loro, il latte umano rappresenta l’unico alimento di cui possono nutrirsi. Come Filippo, (nome di fantasia, ndr), affetto da una rarissima e grave malattia genetica che, grazie alla generosità di queste donne e al lavoro di rete, riesce ad alimentarsi ogni giorno stando a casa con la sua mamma, anche se vive lontano dal capoluogo toscano. Il latte è preziosissimo anche per i piccoli nati pretermine oppure coloro che soffrono di cardiopatie o di insufficienza renale oppure hanno malattie metaboliche.
La Toscana è stata la prima, e al momento l’unica, regione italiana ad intuire l’importanza di fare rete per gestire le Banche del latte: all’Ospedale pediatrico Meyer spetta il ruolo di coordinamento di questi servizi che si trovano a Lucca, in Versilia, ad Arezzo, nell’Azienda ospedaliero-universitaria di Siena e a Grosseto. È la Toscana la regione dove le Banche del latte sono più numerose e meglio organizzate. Sono tanti i fronti su cui gli operatori impegnati in questo servizio lavorano ogni giorno da anni: tra questi, la continua ricerca di standard di qualità sempre crescenti per la sicurezza dell’alimento e il monitoraggio periodico dei centri neonatologici della regione. Le donne che scelgono di donare il latte vengono raggiunte direttamente a domicilio e le operatrici spiegano loro quali sono le corrette manovre da mettere in atto per far sì che neppure una goccia del loro dono venga sprecata.
Dall’8 marzo del 1971, giorno in cui il Meyer aprì il servizio di raccolta dalle mamme donatrici, la Banca del Latte Umano Donato (BLUD) ha aiutato oltre 16.500 bambini con più di 80 mila litri di latte raccolti donati da quasi 12 mila mamme. “Siamo orgogliosi di questo servizio – spiega Fina Belli – ma non sempre riusciamo a garantire il quantitativo di cui c’è bisogno. Per il futuro contiamo quindi sulla sensibilità delle donne che allattano perché facciano un gesto di solidarietà verso i bimbi più fragili”.