In occasione della Giornata nazionale il Direttore Claudio Favre fa il punto sul primo anno dell’attività del Centro Regionale di Oncomeatologia Pediatrica (CROP)


Firenze - I tumori infantili colpiscono 1 bambino ogni 650 nei primi 15 anni di vita. Un’incidenza significativa per una patologia rara da cui guariscono circa 8 bambini su 10. “In Italia e nei Paesi occidentali sono molti i piccoli e gli adolescenti che guariscono dal tumore. Rispetto a 30 anni sopravvivono molto più a lungo. Il merito? Le cure sempre più efficaci, la migliore capacità diagnostica e la possibilità di collaborare tra più centri specialistici di Oncoematologia Pediatrica, contribuiscono a dare un futuro a tanti bambini”. A parlare è Claudio Favre, Direttore del Dipartimento di Oncologia Pediatrica del Meyer e del Centro Regionale di Oncoematologia pediatrica (CROP) in occasione della Giornata Internazionale contro i tumori infantili, promossa dalla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni di Genitori di Bambini malati di Cancro (Icccpo) e dalla Società Internazionale di Oncologia Pediatrica (Siop) che oggi 15 febbraio si celebra nel nostro Paese.

“Il cancro nei bambini non è mai qualcosa di comune – prosegue Favre -. Una diagnosi di tumore ha un impatto considerevole nel contesto famigliare. Per questo diciamo che ad ammalarsi non è solo il bambino con tumore, ma tutta la sua famiglia. Per questo è necessario attivare sistemi di cura globale, che tengano conto non soltanto dei percorsi strettamente clinici, ma anche dell’assistenza psicologica ed emotiva al piccolo paziente ed ai suoi genitori”. Proprio per rispondere a queste esigenze che un anno fa Regione Toscana ha costituito il CROP, ratificando così l’avvio della rete regionale di oncoematologia pediatrica.

La geografia del CROP comprende tre Unità, che sono rispettivamente l’AOU Meyer, l’AOU Pisana e l’AOU Senese, e ha come obiettivo quello di attivare i percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali dei pazienti in età compresa tra 0 e 18 anni, per fornire risposte immediate e più vicine alle esigenze della popolazione e garantire le cure appropriate per le patologie oncologiche pediatriche. Un’esperienza nuova che sancisce l’unione di tutte le componenti professionali multidisciplinari presenti in regione per dare una risposta altamente qualificata e completa alla cura del paziente pediatrico con tumore, diventando così un esempio replicabile per altre specialità pediatriche (e non).

Con uno spirito di piena collaborazione il CROP ha avviato da subito un lavoro molto intenso che ha consentito, tra gli altri, di trovare un’intesa tra i maggiori centri italiani per la realizzazione nell’immediato futuro del protocollo nazionale per il trattamento del retinoblastoma. In ambito regionale è stato avviato il percorso clinico per i pazienti neuroncologici e sono state costituite le Unità specialistiche del CROP per patologie che richiedono una presa in carico complessiva quali sono appunto le istiocitosi (presso il Meyer) e le malattie emorragiche e trombotiche (presso gli ospedali di Pisa e del Meyer di Firenze). Il CROP ha confermato il ruolo di coordinamento del Meyer per lo sviluppo della rete nella terapia del dolore, delle cure domiciliari e delle cure palliative in ambito oncoematologico regionale, in collaborazione dei vari presidi e dei vari professionisti locali. “Nell’ottica di una collaborazione multidisciplinare e di uno sviluppo della rete, per ottenere sempre il miglior percorso diagnostico e terapeutico – conclude Favre – per alcuni bambini con situazioni specifiche, il CROP ha potuto attivare professionisti di chiara fama e non obbligatoriamente pediatrici che operano in regione. Il CROP come sempre dalla parte dei bambini”.