BUONO A SAPERSI

Ma con i bambini piccoli si può andare in montagna? La domanda tormenta molti dei neo-genitori appassionati di alta quota. A rispondere è Giovanni Poggi, pediatra del Meyer. “Per i piccoli sotto l’anno di età – spiega – sarebbe meglio non superare i 1200 metri. Più si sale, infatti, e più si riducono la pressione atmosferica e la quantità di ossigeno dell’aria e questo può provocare qualche disagio ai meccanismi di circolazione e respirazione che nei piccoli non sono ancora del tutto sviluppati”. Assolutamente da evitare è lo sbalzo repentino di pressione: se non si procede in modo graduale, tra altitudini diverse (più o meno trecento metri), il bambino piccolo può andare incontro a disagi più o meno gravi, determinati dal variare brusco della pressione sul timpano. Il bambino può avvertire dolore acuto all’orecchio oppure può riportare addirittura delle lesioni della membrana, perché non è in grado di compensare come facciamo noi adulti. Il discorso vale anche per chi viaggia in aereo con il figlioletto di pochi mesi. L’ideale sarebbe aspettare che il bambino abbia compiuto un anno, ma se proprio è indispensabile viaggiare, ci sono dei trucchi per limitare i disagi. “Può essere utile attaccare il piccolo al seno oppure dargli un ciuccio: la suzione aiuta infatti a compensare”. Dopo i due anni, invece, l’alta quota comporta solo benefici. “La riduzione dell’ossigeno – continua lo specialista – favorisce la produzione di globuli rossi ed è particolarmente indicata per chi ha malattie legate ai bronchi o problemi di sinusite”.