PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

In ambulatorio: “Dottoressa, in occasione di questo bilancio di salute (circa 6° mese) vogliamo parlarle della nostra bambina, che da un po’ di giorni, alla fine di ogni poppata, sembra essere ancora affamata, richiede un numero maggiore di pasti e, come se non bastasse, ha ripreso a svegliarsi di notte per poppare, quando ormai non lo faceva più da un paio di mesi…! Non vorrà qualcosa di diverso?”. Più o meno questo è quanto mi dicono i genitori di un bambino - allattato al seno o con latte artificiale - che si appresta a essere svezzato.
Cosa s’intende per svezzamento o divezzamento o, come si preferisce dire oggi, alimentazione complementare?
È una fase di passaggio, una piccola rivoluzione e, per molti genitori, una fonte di preoccupazione che vorrei dissipare con poche e semplici spiegazioni e con qualche consiglio. Al bando regole assolute e rigide che mal si adattano alle diverse esigenze energetiche e nutrizionali di ciascun bambino, alle diverse tradizioni e abitudini familiari e infine, non meno importanti, alle diverse culture. Lo svezzamento, processo che inizia non prima del 4° mese, procede gradualmente per tutto il primo anno di vita e consiste nell’affiancare all’alimentazione lattea (materna o artificiale) alimenti diversi che completano in termini nutrizionali ed energetici le esigenze di un organismo in crescita.

Perché cominciare.

  • Il latte, che fino ad ora era più che sufficiente, non basta più a soddisfare completamente i fabbisogni nutritivi del bimbo, è necessario colmare la carenza di ferro, proteine, vitamine con alimenti che ne sono più ricchi come carne, formaggi, frutta e verdura.
  • L’apparato renale e quello digerente hanno raggiunto la giusta maturazione per digerire e assimilare altri alimenti oltre al latte.
  • Prima del 5° mese il bimbo sa solo succhiare, ora lo sviluppo neuromuscolare è progredito permettendogli di masticare e deglutire cibi più consistenti.

Cominciare bene. Non stupitevi se ai primi assaggi il vostro bimbo non mostri entusiasmo. Alcuni, più abitudinari, possono non adattarsi facilmente alla novità (gusto sapido invece del dolce del latte, densità cremosa al posto della fluidità, cucchiaino freddo e duro al posto del capezzolo morbido e caldo o della tettarella del biberon) altri, invece sembrano impazienti di assaggiare qualcosa di diverso.
Ricordarsi che ogni bambino ha i propri tempi ed è vitale rispettarli in modo propositivo. Evitare di fare paragoni con fratelli, cugini e conoscenti, potrebbero essere fuorvianti.

  • Non aver fretta: la prima pappa serve a fargli prendere confidenza con la novità
  • Proporre uno o pochi alimenti nuovi per volta: per apprezzare e gustare i sapori dei nuovi cibi
  • Piccole dosi di nuovi alimenti e mai imposti: pochi cucchiaini controvoglia possono compromettere il rapporto con il cibo
  • Variare con gradualità gli alimenti per educarlo a gusti diversi e garantire l’apporto di tutti i nutrienti essenziali per la sua crescita
  • Utilizzare alimenti sicuri (tradizionali o baby-food) digeribili e preparati rispettando la massima igiene
  • Fategli indossare un bel bavaglino per affrontare serenamente un improvviso e violento sputo di pappa!

Come cominciare? La pazienza e la gradualità sono essenziali. Non esistono schemi rigidi di svezzamento validi per tutti i bambini. Ogni piccolo ha infatti esigenze di crescita e fabbisogni di energia assolutamente soggettivi e il vostro pediatra, che conosce a fondo il piccolo, tenendo conto anche di fattori culturali, socio-economici, tradizioni locali e familiari, saprà seguirvi nelle scelte alimentari più idonee.

La prima pappa:

  • sostituisce una poppata lattea e assicura al lattante tutti i nutrienti di cui ha bisogno, cereali, verdure, olio d’oliva, parmigiano e carne (non più di 20-30 gr);
  • non proponetela quando il bimbo ha tanta fame, potrebbe innervosirsi nell’aspettare le piccole dosi offerte con il cucchiaino;
  • se rifiuta il cucchiaino, meglio non insistere ma lasciarglielo tra le labbra per facilitare il passaggio dalla suzione alla deglutizione;
  • se rifiuta la pappa meglio non insistere e ritardare un paio di giorni per evitare che si instauri un conflitto mamma-bambino-cibo.

Trascorso un certo periodo, che è variabile per ciascun bimbo (da pochi giorni a una o due settimane), si introduce la seconda pappa sapida che aggiunge nuovi sapori con verdure diverse, legumi e formaggi magri (come ricotta di mucca, stracchino senza polifosfati, robiola) - questi ultimi in sostituzione della carne. Con l’inserimento delle pappe la quantità di latte assunta durante la giornata diminuisce ma rimane sempre un alimento principe nella dieta del bimbo, in grado di assicurare ancora nutrienti e anticorpi utili per la sua crescita (se il bimbo assumeva latte artificiale sarà bene passare a una formula di proseguimento o di tipo2 più adatto alle nuove necessità nutrizionali e capacità digestive del bimbo).
In base alle ultime acquisizioni scientifiche è fortemente sconsigliata l’introduzione del latte vaccino prima dell’anno di vita, anzi si raccomanda di procrastinarla a dopo i 2 anni per l’eccessivo contenuto di proteine e di grassi saturi che aumentano il rischio di sovrappeso, obesità, ipertensione e diabete nel giovane adulto.

Come continuare. Abbandoniamo regole ferree e schemi rigidi, come viene suggerito dagli specialisti che si occupano della nutrizione dei bambini, e continuiamo a proporre, nel corso del 1° anno alimenti vari e sani, incoraggiando il bimbo ad assaggiare cibi nuovi.
Questo atteggiamento propositivo ha anche l’obiettivo di ridurre quei rifiuti ostinati (neofobia) verso intere categorie di alimenti come frutta, verdura e pesce che si instaurano a quest’età e perdurano negli anni successivi fino all’adolescenza e oltre. Le scelte alimentari dei bambini sono sicuramente influenzate da altri fattori: l’ambiente familiare sereno e incoraggiante, l’esempio fornito dai genitori che anche in questo caso costituiscono il primo punto di riferimento del bimbo, il regime dietetico familiare che permette di sviluppare preferenze alimentari ma anche repulsioni con gravi ripercussioni sulla salute dei piccoli (carenza di ferro, zinco, vitamine).
“L’uomo è quel che mangia”, diceva il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach nel lontano ‘800, a sottolineare la stretta relazione tra lo stato di salute dell’individuo e alimentazione, tra la mente e il corpo; supplementare i nutrienti carenti con cure ricostituenti non porta allo stesso risultato di una alimentazione sana, corretta e bilanciata.

Il problema delle allergie. Una particolare attenzione va riservata alla possibile sensibilizzazione allergica che può verificarsi nel corso dello svezzamento, soprattutto per i bambini a rischio, figli cioè di uno o entrambi i genitori allergici. Alimenti come uova, pesce, latte vaccino, frutta secca, pomodoro, agrumi vanno introdotti, in questi casi, con cautela onde evitare il manifestarsi di sintomi come vomito, diarrea, dermatite atopica, orticaria (a volte molto gravi).
Qui di seguito alcuni consigli:

  • allattare al seno il più a lungo possibile (almeno fino a 6 mesi);
  • in assenza del latte materno il vostro pediatra consiglierà una formula a base di proteine idrolisate;
  • iniziare a svezzare a circa 6 mesi sotto la guida del pediatra;
  • ritardare a dopo l’anno l’introduzione di alimenti potenzialmente allergizzanti;
  • evitare di fumare negli ambienti dove soggiorna il bimbo;
  • evitare di tenere in casa animali domestici (nel caso che siano già presenti curarne scrupolosamente salute e igiene).

Per finire. L’esempio è una straordinaria spinta all’apprendimento anche alimentare! Se i genitori sono soliti mangiare frutta e verdura, fare colazione al mattino, stare a tavola per il sano senso della convivialità anche il bambino crescerà nutrendosi di questi principi. È noto come il bambino sia dotato di antenne formidabili per captare tensioni e nervosismi quindi è auspicabile un’atmosfera serena e gioiosa anche a tavola (non accendere la televisione). Se il bimbo rifiuta il pasto, non lasciarsi prendere dal panico, non vivere i suoi no come una sfida ma cercare di capirne la motivazione e non costringerlo a mangiare per forza.
Il primo compleanno segna un bel traguardo nell’alimentazione dei bambini ma l’apprendimento di gusti e sapori continua ancora, di pari passo con l’ulteriore maturazione psicomotoria che si arricchisce di una migliore manualità, destrezza e autonomia. Se la mamma allatta al seno e può continuare è un’ottima cosa che lo faccia finché ha latte; nel caso di allattamento con formula si passerà a un latte di crescita almeno per tutto il secondo anno, in quanto ha un contenuto più equilibrato in proteine, grassi e zuccheri rispetto al latte vaccino. Si potrà ora aggiungere al tuorlo dell’uovo anche l’albume e cucinarli nei modi più vari; dei salumi preferire il prosciutto cotto o crudo e la bresaola come buoni apportatori di proteine; aggiungere sale con molta moderazione (l’eccesso di sale può predisporre all’ipertensione arteriosa); uguale attenzione all’eccesso di zuccheri (molto presenti in alimenti confezionati come merendine, succhi di frutta e biscotti) che può compromettere la funzionalità insulinica e quindi predisporre al diabete nonché a sovrappeso e obesità.

Poche regole per la sicurezza. Leggere attentamente le etichette dei prodotti confezionati per accertarsi dei costituenti, dell’apporto calorico, della data di scadenza, della modalità di conservazione e di utilizzo.
Ridurre al minimo il rischio di contaminazione degli alimenti acquistando frutta e verdura di stagione, in piccole quantità e conservandola in frigo in sacchetti non chiusi, scegliendo la carne di provenienza sicura, eliminando il grasso visibile dove di solito si accumulano gli inquinanti, preferendo il pesce di piccola taglia e non di fondale (sogliola e platessa) per il minor rischio di accumulo di mercurio e diossina.

E se il bimbo non mangia? Non forzarlo a mangiare controvoglia; non trasformare il cibo in un premio ma nemmeno in un castigo; non riproporre il pasto rifiutato dopo mezz’ora; se rifiuta una pappa non prepararne subito un’altra; non lasciarsi ricattare.

Cari genitori, il vostro compito è tra i più complessi ma sarà sufficiente il vostro buon senso e l’infinito amore per il vostro bambino a guidarvi nelle scelte migliori e comunque potete sempre contare sul sostegno professionale e competente del vostro pediatra.