La task force pediatrica del Meyer racconta il suo impegno nell’isola
foto Lampedusa - barche

Da gennaio hanno già prestato assistenza medica a due sbarchi, affiancando una donna siriana, appena arrivata a Lampedusa, durante il travaglio e visitando bambini che durante la traversata avevano perso i genitori. Sono i membri della task force pediatrica del Meyer, la prima d’Italia: una équipe multidisciplinare formata per portare assistenza ai bambini ovunque ce ne sia bisogno, per trasferire le competenze del Meyer sul campo. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Meyer, si chiama “Bambini nel mondo”.

Di questa task force umanitaria fanno parte anche i giovani medici che frequentano la Scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università di Firenze diretta dal professor Maurizio de Martino e che stanno completando il percorso di formazione specialistica presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer. Oggi i membri della task force hanno portato la loro testimonianza nell’Aula Magna dell’ospedale, raccontando la quotidianità del lavoro nell’isola e i momenti del soccorso ai migranti, alla presenza del Direttore generale del Meyer, Alberto Zanobini, del rettore dell’Ateneo fiorentino Luigi Dei e di molti operatori dell’ospedale pediatrico.

I racconti dei membri della task force. L’équipe è entrata in azione a gennaio. I primi a partire sono stati Paolo Del Greco e Franco Ricci, entrambi all’ultimo anno della scuola di specializzazione, che hanno raggiunto l’isola con Simone Pancani, chirurgo del Meyer e membro della task force. Insieme ai medici dell’asl palermitana hanno portato la prima assistenza ad uno sbarco. Un gommone stipato di persone: tra loro tante donne in attesa e molti bambini, alcuni, come due fratellini della Costa d’Avorio, rimasti orfani durante la traversata.

A febbraio a partire sono state invece due specializzande, Jessica Iacopelli e Giulia Remaschi, affiancate da Leila Bianchi, pediatra del Meyer e membro della task force: a loro, tra gli altri, è andato il compito di assistere una giovane donna appena sbarcata, vicina al parto, nella piena fase del travaglio, subito prima del trasferimento all’ospedale di Palermo (a Lampedusa non c’è infatti un punto nascita).

E queste sono solo le prime testimonianze di una squadra che, nei prossimi mesi, è drammaticamente destinata a intensificare ancora il proprio operato, con l’aumento degli sbarchi nella stagione più calda.

Bambini nel mondo. La presenza del Meyer a Lampedusa si inserisce nel progetto “Bambini nel mondo”, ed è il segno dell’impegno diretto dell’ospedale e della sua Fondazione a favore di una sanità senza barriere. “L’obiettivo di questa iniziativa e del progetto ‘Bambini nel Mondo’ - ha spiegato Alberto Zanobini, Direttore generale dell’Aou Meyer – è quello di portare le competenze specialistiche del Meyer oltre i confini dell’ospedale, ovunque si rendano necessarie: nelle grandi emergenze, così come nella quotidianità degli sbarchi, l’assistenza medica spesso non tiene conto della presenza dei bambini e dei bisogni di cura speciali che questa richiede”.

“La collaborazione a questo progetto ha grande significato, non solo per l’aspetto umanitario, ma anche perché si tratta – ha sottolineato il rettore Luigi Dei – di un’importante opportunità formativa per i giovani che si stanno specializzando in Pediatria e che a Lampedusa si trovano a diretto contatto con situazioni eccezionali da molti punti di vista”.