Il prof. Paolo Lionetti risponde a una lettrice

BUONO A SAPERSI


La signora Lucilla ci ha scritto alla casella di posta Dì la tua, ponendoci alcune domande non tanto su una malattia ma sulla predisposizione genetica e che conseguenze ha. Al centro del suo interesse c’è il tema sempre attuale della celiachia. A rispondere alle sue domande è il professor Paolo Lionetti, gastroenterologo pediatrico del Meyer.

Che cosa bisogna fare dopo che a un bambino sottoposto ad analisi del sangue si scopre che ha una predisposizione genetica alla celiachia? Il 20-30% della popolazione ha la predisposizione genetica per la celiachia. Pertanto averla non consente assolutamente la diagnosi. Per fare la diagnosi di celiachia è necessario effettuare il dosaggio degli anticorpi antiTTG (Transglutaminasi) ed anti endomisio. Si tratta di esami altamente sensibili e specifici per la celiachia. Solo nel caso della loro positività allora si procede alla biopsia intestinale. Pertanto, se un soggetto ha la predisposizione genetica ma gli anticorpi specifici sono negativi, non è necessario procedere con le indagini

So che la celiachia può essere anche "silente" come fare allora ad avere una diagnosi sicura? Chi ha celiachia silente possiede comunque positivi gli anticorpi che ho già citato. La sola predisposizione genetica con anticorpi negativi non significa avere la patologia.

Cosa è la celiachia

La celiachia è una patologia autoimmune denominata anche enteropatia glutine-dipendente. Sai tratta di una condizione di permanete intolleranza al glutine, proteina contenuta nel grano, orzo segale ed avena. Nelle persone con diagnosi di celiachia l'ingestione di questa proteina causa la comparsa della malattia caratterizzata da un danno a livello della mucosa dell'intestino prossimale di entità variabile dipendente, anche, dalla durata dell'esposizione alla proteina "tossica".