PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Nel periodo invernale sentiamo tante volte frasi del tipo: “Sono un po’ influenzato…” oppure “… mi sento male come se avessi un po’ di influenza” riferendosi a una serie di sintomi respiratori come raffreddore, tosse secca e febbre che possono appartenere a diverse infezioni virali.

Ben altra cosa è l’Influenza (con la I maiuscola), vera e propria malattia che, pensate, fu descritta per la prima volta 2.400 anni fa da Ippocrate (!) e che ancora oggi è una delle più comuni patologie infettive responsabile di epidemie stagionali.
Da qualche giorno, come ogni anno in questo periodo, accorrono in ambulatorio bambini piccoli e più grandicelli con un tipico corredo di sintomi che interessa le vie aeree superiori. Le mamme, preoccupate, mi chiedono spiegazioni, consigli e chiarimenti… e il dubbio che in fondo le assilla è: “Non sarà già arrivata l’influenza?”

Già perché questa malattia che spesso si presenta con sintomi lievi, a volte desta non poche preoccupazioni e ora, in vista delle prossime feste, di possibili viaggi, riunioni di famiglia, il timore di contrarre la malattia si fa sempre più reale. Ma sappiamo veramente tutto sull’influenza? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
È causata dal virus dell’Influenza che:
- si trasmette facilmente da soggetto a soggetto
- il contagio si verifica durante la fase di incubazione della malattia che è brevissimo, molto più veloce rispetto ad altre malattie. Con un solo colpo di tosse o uno starnuto si diffondono nell’aria (nel raggio di 5 metri) 1 miliardo di queste particelle!
- può diffondersi in tempi molto rapidi interessando intere nazioni (pandemia)
- può cambiare la sua struttura rendendosi diverso da quello degli anni precedenti e dunque più aggressivo (perché i soggetti in genere e i bambini in particolare non hanno anticorpi per difendersi)
- il contagio continua per tutta la durata della febbre (nei bambini più di 7 giorni)

Come si manifesta
- l’esordio è di solito improvviso con brividi e febbre >38°C (in alcuni casi, anche se rari può essere addirittura assente)
- tosse secca e stizzosa (“a pizzicorino”)
- naso che cola o naso chiuso accompagnato da congiuntivite
- malessere generale e dolori muscolari (stanchezza che può durare per 2-3 settimane anche dopo la scomparsa della febbre)
- inappetenza e mal di testa
- sintomi gastrointestinali come vomito, nausea, diarrea e dolori addominali (più frequentemente nei bambini più grandi)

Quando è necessario consultare il pediatra?
Quando le condizioni del vostro bambino si complicano con:
- difficoltà respiratoria o fiato corto
- labbra rosse o bluastre (livide)
- dolore toracico (nei bambini più grandi)
- pianto flebile senza lacrime
- diminuzione del numero di pannolini bagnati rispetto al solito
- sintomi che sembrano attenuarsi per poi riprendere con peggioramento della tosse
- convulsioni e/o vomito continuo

Quali sono i pericoli in corso d’influenza?
L’influenza è imprevedibile e la sua gravità può variare da una stagione all’altra, a seconda dei diversi virus circolanti, del numero di persone (anziani e bambini) vaccinate, di eventuali malattie preesistenti e dell’età dei soggetti colpiti (i lattantini e i bambini in genere insieme agli anziani possono presentare i quadri più gravi). Polmoniti, bronchioliti, sinusiti e otiti sono tutti esempi di complicanze frequenti della malattia influenzale, che possono far peggiorare patologie preesistenti. Ad esempio i bambini con asma bronchiale possono avere attacchi più frequenti e gravi; chi soffre di malattie neurologiche, renali, cardiache, polmonari… può sviluppare complicanze severe fino alla morte.

Che differenza c’è tra il raffreddore e l’influenza?
Sono entrambe malattie respiratorie virali ma causate da virus diversi, presentano alcuni sintomi simili e per questo spesso vengono confuse anche nel linguaggio comune: sono raffreddato = sono influenzato! L’influenza è, in genere, più grave e la febbre, i dolori muscolari, la stanchezza, la tosse secca insistente si manifestano con maggiore intensità e durata.

Devo portare il piccolo al pronto soccorso?
No, se i sintomi sono lievi (essendo un codice bianco, si potrebbe rimanere in sala d’attesa per lungo tempo con il rischio reale di contagiare gli altri o essere contagiati). No, se tra una puntata febbrile e l’altra, il bambino è vivace, si interessa ai giochi, accetta di bere. Se, al contrario, i sintomi sono ingravescenti e il bimbo appare poco reattivo o eccessivamente sonnolento, la febbre non risponde al paracetamolo o ancora si sono presentate complicanze di una patologia preesistente è consigliabile portarlo al pronto soccorso non prima di aver consultato il vostro pediatra.

E possibile curare l’influenza senza farmaci?
Certo (soprattutto se si tratta di forme lievi), seguendo semplici consigli, ma sempre validi, facilmente attuabili e adatti a grandi e piccini:
- riposo (a letto per i più grandi)
- assumere liquidi e sali minerali per integrare quelli persi con la febbre (acqua, tè leggero, integratori salini a piccoli sorsi)
- far soggiornare i bambini in ambiente areato, caldo-umido
- non coprire i bambini eccessivamente permettendo una buona traspirazione
- risciacqui con collutori antisettici per attenuare l’infiammazione della gola e mantenere una buona igiene orale.
L’unico farmaco che si somministra durante la malattia influenzale è il paracetamolo che, alle dosi e intervalli corretti e consigliati dal vostro pediatra, riduce la febbre e allevia lo stato di malessere del bimbo.
L’apporto di vitamina C, sotto forma di spremute di agrumi, può essere utile per migliorare la risposta del sistema immunitario alle infezioni virali in genere.

Si può prevenire l’influenza?
Il modo migliore e di gran lunga più efficace, per prevenire l’influenza è la vaccinazione che però va eseguita ogni anno. Ciò è dovuto alla caratteristica peculiare di questo virus di cambiare continuamente la sua struttura e diventare nuovo per il sistema immunitario quindi più aggressivo nei confronti dei soggetti che non hanno anticorpi specifici.
- Il vaccino è disponibile da ottobre-novembre di ogni anno, si somministra per via intramuscolare prima che la malattia inizi a diffondersi, è efficace e protettivo dopo pochi giorni ed è privo di effetti collaterali importanti.
- La vaccinazione viene raccomandata a tutti i soggetti a rischio (bambini con precedenti patologie, donne al 2°-3° trimestre di gravidanza, anziani over 65 anni) ma anche ai bambini sani dai 6 mesi di età e almeno fino ai 6 anni che frequentano comunità (considerati anch’essi a rischio per le continue e ricorrenti infezioni respiratorie).
- Le semplici e sempre efficaci regole igieniche come lavarsi le mani, tossire e starnutire in un fazzoletto, possono limitare la diffusione del virus e prevenire le infezioni respiratorie in genere dunque anche l’influenza. - Evitare di mandare a scuola i bambini ai primi sintomi influenzali o quando non sono ancora perfettamente guariti per non contagiare gli altri bambini e non incorrere in complicanze.
- Per lo stesso motivo evitare di frequentare luoghi chiusi e/o affollati come centri commerciali e supermercati con bambini piccoli al seguito; meglio una passeggiata all’aria aperta opportunamente coperti.
- Seguire una corretta alimentazione ricca di frutta e verdura il cui apporto di vitamine e sali minerali aiuta il sistema immunitario a difendersi meglio da tutte le infezioni e anche dall’influenza.
La speranza di quanti si adoperano per prevenire minacciosi scenari di epidemie come è successo in passato, è che venga rinforzata a tutti i livelli l’informazione che deve essere veritiera e trasparente, basata su dati scientifici corretti, perché solo in questo modo si ottiene la fiducia e la collaborazione della popolazione con un’adesione migliore al piano vaccinale.