PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Sono milioni le cellule della pelle che, riproducendosi, assicurano al tessuto cutaneo la sua continuità e le numerose funzioni fra cui quella di frontiera fra interno ed esterno è la più evidente e di gran lunga la più importante. Dal punto di vista microscopico la pelle del bambino, specialmente nei primi mesi di vita, è molto sottile (circa la metà dello spessore della cute di un adulto) ed è quasi del tutto priva del film idrolipidico (sottile pellicola protettiva frutto della secrezione sebacea) che assicura morbidezza, impermeabilità e protezione: per questi motivi è molto meno resistente agli stimoli meccanici, chimici e fisici esterni. Ne consegue che un’alterazione, anche minima, della funzione di barriera della pelle può dare luogo a fenomeni irritativi e infiammatori (dermatiti) caratterizzati da arrossamento (eritema), desquamazione, aumento della permeabilità con conseguente perdita di acqua (disidratazione), infezioni (batteriche, virali o fungine) e sensibilizzazioni (allergie).

Nel periodo neonatale, proprio per la sopradetta fragilità cutanea, si osservano spesso fenomeni transitori (cute marmorata, eritema tossico del neonato, miliaria, desquamazione lamellare) per lo più conseguenza della prima esposizione della pelle del bambino all’ambiente esterno. Questi fenomeni sono fonte di grande apprensione per i neogenitori ma si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni senza nessun intervento terapeutico. Talvolta, invece, alcune manifestazioni cutanee possono essere il segnale di un problema dermatologico specifico o il segno cutaneo di una malattia sistemica: in questi casi è bene rivolgersi al proprio pediatra per la diagnosi, gli eventuali accertamenti e la terapia adeguata.

Prendiamo in esame una delle dermatiti più frequenti in pediatria; dermatite seborroica e dermatite atopica seguiranno nelle prossime edizioni di questa newsletter.
Parliamo della dermatite (o eritema) da pannolino: è un'infiammazione della pelle del bambino che interessa la regione coperta dal pannolino, cioè il sederino e i genitali. Si tratta di una condizione classica, che quasi tutti i bambini sperimentano almeno una volta nei primi due anni di vita. Nella forma più comune è un’irritazione (dermatite irritativa) che si manifesta con un arrossamento più o meno intenso, secchezza e papule-vescicole localizzate sulle zone convesse, mentre le pieghe sono di solito risparmiate. L'eritema può essere assai limitato (appena qualche chiazza in uno o più punti) oppure esteso, interessando in questo caso anche tutti i glutei con intenso disagio e agitazione del bimbo ogni volta che si bagna o sporca con urine e/o feci.

La dermatite da pannolino può essere provocata da fattori diversi, talvolta compresenti.

  • Sfregamento ripetuto con il pannolino e ambiente umido (per il sudore o per il ristagno di urina e feci, inevitabile anche con i pannolini più assorbenti), possono portare a macerazione della pelle.
  • Allergia da contatto: in questo caso l'irritazione dipende da una reazione a detergenti, profumi, creme, materiali del pannolino o, in caso di pannolini lavabili, detersivi utilizzati per lavarli. In questi casi c’è uno stretto legame causa-effetto tra l’eritema e la causa che lo ha determinato.
  • o Infezioni. L'ambiente del pannolino è caldo e umido (specie tra le pieghe della pelle): ambiente ideale per la crescita di microrganismi come batteri, funghi e lieviti. Un esempio tipico è la dermatite da candida (candidiasi), in cui si ha il coinvolgimento della regione perianale e inguinale.
  • Variazioni nell'alimentazione. L'introduzione di nuovi cibi (come succede durante lo svezzamento) porta a sostanziali modifiche della consistenza e composizione delle feci e della flora batterica intestinale, fattori che risultano molto irritativi per la pelle delicata del bimbo.

Che cosa fare?

  • Mantenere l'area il più asciutta e pulita possibile. Cambiare il pannolino di frequente lavando il bambino a ogni cambio con acqua (evitando l’uso delle salviette soprattutto se profumate) e, solo all'occorrenza, con un detergente neutro, non aggressivo e non profumato. Dopo il lavaggio il sederino va tamponato, non sfregato, con un asciugamano morbido.
  • Può essere utile applicare un sottile velo di una crema protettiva, per esempio all'ossido di zinco, che forma una barriera contro l'umidità impedendo la macerazione.
  • Se arrossamento e irritazione non migliorano nel giro di due o tre giorni occorre consultare il pediatra: l’eritema potrebbe essersi complicato con un’infezione batterica e/o fungina e il medico indicherà la terapia adeguata e specifica.
  • Da evitare il “fai da te” e in particolare l'utilizzo di creme a base di corticosteroidi, per i seri effetti collaterali e per l’alta probabilità di indurre la recidiva dopo un primo apparente miglioramento. L’uso di questo tipo di farmaco è assolutamente subordinato alla prescrizione del pediatra.