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BUONO A SAPERSI

a cura di Emma Lapi e Sara Massa, logopediste AOU Meyer

Ci sono alcuni bambini e adulti che fanno fatica o non riescono a pronunciare il suono “gli” (come nelle parole aglio, coniglio, foglie, giglio …) e molto spesso anche a discriminare/riconoscere questo suono nelle parole. L’acquisizione di tale suono nell’inventario fonetico avviene infatti abbastanza tardi, generalmente dopo i 4 anni, infatti meno del 50% dei bambini è in grado di produrlo prima di questa età. I difetti di pronuncia che coinvolgono questo suono sono dovuti all’improprio posizionamento della lingua e del palato durante l’emissione della voce. Troviamo spesso questo difetto di pronuncia anche in età adulta in alcune forme dialettali che non prevedono il canonico movimento della lingua per produrlo.

Si può correggere? Nei bambini che hanno superato i 4 anni in cui questo suono è completamente assente o prodotto con importanti distorsioni (ad esempio figlia che diventa filia; oppure giglio che diventa gilio…) è indicato effettuare un trattamento logopedico per aiutare il bambino, prima a discriminare e a identificare il suono e poi a muovere la lingua nel modo corretto. Questo anche perché in alcuni casi può influire negativamente sull’intellegibilità dell’eloquio del bambino. Nel caso invece di adulti o di bambini più grandi che parlano senza altre difficoltà, tale difetto potrebbe essere semplicemente legato a una modalità dialettale di pronuncia e pertanto non necessita di essere corretto. In caso di situazioni dubbie è sempre indicato rivolgersi al proprio pediatra.