PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Molto spesso, nella mia quotidiana attività di pediatra di famiglia, capita di constatare come alcuni genitori, nello scegliere l’acqua per il proprio bambino (per ricostituire il latte in polvere, per accompagnare lo svezzamento e via, via nelle età successive) credono di saperne fin troppo sull’argomento, confidando in informazioni errate, frutto di martellanti spot pubblicitari, del retaggio di vecchie credenze popolari e dei tanti consigli di esperti facilmente reperibili in rete. Ho scoperto che i dubbi sono veramente tanti, anche su banalità che normalmente diamo per scontate, proprio perché semplici come “bere un bicchier d’acqua”. È necessario dunque fare un po' di chiarezza:

  • Una corretta alimentazione del bambino di qualsiasi età deve comprendere un adeguato apporto di acqua e sali minerali.
  • La quantità di acqua assunta dal bimbo è strettamente dipendente dall’età, dalle sue condizioni di salute (febbre, gastroenteriti, stato di convalescenza...), dal tipo di attività fisica svolta, dalla temperatura e grado di umidità ambientale.
  • Il neonato e il lattante hanno un fabbisogno di acqua (dai 100 ai 200 ml per chilogrammo al giorno) maggiore rispetto alle età successive poiché diversa è la composizione corporea e così pure la crescita, il ricambio di liquidi in questa fascia d’età è molto più alto.
  • Successivamente il fabbisogno di acqua non si calcola più in base al peso ma all’età: da 1-5 anni servono 600-900 ml al giorno, durante l’età scolare 1100 ml al giorno, durante l’adolescenza 1500-2000 ml al giorno

Per poter acquistare un tipo di acqua piuttosto che un altro è fondamentale imparare a leggere le etichette. Verificare che sia scritta l’indicazione “acqua minerale naturale”; diffidare da altre diciture come “acqua di sorgente o da bere” poiché significa che quell’acqua non ha le precise proprietà salutistiche, riconosciute dal Ministero della Salute. Devono obbligatoriamente essere presenti: il nome della sorgente da cui l’acqua proviene, la sua composizione analitica, la data di imbottigliamento, il laboratorio che ha effettuato le analisi e il numero di identificazione del lotto. Per composizione analitica s’intende quali e quanti sali minerali (calcio, sodio, fluoro e ferro…) sono presenti in quell’acqua. Questi nutrienti, con funzioni regolatrici, non essendo prodotti dal nostro corpo, devono essere necessariamente assunti con l’alimentazione e il loro fabbisogno giornaliero è diverso a seconda dell’età del bimbo, pertanto si sceglierà un’acqua minerale adeguata a ogni singolo caso. Ad esempio, le acque ricche di calcio favoriscono il rafforzamento delle ossa e l’attività muscolare (saranno adatte a tutto il periodo di crescita del bimbo), quelle con magnesio aiutano a regolare l’intestino e le funzioni enzimatiche (utili nel caso di irregolarità dell’intestino); il potassio regola la conduzione di impulsi nervosi e muscolari, lo zolfo il benessere di unghie e capelli, mentre il ferro è indispensabile durante la gravidanza e l’allattamento. Per quel che riguarda il sodio, da recenti studi è emerso che l’eccessiva assunzione di questa sostanza, negli alimenti e nell’acqua, durante l’infanzia, è legata all’insorgenza di ipertensione in età adulta, perciò il Ministero della Salute, a scopo preventivo, raccomanda l’uso di un’acqua con meno di 20 mg/l.

Il dato che indica la quantità di sali minerali presenti in un determinato tipo di acqua è il cosiddetto “Residuo Fisso” che permette di classificare le acque in: minimamente minerali, con Residuo Fisso inferiore a 50mg/l molto leggere adatte a ricostituire il latte in formula; oligominerali: con Residuo fisso fino a 500 mg/l sono ottime acque bevute quotidianamente durante lo svezzamento; minerali con Residuo fisso superiore a 1500 mg/l dopo l’anno di età; ricche di sali minerali (oltre 1500 mg/l) prescritte dal medico in particolari situazioni e acquistabili solo in farmacia.
Naturalmente l’allattamento al seno soddisfa tutti i fabbisogni del neonato e del lattante anche quello idrico perciò durante i primi sei mesi, se è l’allattamento è esclusivo, non è necessario somministrare acqua né altre bevande.
Per concludere, riporto qui di seguito alcune domande fra le più frequenti:

  • L’acqua microfiltrata è da preferire a quella minerale naturale?
    No, perché essa, pur essendo igienicamente sicura, non è naturale in quanto la sua potabilità dipende dalla qualità e dalla manutenzione dei filtri, può essere utilizzata per cucinare dopo essere stata bollita. Quella naturale invece, viene definita così perché viene imbottigliata, per legge, alla fonte, dove sgorga incontaminata con tutte le sue proprietà organolettiche.
  • L’acqua frizzante fa male? Si può dare ai bambini?
    Le acque minerali rese frizzanti per l’aggiunta di anidride carbonica, ma anche quelle effervescenti naturali non sono consigliabili nel bambino piccolo, mentre per quello più grandicello non c’è una vera controindicazione, ma poiché può causare una dilatazione temporanea dello stomaco e una maggiore produzione di succhi gastrici risulta inadatta ai bambini con problematiche gastroesofagee.
  • Acqua del rubinetto sì o no?
    In alcuni posti d’Italia l’acqua potabile è molto buona, in altri meno in base alla sua composizione (più o meno calcio o cloro) e dunque alla sua palatabilità. La sua bontà è però certificata dai controlli che vengono effettuati sulla rete idrica, molto più frequenti rispetto a quelli dell’acqua minerale, per la quale è previsto un solo controllo l’anno. Preferire dunque l’acqua del rubinetto è di sicuro una scelta ecosostenibile (si pensi alla produzione di anidride carbonica per la produzione della plastica e la distribuzione con il trasporto su strada) ed economica per il risparmio di circa 400 € per famiglia (tanto è stato calcolato il costo medio per l’acquisto di un ‘acqua minerale per un anno).
  • Cosa preferire le bottiglie di plastica o di vetro?
    Studi recenti hanno dimostrato che l’esposizione delle bottiglie al sole o al caldo, durante la distribuzione su tutto il territorio nazionale, possano causare il rilascio dal contenitore nell’acqua di sostanze nocive per la salute, motivo non trascurabile per optare per le bottiglie di vetro.