PER I NOSTRI FIGLI

a cura di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Nell’esperienza di un pediatra di famiglia le cosiddette “coliche gassose” costituiscono un disturbo neonatale ricorrente, causa di frequenti accessi in ambulatorio; circa il 15-25% dei neonati lo presenta nei primi 3 mesi di vita e, poiché comporta un notevole coinvolgimento emotivo dei genitori, ne mette a dura prova la pazienza e la serenità quotidiana.
La descrizione che viene fatta di una colica gassosa neonatale è più o meno sempre la stessa: “il bambino, perfettamente in salute, tranquillo fino ad un attimo prima, improvvisamente diventa irrequieto, irritabile, agitato e si mette a piangere disperatamente, scalcia in modo rabbioso, solleva le ginocchia verso la pancia o distende e irrigidisce le gambine”.
La crisi di pianto può durare da una a tre ore, fino a quando il bimbo, spossato, si addormenta, per poi ripresentarsi puntualmente alla stessa ora, l’indomani, quando tutti più stanchi, un po' intimoriti dalle ore che verranno (si fa buio, il pediatra non è più in ambulatorio, le farmacie chiudono, c’è da affrontare la notte e il vicino finirà per protestare!!) sarà meno facile vincere il senso di impotenza, capirsi, rassicurare il bimbo e trasmettere sicurezza.

Fino ad oggi, i vari studiosi (gastroenterologi, psicologi, neurologi), che si sono occupati dell’argomento non sono riusciti a trovare una spiegazione precisa a questa problematica. I genitori di questi bambini sono sempre alla ricerca di una qualche soluzione e presi dall’ansia crescente di risolvere al più presto il disturbo, le provano tutte, seguendo i più disparati consigli: “sostituire il latte materno perché “troppo grasso” con uno artificiale apposta per le coliche, somministrare integratori di ogni genere (gocce anticoliche), imporre alla mamma che allatta le diete più strane” senza alcun risultato, anzi le mamme e i papà finiscono per sentirsi ancora più stanchi, frustrati e impotenti davanti al piccolo che sta male.
In termini medici, le coliche gassose neonatali, non rappresentano una vera patologia, recentemente vengono definite come una “sindrome comportamentale” caratterizzata da pianto improvviso, vigoroso, difficilmente consolabile, dolorabilità intestinale con frequente emissione di aria, da qui il nome di “gassose” ma in realtà poche sono le circostanze in cui l’aria intestinale possa veramente procurare dolore. Non è un caso, infatti se i bambini si calmano facendo un giro in macchina o se, sfiniti, si abbandonano al sonno insieme ai genitori altrettanto sfiniti per ripresentare il solito clichè la sera successiva. Ma allora cosa sono le “coliche gassose”?

Ormai, per consuetudine o tradizione il pianto vigoroso, serale, inconsolabile del neonato è definito “colica”, identificato con il mal di pancia e con la presenza di gas intestinale (forse più una conseguenza del pianto che una causa); ma in realtà altro non è se non un modo con cui il bimbo esprime una serie di piccoli disagi in una fase dello sviluppo fisiologico che alcuni di loro devono attraversare nei primi mesi di vita. D’altra parte non è sempre vero che il pianto del neonato indichi dolore o sofferenza (anzi). Saper interpretare la comunicazione del piccolo è importante, solo così sapremo distinguere i falsi allarmi dagli eventuali reali problemi.
Per fortuna (anche se di magra consolazione) nella maggioranza dei casi questa angosciosa problematica tende a risolversi spontaneamente intorno al terzo mese, a riprova del fatto che non è sottesa da una vera patologia organica.
Cosa serve allora a questi neonati? Sicuramente le goccioline per l’aria risolvono le poche situazioni in cui effettivamente è presente un meteorismo intestinale, così come sono dannosi i farmaci antispastici o altri rimedi “fai da te”. Invece l’importante è che un genitore,con calma e una buona dose di pazienza, si accosti al proprio bimbo e cerchi di calmarlo prima ancora di capirlo, sperimentando via via soluzioni che possano rassicurarlo e interrompere il pianto.

Alcuni suggerimenti:

  • tenerlo in una fascia, petto contro petto è molto rassicurante;
  • molti lattanti trovano beneficio dal movimento, cullarli, portarli a spasso, magari all’aperto (quando l’orario o la stagione lo permettono);
  • molti bimbi trovano giovamento da un massaggio sul pancino o dalla posizione prona sul braccio del genitore (diffusi in molte realtà corsi specifici dove apprendere le tecniche del massaggio “anticolica”);
  • abbracciarlo e cullarlo al ritmo di una ninna nanna. Parlargli con un tono di voce affettuoso;
  • ridurre le stimolazioni visive e uditive in modo da offrirgli un ambiente tranquillo;
  • liberarsi dal timore di viziare il bimbo coccolandolo troppo o tenendolo in braccio; meglio farsi guidare dalla propria sensibilità, dall’innegabile istinto materno o paterno e dal comune buon senso;
  • il sostegno reciproco tra i genitori è essenziale così come l’aiuto di figure positive (in primis il pediatra di fiducia), parenti e amici e viceversa tenere alla larga persone che generano confusione, preoccupazione e ansia
  • persino il rumore di un elettrodomestico (come il phon, la lavatrice, l’aspirapolvere), cosiddetti “rumori bianchi”, naturalmente per brevi periodi, hanno il potere di indurre rilassamento.

Ed infine alcuni consigli sull’alimentazione: l’allattamento al seno non va interrotto per nessun motivo, anzi per le sue caratteristiche organolettiche modula, la composizione del microbiota intestinale per una corretta digestione e assorbimento, nonché contenendo la formazione di gas in eccesso.
Alla mamma che allatta si consiglia di limitare il consumo di caffè e the per la loro azione eccitante, alimenti speziati e quelli che favoriscono la produzione di aria in eccesso come legumi, cavoli e asparagi.
Per i bambini allattati con formula è controproducente cambiare ripetutamente tipi di latte, ma seguire i consigli del proprio pediatra che, a seconda del singolo caso, può prescrivere un latte speciale (anticolica) più adatto al bimbo.
Un’ attenzione particolare va data alla scelta del biberon, per evitare che il bimbo deglutisca una grande quantità di aria durante la poppata. In commercio si trovano biberon dotati di una doppia valvola che impedisce che le bolle d’aria si mescolino con il latte riducendo così l’insorgenza di eventuali vere coliche gassose. È possibile reperire in commercio numerosi prodotti che vengono proposti come “anticolica” ma non ci sono sufficienti evidenze scientifiche che ne confermino l’efficacia. Sarà il pediatra che, in base alla visita del bimbo, potrà consigliare di farvi ricorso se veramente necessari. Mentre è fermamente sconsigliato somministrare ai neonati tisane, integratori o peggio ancora farmaci (anche se naturali) senza il parere del medico.