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PAROLA DI ESPERTO

di Maria Vittoria Giannotti, ufficio stampa AOU Meyer

Qual è lo sport più indicato per un bambino che soffre di asma? Quello che il piccolo preferisce.
Su questo punto, il dottor Enrico Lombardi, responsabile della Broncopneumologia del Meyer, non ha dubbi. “Il primo obiettivo nella gestione dell’asma – spiega lo specialista – è ottenere il controllo dei sintomi; quindi, in presenza di sintomi di asma da sforzo, dobbiamo aggiustare la terapia in modo personalizzato per far sì che i sintomi da sforzo non si ripresentino. Grazie a un monitoraggio continuo, il bambino potrà fare l’attività che preferisce”. Certo esistono degli sport più asmogeni e anche alcuni non indicati, soprattutto a livello agonistico, ma stiamo parlando del deltaplano, delle immersioni subacquee con bombole, del motociclismo e pochi altri. Per il resto, non ci sono controindicazioni particolari.
Ovviamente il bambino deve essere seguito e controllato. “Se non si asseconda il bambino nelle sue predilezioni – continua Lombardi – nel timore che l’attività fisica possa danneggiarlo, si corre il rischio che si disaffezioni allo sport in generale e rinunci a praticarlo. E questo è assolutamente da evitare. Nell’asma lo sport fa parte della terapia, perché grazie all’attività fisica si migliora la funzionalità polmonare, si aumenta la propria resistenza allo sforzo e si combatte l’obesità, che è uno dei fattori associati all’asma”. Insomma gli effetti sono benefici, sia nel breve che nel lungo periodo. E per quanto riguarda lo sport agonistico? “Anche su questo fronte non ci sono grossi problemi se i sintomi di asma sono sotto controllo – conclude Lombardi –; inoltre, se presi a dosi normali, gli usuali broncodilatatori e cortisonici per inalazione non sono più considerati doping”.