Disegno di un bambino in spiaggia che, mentre gioca con paletta e secchiello, si gratta a causa della dermatite

PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Cosa dicono le mamme: “Sulla palpebra del mio bimbo è comparsa una piccola ciste che ogni giorno aumenta di volume e la pelle sopra è arrossata, sembra debba scoppiare da un momento all’altro, per fortuna sembra che non abbia dolore...”. La “piccola ciste” in questione è un calazio dovuto all’ingrossamento di una ghiandola sebacea, propria della palpebra superiore o inferiore, una patologia abbastanza frequente sia negli adulti che nei bambini. Queste piccole ghiandole svolgono un’importante funzione: producono il sebo necessario per fissare il liquido lacrimale sulla superficie dell’occhio e quindi tenere idratata la cornea e favorire lo scorrimento delle palpebre sull’occhio.

I motivi che portano alla formazione del calazio non sono sempre evidenti: certamente alla base c’è un processo infiammatorio, anche se ad oggi non è stato possibile spiegare con chiarezza quale sia il motivo che porta il canale escretore di queste piccole ghiandole ad ostruirsi favorendo l’accumulo di sebo.

Dai vari studi emerge che alcuni bambini hanno una certa predisposizione a formare calazio e orzaioli, quindi si presume che fattori ereditari, genetici, ambientali possono giocare un ruolo importante nel favorire l’insorgenza di queste patologie.

Non poca importanza viene data alla scarsa igiene oculare (i bambini, si sa, tendono a toccarsi gli occhi anche con le mami sporche) e poi ci sono condizioni favorenti come ad esempio il diabete, l’alimentazione scorretta (ricca di zuccheri, cibi fritti, grassi saturi) che portano un aumento della produzione di sebo che finisce per ostruire il canale della ghiandola fino a formare quella ciste ben visibile sulla palpebra. Il calazio, nella grande maggioranza dei casi è silente, cioè non procura dolore o bruciore, solo in alcuni casi può accompagnarsi ad abbassamento della palpebra (se le dimensioni sono notevoli), a congiuntivite (per infezione portata dalle mani sporche), iperlacrimazione e visione offuscata.

La guarigione è di norma spontanea, in sporadici casi può cronicizzarsi, aumentare di dimensioni (fino ad un centimetro) e provocare complicazioni.

Nei primi due giorni dalla comparsa, il calazio non si differenzia molto per aspetto esterno da un orzaiolo che, a differenza del precedente, è una vera e propria infezione da stafilococco di una o più ghiandole sebacee alla base delle ciglia. L’orzaiolo però, si manifesta, già all’esordio, con dolore pungente, fastidio della visione, secrezione di abbondante pus e a volte anche febbre.

Quali rimedi? Come si è detto, il calazio tende a guarire spontaneamente (in un mese circa), e quindi si preferisce, per diminuire il disagio della tumefazione, adottare rimedi naturali come impacchi caldo-umidi sull’occhio interessato, più volte al giorno al fine di sbloccare il canalino ostruito, ricordando che è assolutamente sconsigliato spremere il calazio! Laddove le dimensioni fossero notevoli, il bimbo piccolo, le recidive frequenti con infezione sovrammessa, è preferibile, dietro consiglio del pediatra di famiglia, intraprendere una terapia specifica: un collirio a base di antibiotico e cortisone per pochi giorni.

Estremamente raro è l’intervento chirurgico riservato solo ai casi complicati e volto alla rimozione completa della ciste.