PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Negli antichissimi papiri egizi, e in particolare nel papiro di Ebers, tra gli 800 rimedi riportati per curare diverse afflizioni si fa menzione di particolari, piccole e dolorose lesioni che interessano la bocca, le gengive e le labbra: le afte! Anche nella medicina cinese si trovano ampie descrizione di queste lesioni: nella convinzione che l’alterazione funzionale dei visceri e in particolare dell’intestino, si ripercuote su altri organi a distanza, si ritiene che le afte, molti disturbi gengivali e le labbra screpolate possono essere un segno di un disturbo del grosso intestino. Nel XI sec a.C il famoso medico e filosofo arabo Avicenna, nel suo libro Il Canone parla diffusamente delle tipiche lesioni della bocca (afte) e suggerisce come cura un decotto a base di aloe…

Nel corso dei secoli dunque, molti si sono occupati delle afte, descrivendone la forma, la grandezza, le sedi più frequentemente interessate, ipotizzando cause e proponendo diversi rimedi, a volte anche un po' fantasiosi. Si spazia dalla fitoterapia (l’aloe vera per la nota attività antiinfiammatoria, mucoprotettrice e immunostimolante, la calendula, l’iperico e l’astragalo); ai fiori di Bach che, mitigando l’emotività, incidono sul benessere della pelle e delle mucose; alla medicina tradizionale cinese che sembra avere dei buoni risultati con l’agopuntura nei punti HE GU e NEI TING, ai rimedi della nonna, con la bustina di tè o il bicarbonato direttamente a contatto con la lesione; ai rinforzanti del sistema immunitario, agli integratori vitaminici o ai probiotici (molto importanti secondo le recenti conoscenze del microbiota intestinale)….

Nei trattati di medicina, le afte vengono descritte come ulcerazioni dolorose del cavo orale che si formano all’interno delle guance e delle labbra, nel solco tra la gengiva e il labbro, sui bordi della lingua. In genere hanno forma rotondeggiante o ovalare di colore bianco-grigio, circondate da un alone rossastro. Le si osservano frequentemente nel bambino, ma anche nell’età successive, e si presentano di solito isolate ma a volte raggruppate a grappolo (come succede nelle stomatiti).

Ad oggi purtroppo, non è ancora del tutto chiaro il meccanismo che determina la comparsa delle afte, se non che nelle forme ricorrenti si riconosce una certa familiarità. Dai molti studi fatti a questo proposito emerge che un qualche ruolo debba essere svolto dal sistema immunitario che, a causa di fattori scatenanti (febbre, traumi locali, malocclusione dentale, irritanti alimentari…) non sempre scientificamente dimostrabili, attacca la mucosa orale dando luogo alla formazione di queste lesioni.

Quello che si sa per certo è che la sintomatologia a volte è molto importante, specialmente nei bambini molto piccoli. Sono sempre molto dolorose anche quando il bambino non mangia e perciò risulta molto irritabile, piange disperatamente nel tentativo di alimentarsi e, a complicare le cose, vi è sempre una maggiore salivazione conseguente alla deglutizione difficoltosa.

La febbre non è quasi mai presente, semmai è precedente al loro manifestarsi ed è per questo che nella cultura popolare, si era soliti pensare che le afte fossero uno “sfogo” della febbre. Non è raro il riscontro di un ingrossamento dei linfonodi posti sotto la mandibola, specie quando gli episodi di aftosi sono ricorrenti (più di 3 all’anno). Sono questi i rari casi in cui, nel sospetto di un’associazione delle afte con altre patologie, è necessario rivolgersi al pediatra per gli approfondimenti diagnostici del caso.

Negli ultimi tempi, spesso si parla di una sindrome, detta PFAPA, osservata nei bambini in età scolare, caratterizzata da febbre periodica (una volta ogni 20-25 giorni), di breve durata,accompagnata ad afte diffuse in tutto il cavo orale, faringite e ingrossamento dei linfonodi locali.

Un’altra situazione che deve essere valutata attentamente, quando le afte sono multiple e ricorrenti, è la contemporanea presenza di sintomi gastrointestinali (dolori addominali, alterazioni dell’alvo, nausea, vomito…). Le afte possono essere, infatti, una delle manifestazioni della malattia celiaca, se non addirittura l’unico e il primo segno. Così come alcune malattie infiammatorie croniche gastrointestinali possono esordire proprio con il ripetersi di episodi di afte buccali di difficile guarigione.

Non è stato ancora dimostrato con certezza che le afte possano rivelare una possibile allergia alimentare e a tale scopo sono stati analizzati gli effetti di una dieta di privazione di alcuni alimenti (cioccolato, latticini, frutta secca, agrumi…) con scarsi risultati se non il fatto che l’assunzione di questi alimenti non solo non è tollerata ma acuisce il dolore tipico delle afte.

Terapia delle afte. Laddove si riesce ad individuare una causa scatenante la terapia si baserà nell’allontanare la causa stessa e la risoluzione sarà spontanea in un tempo relativamente breve (circa 10 giorni). I casi associati a malattie gastrointestinali verranno inviati allo specialista per gli accertamenti diagnostici, in tutti gli altri, per i quali è sufficiente attendere la risoluzione spontanea, si seguiranno alcuni consigli per alleviare il dolore e prevenire la disidratazione nel caso che il bimbo sia molto piccolo e non si alimenti a sufficienza. Preferire cibi semisolidi/liquidi, freddi o appena tiepidi, morbidi (passati di verdura, frullati di frutta con banane e pere). Se il bambino collabora, per facilitarne l’assunzione, si può usare una cannuccia da cocktail o una siringa se il bimbo è molto piccolo. Sono sconsigliati cibi acidi (agrumi in genere, pomodori, kiwi, frutta secca, patatine fritte), speziati o molto salati che acuiscono il dolore. È opportuno bere spesso acqua naturale, the deteinato o tisane tiepide e assicurare un’adeguata pulizia della bocca, con sciacqui a base di acqua e bicarbonato o collutori con clorexidina nel bambino più grande. Per ridurre il dolore, si possono utilizzare prodotti lenitivi localmente, sotto forma di gel o collutori (naturali a base di aloe o con acido ialuronico); in pochi casi si rende necessaria la somministrazione di paracetamolo sempre su consiglio del pediatra.

Le cosiddette terapie per rinforzare o stimolare il sistema immunitario sono consigliate da molti, ma la loro efficacia non è, ad oggi, scientificamente dimostrata, come pure gli integratori a base di vitamine, zinco o probiotici se non nei casi di reale carenza (che nel nostro paese sono veramente molto rari).