Disegno di un bambino in spiaggia che, mentre gioca con paletta e secchiello, si gratta a causa della dermatite

PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

L’arrivo della prima mestruazione, per le bambine, comporta risvolti importanti dal punto di vista fisico e psicologico e per questo motivo, in un’epoca di per sé problematica come l’iniziale pubertà, necessita di un’adeguata preparazione da parte di una figura di riferimento, come il genitore o il pediatra di famiglia. È importante per la giovane avere un supporto su come affrontare in modo sereno e pratico “quei giorni”: accettazione della nuova situazione, cura più scrupolosa dell’igiene intima, gestione dei cicli più o meno regolari, più o meno dolorosi e abbondanti.

Il ciclo mestruale, inteso come il periodo compreso tra il primo giorno della mestruazione e il primo giorno della successiva, ha una durata variabile dai 21 ai 35 giorni, in media 28 giorni, ma nell’adolescente può essere molto irregolare almeno per i primi 2 anni e non comporta nessuna conseguenza sulla futura attività sessuale e produttiva. Uno stile di vita frenetico, situazioni stressanti familiari, scolastiche o sportive, un sovraccarico di impegni, una dieta non bilanciata oppure (per fortuna raramente) problemi patologici legati al sistema riproduttivo o endocrino, sono le possibili cause di una irregolarità del ritmo, dell’intensità o del fastidio-dolore mestruale.

Piano piano ciascuna ragazza, acquisisce la consapevolezza che il flusso mestruale fa parte della propria femminilità e vive con naturalezza “quei giorni”, ma in alcuni casi, il rapporto con le mestruazioni è conflittuale sin dal primo episodio, specie quando il dolore che le precede o le accompagna, arreca un gran disagio, fastidio, scomodità alla vita quotidiana.

Due, in particolare, sono i disturbi che più frequentemente sono legati alle mestruazioni: la cosiddetta sindrome premestruale che si manifesta nei giorni precedenti il flusso), e la dismenorrea o mestruazione dolorosa.

Oltre a questi disturbi, ci sono delle vere e proprie alterazioni del ciclo, del suo ritmo, intensità, e durata: amenorrea (assenza del ciclo), oligomenorrea e polimenorrea (ciclo troppo corto o troppo lungo), metrorragia (molto abbondante) etc. che richiedono, in primis, la visita dal Pediatra di Famiglia e poi l’intervento dello specialista ginecologo e/o endocrinologo.

La cosiddetta “Sindrome premestruale” è un insieme di sintomi variabili la cui intensità, a volte, è tale da impedire lo svolgimento delle normali attività quotidiane o da modificare la qualità della vita interferendo con il benessere personale, familiare e sociale durante i 7-10 giorni precedenti il ciclo.

I sintomi più frequenti che caratterizzano la sindrome premestruale sono sia di natura fisica (aumento di peso, peggioramento dell’acne, eruzioni cutanee varie, cefalea, crampi e dolori addominali, gonfiore diffuso, malessere generale, nausea, palpitazioni, tensione e dolore al seno) che di natura psichica-comportamentale (ansia, tensione, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, irritabilità, sbalzi di umore, malinconia…).

A dire il vero, le cause di questa sindrome non sono ancora conosciute poiché non esiste un test specifico in grado di fare la diagnosi; tra le ipotesi avanzate, quella più attendibile sembra essere una sorta di predisposizione individuale-psicologica e biochimica, poiché si riscontra anche in altre donne della stessa famiglia. La diagnosi, dunque è affidata solo ai sintomi clinici che si ripetono puntualmente ogni mese.

Gli esami ormonali, più volte eseguiti per escludere eventuali patologie associate, non sono di nessun aiuto per la diagnosi e la terapia risultando perfettamente normali, invece parrebbe essere di fondamentale importanza che la ragazza scrivesse, con meticolosa precisione, un diario dei sintomi, della loro ripetitività, della loro gravità, , al fine di individuare i casi da sottoporre a terapia specifica per migliorare la qualità di vita .…

È comunque utile seguire alcuni semplici consigli per prevenire e contrastare l’insorgenza di questa situazione.
Limitare il consumo di sale per evitare una certa ritenzione idrica, così come evitare cibi grassi come burro e maionese, ma anche bibite come coca-cola, caffè e the ricchi di caffeina (responsabile dell’irritabilità, degli sbalzi dell’umore e della tensione al seno). Bere abbondantemente, e consumare tanta frutta per favorire il transito intestinale. Inserire nella dieta alimenti ricchi di magnesio come cereali integrali, spinaci, carciofi… Svolgere regolarmente attività fisica, per un rilascio costante di endorfine (sostanze naturali endogene ad azione antidolorifica) e per favorire un sonno riposante. Imparare semplici tecniche di rilassamento come il training autogeno e l’ascolto di buona musica.

Limitatamente a casi particolarmente debilitanti si consiglia il consulto e la valutazione da parte dello specialista per la prescrizione di terapie specifiche e personalizzate in base ai sintomi ed esigenze di ciascuna paziente.

L’altro disturbo che frequentemente assilla le ragazze è la cosiddetta Dismenorrea che significa mestruazione dolorosa. Questa come la precedente o unitamente ad un flusso abbondante, può creare un grosso disagio tanto da ricorrere spesso alla consulenza del Pediatra di Famiglia per valutare eventuali trattamenti.

In generale la dismenorrea non è legata a patologie degli organi riproduttivi, perciò il sintomo non comporta problematiche in termini di fertilità e si parla di “dismenorrea primaria”, mentre laddove si accompagna a malattie dell’utero e/o delle ovaie si definisce secondaria, la sintomatologia dolorosa si manifesta 2-3 gg prima del ciclo e permane per circa 72 ore (interferendo con il lavoro, lo studio e le altre attività quotidiane) ed è di pertinenza della ginecologia specialistica.

Anche in questo caso, come nel precedente, non è del tutto chiara la causa che provoca l’insorgere di questo spiacevole sintomo; è più frequente nei soggetti che hanno avuto il primo ciclo sotto gli 11 anni, nelle ragazze che hanno cicli abbondanti e irregolari, spesso si manifesta dopo uno o due anni dal menarca (prima mestruazione) o anche più in là e altrettanto spesso scompare dopo una gravidanza, spesso è riferita una certa familiarità e ricorre più frequentemente nei soggetti sedentari. Secondo recenti studi, sembra che le contrazioni crampiformi dell’utero riducano l’apporto di ossigeno alle fibre muscolari e ciò basterebbe a far insorgere il tipico dolore. Di sicuro il fumo e l’alcool non aiutano, ma tendono ad esacerbare il dolore rendendolo poco responsivo ai farmaci antidolorifici.

Vengono riferiti dolori al basso ventre e in zona lombare, crampi addominali, nausea, a volte diarrea ma anche stipsi, astenia, irritabilità e sbalzi di umore. Rimedi: in presenza di sintomi moderati sarà sufficiente assumere un analgesico come il paracetamolo o l’ibuprofene. Anche il calore può aiutare: appoggiare una borsa d’acqua calda sulla pancia o sulla parte bassa della schiena può dare sollievo così come il riposo, evitare alimenti a base di caffeina, o molto salati, non fumare o bere alcolici, massaggiare la zona lombare con movimenti circolari.

Cosa non fare:

  • indossare pantaloni troppo aderenti, collant elastici e cinture strette
  • non usare tamponi vaginali durante la mestruazione per non accentuare la sensazione di fastidio e irritazione locale
  • stare a lungo in piedi
  • alimentarsi regolarmente senza esagerare
  • assumere farmaci senza prescrizione medica