BUONO A SAPERSI

a cura di Chiara Caparrelli, pediatra, Broncopneumologia AOU Meyer

Dimmi come tossisci e ti dirò cos’hai.
Non è uno scherzo: perché all’orecchio esperto di uno specialista, la caratteristica con cui la tosse si presenta è molto importante per arrivare alla diagnosi. La tosse è uno dei sintomi più frequenti in età pediatrica. La dottoressa Chiara Caparrelli ci guida alla sua scoperta.
“Importante per un inquadramento corretto del bambino che tossisce – spiega la specialista - è considerare le caratteristiche della tosse: la sua durata la presenza di eventuali altri segni”. La principale distinzione è quella tra tosse secca e catarrale. Partiamo da quest’ultima. “È caratterizzata – spiega la dottoressa Caparrelli - dalla presenza nelle vie aeree di secrezioni, di muco che può essere espettorato oppure, come spesso accade nel bambino, ingoiato. È molto comune nel bambino in età prescolare ed è in genere associata al comune raffreddore: nella stagione invernale, si presenta con frequenza e nella maggior parte dei casi si risolve senza terapia specifica. Ma può essere anche espressione di un’infezione delle basse vie aeree come bronchiti o polmoniti: in questo caso saranno presenti anche la febbre, uno scadimento delle condizioni generali e talvolta difficoltà respiratoria e dolore toracico”.

Da non trascurare e da indagare in maniera accurata, ammonisce la specialista, è la tossa catarrale cronica che dura cioè da più di sei settimane e che migliora con terapia antibiotica per poi comparire di nuovo: può essere espressione di patologie più rare come fibrosi cistica, difetti immunitarie, bronchiectasie.
Altrettanto varia sono le cause all’origine della tosse secca. “Anch’essa un’espressione virale delle alte vie aeree ad esempio di una laringite o laringotracheite: in questo caso si presenta con un caratteristico timbro abbaiante. Se invece la tosse è secca, insistente, con caratteristiche di accesso può essere la manifestazione di un’infezione da pertosse.

Talvolta invece la tosse secca si presenta stizzosa, continua che impedisce il riposo e che si ripete sempre uguale, che non risponde ai farmaci: di solito non dura più di cinque giorni almeno nella sua forma più violenta.
In questo caso si parla di sindrome da ipersensibilità dei recettori della tosse: non si tratta di una patologia ma di una caratteristica del bambino per cui occorre tranquillizzare i genitori. La tosse può essere anche una spia di asma bronchiale, ma in questo caso sono presenti altri sintomi come difficoltà respiratoria, senso di costrizione toracica, sibilo espiratorio”.
L’ultimo caso è quello di una tosse provocata dal reflusso gastro-esofageo, condizioni più rara in pediatria: in questo caso saranno spesso presenti altri sintomi o segni clinici quali: dolore addominale ricorrente, dolore retro sternale, bruciore epigastrico, sensazione di risalita di acido in bocca, ruminazione.