PAROLA DI ESPERTO

a cura della professoressa Chiara Azzari, responsabile Immunologia pediatrica AOU Meyer

Non faccio in tempo a rimandarlo all’asilo che si ammala un’altra volta… Quante volte abbiamo sentito questa frase da amici o da altri genitori! In effetti molti bambini si ammalano molto di più dei loro coetanei ed è importantissimo cercare di capire se dietro quelle loro ripetute infezioni si nasconda un difetto del sistema immunitario che debba essere curato e guarito. La prima cosa a cui dobbiamo prestare attenzione non è il numero degli episodi, ma la gravità delle malattie che il bambino ha avuto. La maggior parte degli episodi di infezione sono di origine virale e sono localizzati alle vie aeree superiori (naso e gola) e guariscono senza l’uso di antibiotici. Questi episodi anche se numerosi, anche se accompagnati da febbre elevata, generalmente non sono gravi, non richiedono ricovero e guariscono in pochi giorni.

Se un bambino invece ha avuto malattie gravi, ad esempio bronchiti che sono diventate broncopolmoniti o otiti ricorrenti o ascessi ripetuti o altre complicanze che il pediatra considera di origine batterica, questo può essere spia di un difetto del sistema immunitario. Anche i raffreddori sempre complicati da infezioni batteriche (presenza di muco verde o giallo) possono suggerire una complicanza batterica di una infezione virale.

Tutte queste condizioni devono essere prese in considerazione perché quando mancano alcune delle armi immunitarie, le malattie, anche se iniziate come lievi, non guariscono, si aggravano e possono andare incontro a complicazioni. Il pediatra saprà discriminare se le infezioni sono gravi e quindi degne di approfondimenti immunologici. Un’altra cosa importante da considerare è se il bambino ha sempre bisogno dell’antibiotico per guarire; anche in questo caso il sistema immunitario deve essere studiato.

Un altro aspetto cui dobbiamo prestare moltissima attenzione è l’età del bambino che si ammala. Dobbiamo ricordarci infatti di una cosa molto importante. Ogni mamma passa al suo bambino o alla sua bambina, durante la gravidanza, tutti gli anticorpi che ha; questi rimangono nel circolo del bambino per circa 6 mesi. Quindi è improbabile che un bambino si ammali nei primi 6 mesi di vita anche se ha un sistema immunitario molto carente, proprio perché in quel periodo vive “alle spalle” degli anticorpi materni. Durante questi mesi il bambino inizia a produrre, con le sue cellule, buone quantità di anticorpi cosicché, quando gli anticorpi della mamma saranno finiti, potrà difendersi con le proprie risorse. Deve suonarci un campanello d’allarme se ci troviamo di fronte a un bambino che ha iniziato ad ammalarsi nel primo anno di vita, subito dopo i 6 mesi, cioè per l’appunto quando scompaiono gli anticorpi materni. Questo potrebbe infatti suggerire che il bambino non abbia ancora messo in moto la propria fabbrica di anticorpi e sia rimasto, quindi, completamente disarmato contro le infezioni. Al contrario, se un bambino è stato bene nei primi anni di vita e ha iniziato ad ammalarsi soltanto quando è entrato in comunità (all’asilo o alla scuola materna) e se le infezioni che ha avuto, anche se numerose, sono lievi, allora è improbabile che sia presente un difetto importante del sistema immunitario. Il suo sistema infatti è stato capace di impedire l’aggravamento di tutte le infezioni che il bambino ha avuto. Al contrario, invece, la numerosità degli episodi non è di per sé un segno di preoccupazione. Anche se un bambino, nei mesi della scuola, ha avuto 8 o 10 episodi di febbre, tutti limitati alle vie aeree superiori, e nessuno di quegli episodi si è complicato con broncopolmonite o altre gravi malattie, molto probabilmente il sistema immunitario sta funzionando bene e sta mettendo in campo buone difese contro tutti i virus e i batteri che lo hanno via via aggredito. Un ultimo aspetto da valutare è la periodicità degli episodi, cioè il fatto che gli episodi di febbre si ripetano a frequenza regolare, in inverno e in estate, senza mai interruzione. Parleremo nella “prossima puntata” delle febbri periodiche, che hanno un’origine completamente diversa. Quand’è quindi che dobbiamo fare degli esami a un bambino per capire se ha un difetto del sistema immunitario? Per riassumere potremmo dire: quando ha iniziato ad ammalarsi già nel primo anno di vita, quando ha avuto infezioni gravi (polmoniti, pleuriti, otiti ripetute (più di 8), quando non guarisce se non con l’uso di antibiotico, quando le infezioni, secondo il pediatra, sono complicate dalla presenza di batteri.

Gli esami potranno dirci innanzitutto se il bambino ha pochi anticorpi, se ne mancano alcuni tipi. Come abbiamo detto nella prima puntata, gli anticorpi sono un importante esercito di difesa. Proprio come in un esercito, i soldati hanno diversi compiti e diverse attività. Così ci sono anticorpi di tanti tipi ed è importante essere certi che tutti i tipi siano presenti.

Gli esami potranno dirci anche se ci sono dei difetti nelle cellule che devono difendere il bambino. Se sarà individuato un difetto, si potrà iniziare immediatamente una terapia adeguata.

E se gli esami non trovano alcun difetto?

È molto frequente che gli esami di routine risultino tutti nella norma. Se il bambino si è ammalato tante volte ma solo di forme lievi, non trovare alcun difetto sarà molto rassicurante, sarà la riprova che il bambino non ha una malattia immunologica, ma che deve soltanto imparare a utilizzare pienamente le risorse immunitarie normali che possiede. Ogni bambino ha i suoi tempi; esattamente come un bambino può iniziare a camminare a 9 mesi e un altro a 15 mesi, come un bambino può iniziare a dire le prime parole a 7 mesi e un altro a 18 mesi, nello stesso modo un bambino può essere più lento di un altro a far funzionare le proprie risorse immunitarie. L’importante è essere certi che non ci siano difetti immunitari. Se tutto il sistema è presente e funzionante il bambino imparerà presto a difendersi meglio e non si ammalerà più.

Molto diverso è il caso di un bambino che ha avuto una o più infezioni gravi o complicate. In quel caso i pediatri immunologi non si fermeranno agli esami di base, quelli routinari ma approfondiranno sempre di più, fino a che il difetto immunologico sarà individuato e la terapia giusta sarà intrapresa.