PSICOLOGIA

a cura di Alessandra Bettini, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer

Ogni bambino pensa che il proprio genitore sia invincibile, ma si sa, non è sempre così. Alle volte i genitori si ammalano e hanno bisogno di cure più o meno lunghe, a casa o in ospedale. Il malessere, la preoccupazione, eventuali cambiamenti fisici e assenze per le terapie sono aspetti inevitabilmente visibili, anche quando si tenta di minimizzarli e mimetizzarli, per cercare di non spaventare il proprio bambino. È quindi importante riflettere su come simili situazioni possono essere affrontare e condivise in famiglia, su come possiamo informare i bambini riguardo ciò che sta accadendo. Nascondere o alterare la realtà con storie verosimili non è una buona soluzione, perché il bambino si troverà ad affrontare un’incongruenza tra ciò che percepisce dall’ambiente e ciò che gli viene raccontato, vivendo un conflitto interno, poiché è tanto difficile non fidarsi di ciò che si sente, ma è ancora più difficile non fidarsi di ciò che i propri genitori raccontano. Per parlare di malattia, interventi chirurgici, cure impegnative o a lungo termine, dobbiamo quindi trovare altre strade, caratterizzate da ciò che è alla base di ogni relazione di fiducia: l’onestà. I bambini possono comprendere situazioni difficili se spiegate nel modo giusto, in uno spazio protetto, in un tempo dedicato e con parole adeguate all’età. Il “cosa” dire potrebbe essere guidato da eventuali domande spontanee che il bambino può fare sulla base di ciò che vede e sente, ma anche se non dovesse porre alcuna domanda possono essere gli adulti a chiedergli che se ha notato qualcosa di diverso in casa o nel genitore, utilizzando la sua risposta come punto di partenza. Non è necessario dire tutto subito, soprattutto se per voi è difficile. Se siete in due, aiutatevi! Laddove un genitore è più in difficoltà, può arrivare l’altro a supporto. Ascoltate e osservate il vostro bambino, lasciategli spazio per esprimere come si sente, per esplicitare dubbi e paure. Diamo spazio alla rassicurazione, senza minimizzare eventuali paure di tutti, senza negare la realtà dei fatti. Se sappiamo che il genitore dovrà assentarsi per alcuni giorni o un po’ più di tempo sarà importante comunicarlo al bambino, non eccessivamente in anticipo ma neanche troppo a ridosso del giorno prestabilito; spiegare se si potrà o meno andare a trovarlo, esplicitare eventuali modalità alternative per mantenere i contatti (fondamentale!) qualora le visite non fossero possibili. Insomma, il genitore non può e non deve sparire in modo misterioso per lavoro, vacanze, o altro, per un tempo non chiaro e tornare, magari, diverso rispetto quando lo si è salutato. Cambiamenti corporei visibili (compresi eventuali accessi o drenaggi), se conosciuti, andranno anticipati al bambino, rassicurandolo che si tratta di qualcosa di atteso e utile. Nel parlare con i bambini non negate le vostre emozioni, pur nella difficoltà della realtà delle cose; rassicurateli rispetto al fatto che ci sono persone che si prendono cura del genitore malato, per tornare a farlo stare bene di nuovo.