IL GIOCO È UNA COSA SERIA

di Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica ludo-biblio AOU Meyer

Nell’Associazione Genitori Disperati (A.Gen.Dis) – genitori sempre alla ricerca di trastulli e giochi per gli insaziabili ragazzini - continua a godere di un notevole prestigio la Caccia al tesoro, da quella classica alle tante varianti proposte dalla modernità come la caccia canterina, la caccia ginnica o fotografica sino alla “caccia in pancia” (ammesso che sia presente una mamma gestante) oppure la caccia alle cose blu o ai dinosauri per gli under 5. La location può essere - oltre a un auspicabile giardino o cortile di casa - l’area salotto-cucina. Mentre per quanto riguarda il forziere – sdoganate le fantasie dei più variegati design - si va dall’evergreen bauletto dismesso, alla vecchia valigia, ai sacchetti di iuta, cotone o seta più o meno finemente infiocchettati. In aggiunta risulta molto divertente per i partecipanti travestirsi e truccarsi ispirandosi al tema della caccia al tesoro e magari riempire adeguatamente il prezioso scrigno: dobloni al cioccolato per la caccia dei pirati, gelatine gommose per quella degli alieni; per quella dei gatti&topi nulla di meglio che lingue di gatto e artigli di fogna al cioccolato!

Si tratta poi di predisporre gli indizi avendo prima, ovviamente, tracciato su carta pergamena la mappa del tesoro cioè il percorso che i bambini dovranno perlustrare per arrivare all’agognato malloppo, contrassegnato nella mappa con una X e accuratamente nascosto non certo nella banalità del frigo o della vasca da bagno. La mappa arrotolata, fermata con nastri e ceralacca oppure messa in una busta o infilata in una bottiglia vuota, dovrà essere consegnata a ogni partecipante che entrerà così da subito in un clima suggestivo e avvincente.

Esaurite queste prime formalità, ci siamo: suddivisi in squadre si avvia la gara vera e propria che, com’è noto, si snoda di indizio in indizio fra tante prove da superare: giochi, indovinelli, scioglilingua, anagrammi, piccoli problemi matematici, qualche foto o cartolina, disseminati astutamente nel “campo gioco” come fosse un testo di Agatha Christie.

Con questo, non si pensi che la caccia al tesoro sia solo un gioco di evasione. Anzi, con i suoi presupposti di flessibilità, scoperta, impegno e condivisione con gli altri, la Caccia al tesoro – anche nelle versioni per gli under 5 – rientra pienamente fra quei giochi (analizzati nel progetto Toddler Empathy and Prosociality Program,TEPP, dellaMilano-Bicocca) utili a promuovere i comportamenti orientati al benessere altrui senza trarne un vantaggio personale - alias all’altruismo - aiutando in tal modo bambini e ragazzini a mettere in atto comportamenti empatici di aiuto, cooperazione e condivisione. Una preziosità sempre e oggi più che mai in quanto, fra didattica a distanza, amicizie in rete e così via, la Caccia al Tesoro restituisce la straordinaria ricchezza di quella relazione dal vivo che ci rende umani.

Fondamentale, infine, farsi dare mano nei preparativi e nella conduzione delle attività della caccia dai bambini stessi. Per i genitori, non diversamente da altri giochi divertenti, si conferma come stare con i bambini richieda il massimo della leggerezza e dell’impegno, del gioco e del progetto, del mettere insieme cuore cervello mani e piedi, a favore della tenerezza (e non dell’efficienza) del vivere.