IL GIOCO È UNA COSA SERIA

di Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludo-biblio AOU Meyer

Stimola la creatività, allena le capacità logiche, sviluppa l’empatia, la capacità di ascolto e la fiducia in se stessi, nonché migliora il rendimento sui banchi di scuola! Ecco i risultati di una recentissima ricerca della Durham University condotta in Inghilterra su più di tremila bambini che hanno partecipato regolarmente a laboratori filosofici. Per i baby pensatori, porsi domande – hanno sentenziati i ricercatori britannici - significa capire meglio il mondo, decidere come comportarsi, essere sensibili al contesto in cui essi vivono nonché agli “altri”.

Al via, allora, serie tv, libri, tanti workshop, eventi ludici junior-filosofici. I giochi, così come le attività proposte, sono pensate per mettere mano alle idee in modo giocoso, stimolando quel peculiare genere di riflessione che scaturisce dall’azione e dalle esperienze condivise. Si mettono così in movimento contemporaneamente logica e immaginazione allenando il pensiero critico.
La filosofia insegna a fare, non a parlare: lo scriveva già Seneca. Perché è dal fare, dal vedere, dal toccare, che nascono le riflessioni filosofiche che poi diventano pensiero. A rafforzare tali concetti ci ha pensato anche Umberto Galimberti ribadendo che “i bambini sono naturalmente filosofi” […] “per il fatto che loro nascono completamente folli; non hanno alcun codice per muoversi nella realtà e li acquisiscono, questi codici, gradatamente”. Ed è nel loro desiderio di orientarsi nel mondo e nei loro innumerevoli interrogativi, esposti nel tentativo di comprenderlo, che si esprime la filosofia.
È da notare, inoltre, secondo il celebre filosofo lombardo, che le domande poste dai bambini non implicano affatto risposte rapide e semplici; riguardano, talvolta, grandi temi dell’esistenza sui quali ancora bambini e ragazzini non sono riusciti a crearsi un’opinione o riguardano dubbi rispetto a problematiche sulle quali gli adulti hanno, magari, smesso di farsi domande. Ecco allora che il ruolo degli adulti consiste proprio nello stimolare la vis filosofica dei bambini e nel prendere davvero in considerazione i loro dubbi, la loro curiosità, il loro spaesamento.

Testimonial d’eccezione di questa passione collettiva è stata l’indimenticabile Milly Milledomande - una serie in chiave comedy di filosofia per bambini, condivisa con France 5. Milly, una piccola vivace bambina che indaga senza sosta in famiglia, a scuola, con gli amici e persino con il cagnolino parlante Pop su temi attuali come la bellezza, la verità, la vecchiaia, la morte…
Nulla di petulante però in Milly, piuttosto il pieno riconoscimento di un filosofeggiare etimologicamente amante del sapere senza bramare di possederlo mai del tutto.

Non si è mai troppo giovani o troppo vecchi per filosofeggiare, era l’ipotesi di Epicuro tra il III e IV secolo a.C. ma si è dovuti arrivare agli inizi degli anni 70 del novecento perché di diffondesse il metodo più citato di filosofia rivolta ai bambini e ai ragazzi, la Philosophy for Children di Matthew Lipman. Un progetto pedagogico che ben si è guardato dal semplificare o adattare la filosofia ai più piccoli bensì ha tenuto conto che proprio attorno agli 8-10 anni i bambini sviluppano un pensiero aperto alle ipotesi e alle deduzioni nel quale poteva inserirsi l’insegnamento della logica.
Sensibilizzare i piccoli a un discorso filosofico significa, quindi, favorire la riflessione, allargare i propri orizzonti, diventare, in altre parole, più tolleranti, più capaci di comprendere e quindi di vivere meglio.

E ora un “gioco filosofico” da proporre a grandi e piccini? Facile: progettare una città ideale. Seguendo Platone si inizia a immaginare di muoversi verso un luogo ideale per viverlo in modo da stare tutti bene, al meglio delle proprie possibilità, ed essere felici. Potrebbe, per esempio, essere un'isola sconosciuta e disabitata verso la quale si partirà tutti insieme a bordo di una barca molto capiente.
E mentre ognuno dirà la sua sulle regole di buona convivenza nonché sugli spazi da dedicare ai giochi, ai parchi gioco a tema… saranno cartoncini colorati, carte veline, paesaggi di carta pesta, carboncini, colori a olio, acquerelli ad abbellire la “kallipolis” o l’“Utopia” prescelta! Ops… non si prevedono vincitori né vinti.