PAROLA DI ESPERTO

a cura della professoressa Chiara Azzarri, responsabile Immunologia pediatrica AOU Meyer

Perché alcuni bambini si ammalano molto spesso ed altri non si ammalano quasi mai? Perché alcuni di noi si prendono un’influenza in modo quasi asintomatico ed altri hanno un andamento molto grave delle infezioni? A volte così grave da aver bisogno di ricovero in ospedale o addirittura di stare in terapia intensiva? Che ruolo ha in tutto questo il nostro sistema immunitario? In una serie di articoli che faremo da oggi in poi cercheremo di affrontare alcuni di questi problemi e di dare risposte ad alcune delle principali domande che i genitori si pongono.

Come è costituito il nostro sistema immunitario. Il nostro sistema immunitario è organizzato come un vero e proprio esercito che ci difende da tutto ciò che è estraneo a noi, ad esempio da virus, batteri, parassiti, ma anche da cellule tumorali, che non sono altro che cellule del nostro organismo che per mille motivi un giorno si modificano e non rispettano più le regole. La prima cosa quindi che il nostro sistema immunitario deve fare è riconoscere “quello che è nostro” (la nostra pelle, il nostro fegato, il nostro cuore ecc.) e non aggredirlo e riconoscere “quello che non è nostro” (ad es. virus o batteri penetrati nel nostro organismo) e distruggerlo immediatamente. Molte delle malattie del sistema immunitario, lo vedremo più avanti, dipendono proprio dal fatto che il sistema non sa distinguere bene “quello che è mio” da “quello che non è mio”.

Vediamo adesso come ci difendiamo da virus e batteri. Il sistema immunitario è organizzato in due grandi “battaglioni”, di pari importanza; possiamo chiamare il primo “immunità adattativa”, l’altro “immunità innata”. Ognuno dei due battaglioni è costituito da due tipi di difensori, i difensori corpuscolati (le cellule) e i difensori “liquidi” (cioè molecole libere).
Il primo dei due grandi battaglioni, il sistema dell’immunità adattativa, è molto specializzato, è in grado di produrre anticorpi per ogni singolo microbo che ci aggredisce. Se siamo colpiti ad esempio dalla mononucleosi, i nostri linfociti produrranno anticorpi adatti a distruggere il virus della mononucleosi; quegli anticorpi rimarranno nel nostro sangue per molti mesi, a volte anni, e ci aiuteranno così a non ammalarci di nuovo della stessa malattia una seconda volta. Quegli anticorpi sono proprio “tagliati su misura” per il virus della mononucleosi ed è per questo che riescono a distruggerlo benissimo; non sono adatti, però, a nessuno degli altri virus che possiamo incontrare intorno a noi. Gli anticorpi prodotti contro la mononucleosi, cioè, non potranno difenderci affatto contro altri virus come il morbillo o la varicella. Anche le cellule dell’immunità adattativa hanno un ruolo importante, perché oltre a funzionare come fabbrica di anticorpi, ci aiutano loro stesse a far piazza pulita dei microbi che ci hanno aggredito.
Ma tra i compiti più importanti e più straordinari dell’immunità adattativa troviamo quello della “memoria”. Tramite le cellule dell’immunità adattativa il sistema infatti si ricorda per tutta la nostra vita di aver combattuto contro la mononucleosi e mantiene da parte, nella milza o nel midollo osseo, alcune cellule che, se incontreranno di nuovo lo stesso virus, saranno rapidissime a produrre grandi quantità di nuovo anticorpi specifici, cioè anticorpi “tagliati su misura”. L’immunità adattativa quindi è in grado di ricordare e di migliorarsi durante la vita.

Ma allora l’immunità adattativa non ha difetti?
Se proprio vogliamo trovargliene uno possiamo dire che l’immunità adattativa è un po’ lenta, ha bisogno infatti di almeno 1 settimana (di solito 2 o 3) per produrre buoni anticorpi e buone cellule di memoria. È questo intervallo di tempo che ci aiuta moltissimo l’altro battaglione, il sistema della immunità innata.

Anch’esso è costituito da cellule e da molecole libere nei nostri liquidi corporei.
Il sistema dell’immunità innata non è altrettanto abile a ricordare per tutta la vita un microbo già visto, ma in compenso è rapidissimo a difenderci. Le cellule del sistema dell’immunità innata infatti possiedono delle antenne (che noi chiamiamo recettori) con cui sanno, in pochi minuti, che siamo stati aggrediti da un microbo. Le cellule dell’immunità innata non sanno riconoscere con precisione se chi ci ha aggredito è un virus influenzale o un virus del COVID, ma sanno con certezza, tramite le loro “antenne” recettoriali, che stiamo subendo un’invasione da parte di qualche virus e mettono in moto immediatamente, entro pochi minuti, molti sistemi di difesa. Uno di questi, ad esempio, è la febbre.
I virus che colpisco l’essere umano infatti normalmente vivono benissimo a 37°C e a quella temperatura possono riprodursi e anche ucciderci; ma vivono molto male a temperature più alte. L’aumento della temperatura è quindi un meccanismo di difesa immediato che già funziona quando ancora gli anticorpi non sono pronti. Cercare di abbassare sempre la febbre non è quindi una buona idea, dobbiamo farlo quando la febbre rappresenta un disagio per i bambini.
Il ruolo dei due battaglioni, immunità innata e adattativa è quindi fondamentale e necessario e l’assenza di parti di questi sistemi può portare a malattie gravi e talvolta mortali. Le infezioni, infatti, sono spesso, anche se non l’unico, il primo campanello di allarme che ci fa pensare che un bambino possa avere un difetto del sistema immunitario.