PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Le temperature delle ultime settimane hanno fatto uscire le zanzare dagli anfratti nei muri, dai sottotetti, dalle cantine, dai sottopassi e da tutti quei posti nascosti alla nostra vista dove si sono rintanate per salvarsi dall’inverno.

Ghiotte di gruppo 0. In questi giorni dunque siamo assaliti dalle zanzare che hanno appena svernato e sono pronte per ricominciare il nuovo ciclo. L’incubo delle nostre notti estive è la zanzara comune (Culex pipiens), alla quale, dallo scorso decennio, si è affiancata la zanzara tigre (Aedes albopictus) arrivata dal Sud-Est asiatico. La zanzara nostrana con il suo fastidioso ronzio, punge soprattutto alla sera poco dopo il tramonto e al mattino presto; la zanzara tigre invece , più silenziosa, preferisce agire di giorno fino al tramonto. Furbe come pochi altri insetti, guidate da occhi e olfatto, sono attratte da colori scuri o brillanti e odori particolari, come quelli che provengono dalle sostanze secrete dalla nostra pelle, ancor più se sudata, dall’anidride carbonica e dall’acido lattico, di cui sono ghiotte. Pochi sfuggono all’assalto serale!! Secondo una recente ricerca, nella selezione della preda sembrano contare diversi fattori : (il “sangue dolce” come dicono le nonne) ovvero il gruppo sanguigno (lo Zero, seguito dal tipo B, fa più gola degli altri, mentre il gruppo A lascia indifferenti tutti i tipi di zanzara), la temperatura del corpo (le donne in gravidanza, in genere, emanano più calore), abitudini particolari come il consumo di alcolici.

Zanzara comune: fastidiosa ma innocua. A parte il fastidio e il prurito per le punture, la zanzara Comune non causa sostanziali problemi di salute. Ben diverso è il caso della zanzara Anofele che può trasmettere il Plasmodium, microrganismo che provoca la malaria e la zanzara Tigre che può trasmettere malattie gravi come la Febbre gialla e le encefaliti Dengue e Chikungunyia che, pur non essendo endemiche nel nostro Paese possono essere introdotte da viaggiatori internazionali o immigrati (qualche caso è già stato descritto nella zona del Delta del PO).

Perché ci grattiamo. Le punture provocano sulla pelle il caratteristico ponfo pruriginoso, rilevato sulla pelle, di colore rosso vivo con in cima un piccolo forellino (provocato dal micropungiglione ): all’origine della catena infiammatoria c’è sempre la saliva della zanzara che, inoculata nella pelle, causa il rilascio di istamina, a sua volta responsabile della reazione allergica e del grattamento reiterato. Nei soggetti più sensibili si possono osservare gli effetti maggiori: ponfi di grandi dimensioni e reazione infiammatoria notevole, a volte orticaria, e nel peggiore dei casi, reazione anafilattica.
Come possiamo difenderci?

  • Prevenzione. Per quel che riguarda la zanzara tigre è fondamentale la cura dell’ambiente circostante l’abitazione o le aree gioco dedicate ai bambini. Fondamentale è proteggere la casa e/o il lettino con zanzariere a maglia stretta (meno di 2 mm) . Tutti i contenitori che ospitano ristagni di acqua costituiscono un ambiente ideale per lo sviluppo delle larve: vasi e sottovasi, giochi, piccole piscine, coperture in plastica, secchielli, bottiglie. Dove non sia possibile allontanare o prevenire i ristagni, è opportuno effettuare un trattamento periodico ( da aprile a ottobre ogni 4 settimane circa) contro le larve, con prodotti facilmente reperibili in commercio. Si consiglia di evitare profumi in genere e trappole luminose (inefficaci sulla zanzara tigre che agisce di giorno).
  • Repellenti cutanei. In commercio sono presenti, numerosi prodotti con funzione di repellenti per gli insetti, ma la loro efficacia non è sempre ben documentata. Il prodotto ideale dovrebbe essere in grado di respingere più specie (zanzare, pappatacei, zecche …..), essere efficace per almeno 6-8 ore, non essere irritante per cute e mucose, privo di tossicità, resistente all’acqua, cosmeticamente accettabile ed inodore. Purtroppo oggi non sembra essere disponibile un prodotto con tutti questi requisiti insieme.
    Repellenti convenzionali: a base di DEET(dietilmetatoluamide), Picaridina, IR3535 , ammessi anche nei bambini piccoli purché la concentrazione non sia superiore al 10%, assicurano una protezione prolungata, sono disponibili in diverse formulazioni (lozioni, creme, gel, spray, salviette imbevute). Fare molta attenzione a non applicare contemporaneamente i repellenti con filtri solari poiché l’efficacia di quest’ultimi risulta ridotta con la reale possibilità di provocare fotosensibilizzazione o fototossicità.
    Alcuni consigli: applicare il prodotto su tutte le parti scoperte; le formulazioni in spray possono essere applicate anche sui vestiti; evitare il contatto con gli occhi, bocca e mani del bambino; evitare accuratamente di applicare il prodotto su ferite, cute irritata o affetta da dermatite; è consigliabile utilizzare la dose minima necessaria (legata al tempo di esposizione); una volta al riparo dagli insetti, è bene lavare le aree trattate.
    Repellenti vegetali: olî essenziali, tradizionalmente usati come repellenti, sono estratti da piante come citronella, geranio, lavanda, pino, cannella, rosmarino, basilico, timo, aglio e menta. Al contrario dei repellenti sintetici, non esistono, ad oggi, ampi studi sulla loro efficacia, comunque molto breve e non superiore alle 2 ore. L’olio di semi di soia, associato all’olio di geranio e di cocco, ha una durata di azione maggiore rispetto alla citronella ma molto minore rispetto all’olio di eucalipto (oltre 6 ore) che è consentito anche nei bambini sotto l’anno di età, ma attenzione alla sua tossicità per gli occhi.
  • Insetticidi. Possono essere usati solo in ambienti o su indumenti, tende, zanzariere mai sulla pelle di grandi e piccini per il loro effetto altamente tossico. La durata d’azione di questi prodotti e di oltre le 2 settimane anche dopo ripetuti lavaggi e proprio per la loro persistenza nell’ambiente, sul terreno, tappeti e sugli oggetti, è facile che i bambini vengano a contatto con essi nelle aree gioco. La loro pericolosità è legata oltre che alla maggiore sensibilità dei bambini (5-8 volte superiore a quella di un adulto) alla neurotossicità tipica di queste sostanze. Sono contenuti in diversi dispositivi di uso comune: spray, emanatori liquidi, piastrine, e spirali a combustione (zampironi) . Se ne raccomanda l’uso in ambienti aperti e, se usati in casa, devono essere posizionati vicino ad una finestra aperta (raggio d’azione 7-8 metri).

Trattamento. Se il bimbo viene punto, un po’ di ghiaccio applicato sul pomfo ridurrà efficacemente l'infiammazione e il prurito; solo nel caso che quest’ultimo insieme al gonfiore e al fastidio portino a grattarsi tanto aumentando il rischio di infezione, è possibile utilizzare una crema leggera al cortisone dietro consiglio del pediatra di fiducia. Attenzione al rimedio fai-da-te, come applicare ammoniaca o frizionare con il limone. Il primo di solito ustiona la pelle e il secondo rende la pelle fotosensibile per cui l’eventuale contemporanea esposizione al sole provoca un sicuro eritema. Da evitare anche l’applicazione di una crema antistaminica, nell’intento di sedare il prurito, poiché questi farmaci sono fotosensibilizzanti. Il pediatra potrà prescrivere la somministrazione dell’antistaminico per bocca solo nei rari casi di numerose punture d’insetti e di compromissione dello stato generale del bambino.