IL GIOCO È UNA COSA SERIA

di Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica ludo-biblio AOU Meyer

Partiamo dal presupposto che oggigiorno i ragazzi siano capaci di porsi domande sul futuro del pianeta Terra e di intuire un mondo vibratile in ogni suo essere, sensibile e “tuttoattaccato” che è una delle ragioni di fondo dell’ecologia: “Se tocchi un fiore, disturberai una stella”, scriveva il poeta James Thompson.

Diciamo però che troppo spesso le problematiche ecologiche vengono presentate in una dimensione talmente immensa e catastrofica da rendere quasi impossibile, per bambini e ragazzini, immaginare un qualsiasi coinvolgimento attivo.

Di fronte al buco nell’ozono o all’effetto serra si genera, inevitabilmente, un senso di impotenza, di schiacciamento, come se la volontà e i piccoli gesti non potessero in alcun modo incidere sull’andamento delle cose: una sorta di sfiducia che, di frequente, ha esitato in un qualunquistico “vada come vada”.

Certo che nel tempo l’educazione all’ecologia ha fatto passi da gigante avviandosi a superare il pregiudizio che la fantasia non abbia a che fare con la scienza e che anche i grandi principi, che regolano la nostra presenza sulla Terra, possono essere trasformati e divulgati giocando, in un coinvolgimento attivo anche degli under sei. Il mercato librario offre libri straordinariamente belli per spiegare la salute di foreste, oceani e cieli stellati, dal nido alle scuole dell’infanzia ai centri estivi e oltre: riciclo rimane la parola d’ordine. Per non parlare dell’effetto dirompente fra i giovanissimi di Greta Thunberg, che il Time ha definito persona dell’anno 2019. Paladina del clima e dei suoi rimandi ai concetti universali di solidarietà, responsabilità e cooperazione, Greta Thunberg, portando in piazza migliaia di giovani, ha dimostrato nei fatti il loro peso nella salvaguardia della Terra. Sono loro, gli uomini e le donne che verranno, che possono fare la differenza a cominciare da piccoli gesti di “ecologia urbana”, da giochi che siano anche azioni da gestire nella quotidianità.

Un esempio? Anche con i più piccoli si può preparare una vera e propria performance teatrale da esibire di fronte al primo commesso che sia sul punto di imbustare in carta-regalo un oggetto appena acquistato. “Per me no, grazie. Io preferisco l’albero”. Oppure predisporre sul davanzale di casa un po’di sciroppo dolce o di acqua zuccherata per la gioia dei colibrì, o ancora far divertire - a suon di tuffi, arruffii delle penne e sbatter d’ali – i passerotti in transito, allestendo per loro una vaschetta da bagno; basterebbe solo munirsi di un sottovaso in ceramica da posizionare, ovviamente, non a portata di gatto!

Non può poi mancare un vero e proprio esperimento ecologico: Ritorno alla terra.
Gli ingredienti del gioco sono: un torsolo di mela, una foglia di insalata, un pezzetto di involucro di plastica, un pezzetto di polistirolo. Per l’esecuzione: una paletta.
Dopo di che si tratta di trovare un posto dove scavare quattro piccole buche della dimensione di un pugno. A quel punto si metterà in una prima buca il torsolo di mela, in quella vicina la foglia di insalata, nella terza buca il pezzetto di plastica e nell’ultima il polistirolo.
Le buche dovranno poi essere contrassegnate così come il luogo dell’esperimento, luogo dove si dovrà tornare il mese successivo per riaprire le buche e svelare l’arcano della parola “biodegradabile”.
Tant’è che subito sarà possibile ritrovare intatte la plastica e il polistirolo, mentre la foglia d’insalata e il torsolo della mela – i degradabili - saranno scomparsi… o per meglio dire: ritornati alla terra.

Ma i ragazzini possono fare ancora qualcosa di più. Possono, per esempio, complimentarsi con i propri familiari quando pongono in differenti contenitori il vetro, la carta e la buccia delle patate o ancora: prima di mettere a letto mamma e babbo, possono leggere loro un appello dei tanti green-club, oppure un classico dell’ecologia o ancora qualche brano tratto dal Manuale delle Giovani Marmotte.

E vedere così se l’affermazione di Gian Burrasca: “I grandi non si correggeranno mai” sia ancora valida!