PAROLA DI ESPERTO

Il problema si ripresenta, puntualmente, ogni estate. È questa, infatti, la stagione in cui si registra il più alto numero di incidenti in acqua.
L’annegamento è un pericolo da non sottovalutare: rappresenta una delle tre principali cause di morte in età pediatrica, la prima nella fascia di età compresa tra uno e quattro anni. Inoltre alcuni dei bambini sopravvissuti possono presentare severa disabilità secondaria e danni cerebrali che richiedono cure riabilitative prolungate.

Spesso l’annegamento avviene perché un bambino non sorvegliato da un adulto si trova vicino all’acqua e in pochi secondi il dramma si può consumare. In caso di bambini piccoli sono sufficienti pochi centimetri di acqua, pertanto l’annegamento può avvenire nella vasca da bagno, in una piscinetta gonfiabile, in una tinozza, mentre nel caso di bimbi più grandi avviene più frequentemente in acque aperte come mare, laghi e fiumi o in piscine.
Dunque non lasciare mai un bambino in custodito vicino all’acqua sia in casa che all’aperto neanche per un solo istante, non delegare mai la vigilanza a fratelli o sorelle maggiori che potrebbero non comprendere un pericolo potenziale o in atto, non delegare a braccioli e salvagenti giocattolo o a poche lezioni di nuoto la protezione del bambino, frequentare corsi di rianimazione cardio-polmonare che possono salvare la vita il bambino.

In caso di piscine nelle proprie abitazioni, queste devono essere recintati su quattro lati e dotate di cancelletto con chiusura di sicurezza ed eventuale allarme, prima che il bambino sia in grado di stare seduto e gattonare. Nella fascia di età 15 anni, non lasciare giocattoli sul fondo della vasca al termine del bagnetto, svuotare sempre completamente vasche, tinozze o piscinette al termine dell’utilizzo, predisporre chiusure di sicurezza della stanza da bagno affinché non sia accessibile in modo autonomo. È importante anche valutare con attenzione le piscine dei vicini di casa o conoscenti che possono essere frequentate dai bambini.
Nella fascia di età tra i cinque e i 14 anni l’annegamento avviene più frequentemente in acque aperte per cui è necessaria una supervisione continua alla luce di comportamenti sempre meno attenti da parte dei bambini. Il metodo preventivo migliore è insegnare i bambini a nuotare scrivendo da corsi di nuoto ufficiali che garantiscano le competenze adeguate per affrontare i rischi in acqua.
Il testo si trova nella Guida pratica per la prevenzione dei traumi in età pediatrica, (Meyer-editore Pacini).