PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Dopo il difficile periodo del lock down che abbiamo vissuto durante la pandemia da Covid 19, la voglia di uscire liberamente, di frequentare gli amici, di partecipare a feste ed eventi, di ritornare al ristorante con parenti e amici è veramente tanta… naturalmente con i bambini al seguito. Attenzione però, proprio questa situazione potrebbe riservare una brutta sorpresa per grandi e piccini. Mangiare troppo o troppo velocemente o cibi di qualità scadente può provocare una bella indigestione!

E allora capita che il mattino seguente, dopo una notte insonne, agitata, il bambino lamenta mal di pancia, piange, è pallido, ha tanta nausea e finisce per vomitare tutta la cena indigerita. Dopo il vomito appare sollevato, “come se si fosse levato un peso dallo stomaco” riprende colore, ha sete, ma è stremato, ha bisogno di riposare.

È noto come i bambini, proprio per la loro età, hanno un minore autocontrollo rispetto all’adulto, ma è altrettanto nota la loro golosità: spesso non sanno riconoscere il senso di sazietà e continuano a mangiare a quattro palmenti, specialmente di fronte a certi alimenti di cui sono particolarmente ghiotti (patatine fritte, cioccolatini, merendine industriali, dolci…). Se poi, oltre a mangiare troppo, lo fanno con voracità, l’eventualità di incorrere in una indigestione è assicurata.

Nei trattati di medicina, l’indigestione viene definita “dispepsia” un disturbo della funzione gastrica con alterata produzione di succo acido per cause molto diverse tra loro (emotività, stress, ansia, alimentazione scorretta, farmaci, infezioni gastro-enteriche). I sintomi caratteristici di un’indigestione sono più o meno gli stessi a prescindere dalla causa che l’ha determinata: malessere generale, agitazione, sensazione di pienezza, franco dolore localizzato alla parte superiore dell’addome (alla “bocca dello stomaco”), nausea, vomito, raramente alterazione febbrile.

Tuttavia, non sempre è facile individuare la causa di questo problema anche per noi pediatri, per questo è importante una dettagliata anamnesi alimentare e comportamentale degli ultimi due giorni, unitamente a informazioni sulle quotidiane abitudini alimentari del bimbo a casa e a scuola.
Non è raro sentire storie di bambini che mangiano poco e male durante il giorno (mensa scolastica) tornano a casa affamati, consumano merende ricche di zuccheri e grassi, o ancora bambini che non fanno colazione al mattino e arrivano a pranzo con una tale voracità da consumare la propria porzione e anche quella del compagno disappetente che dire poi di bambini che, in occasione di pranzi o cene in pizzeria o feste di compleanno, fanno la classica abbuffata di alimenti diversi e non abituali, irrorati abbondantemente con bibite gasate e succhi di frutta…

Per fortuna la maggior parte delle indigestioni nei bambini, non richiede un trattamento medico specialistico, tuttavia si consiglia sempre una breve consultazione con il proprio pediatra specie quando i sintomi non accennano a diminuire, anzi persistono per alcune ore o insorge la febbre (infezioni gastrointestinali) o reazioni allergiche cutanee (orticaria). Solo in questi casi è necessario un approfondimento diagnostico ed esami ematochimici per individuare la causa precisa ed intraprendere la terapia specifica.

Anche nel caso dell’indigestione, la prevenzione è fondamentale: investire un po' del nostro tempo per insegnare ai nostri figli le buone abitudini alimentari in termini di scelta degli alimenti, della quantità adeguata ai diversi pasti nella giornata e all’età e, non da ultimo insegnare che una corretta e lenta masticazione costituisce la premessa per una buona digestione.
D’altra parte si è rivelato controproducente dimostrarsi intransigenti e impedire ai ragazzi di andare alle feste con gli amici, o non uscire mai la sera a cena, soprattutto in età adolescenziale: non impareranno mai ad autoregolarsi e a mettere in atto gli insegnamenti dei genitori in fatto di sano comportamento alimentare.

Quali rimedi per l’indigestione?
Bere acqua zuccherata, meglio una soluzione salina per evitare la possibile disidratazione, a piccoli sorsi (un cucchiaino ogni 5 minuti) per non indurre nuovamente il vomito. Seguire per un paio di giorni un’alimentazione leggera (pochi grassi ma non necessariamente “dieta in bianco”) con bevande leggermente zuccherate per evitare le crisi di acetone. Se il bambino lo desidera, tenerlo a riposo a letto con la pancia coperta al caldo.
Altre bevande, come il thè alla menta, allo zenzero, la camomilla, i semi di finocchio, acqua e limone hanno una diversa efficacia sui sintomi dell’indigestione riducendo l’acidità dello stomaco, l’ansia, lo stato infiammatorio e gli spasmi muscolari dello stomaco ma se ne sconsiglia l’uso nei bambini più piccoli.