IL GIOCO È UNA COSA SERIA

di Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludo-biblio AOU Meyer

“Dedicato ai bambini di oggi, astronauti di domani” era l’incipit che Gianni Rodari aveva posto al suo Il Pianeta degli alberi di Natale, scrivendo successivamente anche di luna al guinzaglio, via lattea, pulcini cosmici, satellite Filomena ecc..il tutto in quel sapiente gioco di annodare la realtà di ogni giorno con la fantasia. Non diversamente, pochi anni fa, l’indimenticabile astrofisico Giovanni Bignami non esitò ad affermare che “il bambino che camminerà su Marte è già nato”.

Crescono così i nostri ragazzini in compagnia di libri, film, giochi e giocattoli che anticipano viaggi da qui alla luna, forniscono kit per diventare astronauti, creano eroi spaziali, eroi dalle Lame rotanti, eroi della Galassia, Space Team, Rangers e tanti altri.

Addirittura sul sito della Nasa, attraverso “missioni” come il National Lab o lo Space Station Explorers o Exoplanet Travel Bureau, si possono creare, giocando, progetti, condurre virtualmente una passeggiata in cielo, predisporre la propria stazione spaziale o spingersi al di fuori dei confini del sistema solare. Al motto poi di “cerca il tuo legume e gioca”, i bambini sono invitati dalla NASA a scegliere fra soia, piselli, fagioli rossi, lenticchie ecc… per l’assegnazione del titolo “pianta aliena”; il legume vincitore del titolo – in autunno - salirà a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e costituirà l’avvio di un orto botanico nell’universo.

Altrettanto appassionanti sono i giochi di carte come, per esempio, S.P.A.C.E., acronimo di Spazio Pianeti Asteroidi Conquiste Esplorazioni pubblicato dalla Libreria Geografica e realizzato in collaborazione con Agenzia Spaziale Italiana, un gioco che riproduce fedelmente e con magnifiche illustrazioni il nostro sistema solare. Oppure il gioco educativo “Missione Spazio” dove si possono raggiungere mondi lontani, congiungendo pianeti e satelliti attraverso un viaggio intergalattico in cui occorre individuare le traiettorie giuste, avendo cura di evitare il contatto con pericolosi asteroidi o temibili alieni.

In materia non mancano neppure gli street play che in caso di invasione di marziani o venusiani allenano i ragazzini a organizzare battaglie all’ultima pasticca! Uno per tutti: “Invasione Aliena 3”. Che cosa occorre? Occorre che ogni giocatore abbia una pistola o un fucile ad acqua, una maglietta bianca, 3 spille bottone, 3 pasticche effervescenti, pennarelli colorati e nastro biadesivo.

Si inizia dipingendo le pastiglie con un colore scuro, diverso per ogni partecipante o per ogni squadra. Dopo di che si attacca, con il biadesivo, una pasticca colorata su ogni spilla e, dopo aver indossato la maglietta, vi si appuntano le tre spille-pasticche in ordine sparso. Il passo successivo sarà quello di circoscrivere lo spazio del combattimento e di dare il via alla sfida!
L’obiettivo è iniziare a colpire le spille, una dopo l’altra, come al tiro a segno, così che la pastiglia si sciolga lasciando una macchia colorata sulla maglietta. Alla terza macchia, il “guerriero” ormai rimasto senza spille-pasticche dovrà uscire dal gioco. Vincerà chi riesca a eliminare tutti gli avversari!

Dopo una tale scalmanata lotta, volendo, si può tornare al sito della NASA, mettersi comodi e ascoltare gli astronauti che dalla loro stazione spaziale leggono libri ad alta voce e raccontano storie avvincenti sull’universo. Così, fra libri e oggetti che volano e canzoncine ben ritmate, si può immaginare e assaporare l’emozione di essere a bordo di una navicella… La lingua ufficiale sarebbe, ovviamente, quella inglese ma, come diceva Rodari, nello spazio si parla soprattutto la lingua più consona al futuro di tutti i bambini: quella della pace.
Meglio allenarsi per tempo…