PER I NOSTRI FIGLI

a cura di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Solo un mese fa eravamo tutti in trepida attesa dell’estate ed è arrivata, con un caldo che non ha rispettato la gradualità stagionale. Dietro l’euforia della bella stagione, a volte può nascondersi qualche brutta sorpresa.
Eritemi solari, scottature fino all’ustione vera e propria, perdita di liquidi e sali minerali fino alla disidratazione, colpo di sole e colpo di calore finiscono per arrecare grossi disagi soprattutto alla pelle dei più piccini (e non solo) e trasformare quella che doveva essere una bella vacanza in un patimento.
E’ pur vero che la sensibilità al caldo non è per tutti uguale, sono diversissimi i fattori alla base di questa particolare risposta ai raggi solari e al caldo. Sicuramente le categorie più sensibili a questi rischi sono i bambini di qualsiasi età e tutti i soggetti di pelle chiara. Le società scientifiche nazionali e internazionali concordano sull’importanza di evitare, almeno nei primissimi mesi di vita, l’esposizione diretta al sole. Nelle giornate particolarmente calde e afose, con picchi di temperatura oltre i 30 C e con un’umidità oltre il 70% (come si sta verificando in questi giorni di caldo africano), è importante frenare il desiderio di uscire e soprattutto portare con sé i bambini nelle ore centrali del giorno (tra le ore 10 e le 16). Se è proprio necessario uscire con i bambini al seguito, cerchiamo di scegliere percorsi alternativi preferendo parchi alberati e zone d’ombra.

Gli indumenti da prediligere dovrebbero essere leggeri, meglio se in fibra naturale come cotone o lino e di colore chiaro; sarebbe indicato fare indossare, soprattutto ai bambini, un cappellino a tesa larga, così da proteggere oltre che il viso anche le spalle (vincendo la ben nota riluttanza dei bambini nei confronti di qualsiasi tipo di copricapo).
Non dobbiamo dimenticare in nessun modo le creme solari ad alta protezione (50 0 50+) da applicare sulle zone esposte anche più volte nella stessa giornata ma anche nella stessa mattinata (un’area esposta al sole, non opportunamente protetta può riportare danni di gravità crescente, a seconda dell’età del bimbo e del colore della pelle fino a provocare ustioni e danni irreversibili).
Una buona esposizione solare, invece, apporta solo benefici: stimola la produzione di vitamina D nelle cellule della pelle e rappresenta quindi un prezioso alleato contro il Rachitismo in età pediatrica e l’Osteoporosi in età adulta.
Da non dimenticare gli effetti benefici dei raggi solari sulla pelle affetta da patologie croniche, come la Dermatite Atopica e la Psoriasi, tanto che la cosiddetta “fototerapia” (esposizione a radiazioni ultraviolette che viene effettuata in ambiente ospedaliero) è utilizzata nel trattamento di queste patologie quando le terapie di primo livello non sono efficaci.

I raggi ultravioletti agiscono infatti con proprietà antinfiammatorie e antibatteriche sulla pelle e, come è stato dimostrato da recenti studi clinici, la maggior parte dei bambini con dermatite atopica lieve o moderata migliora significativamente dopo le vacanze estive, in particolar modo se queste sono state trascorse in ambiente marittimo.
Nonostante i molteplici benefici, l’esposizione solare non è priva di rischi e pertanto deve essere affrontata con responsabilità a tutte le età, per prevenire i danni immediati e soprattutto quelli a lungo termine. Questo è importante soprattutto per la pelle dei bambini che, per la sua struttura immatura (strato corneo più sottile rispetto a quello degli adulti) è più permeabile ai raggi ultravioletti che penetrano fin negli strati più profondi della cute arrecando lesioni strutturali.
I rischi immediati di una scorretta esposizione solare sono rappresentati dalle ustioni (dal grado più superficiale come il semplice arrossamento della pelle, fino alla formazione di piccole bolle) che, oltre a essere molto fastidiose, rappresentano un importante fattore di rischio per lo sviluppo di lesioni precancerose.
Da qui il passo è breve, soprattutto per quelle pelli fragili, sensibili e povere di melanina che sono altamente a rischio per lo sviluppo del cancro: recenti studi epidemiologici hanno rilevato un continuo e rapido incremento di casi di questi tumori e, nonostante non si presentino pressoché mai in età pediatrica, è proprio da questa età che devono essere adottate accurate e precise misure preventive: circa l’80% del danno solare si sviluppa entro i 18 anni di età, e le conseguenze si manifestano ancora più tardi, tra i 30 e i 50 anni.

E quando il neonato arriva d’estate? Le temperature elevate non sono di gradimento né per i neogenitori né per i piccoli appena nati. Esse, infatti, comportano una maggiore perdita di liquidi con la traspirazione e anche con il respiro che nel bambino, e ancor di più nel neonato, è particolarmente frequente. La disidratazione che ne può conseguire, facilmente rilevabile dalla scarsa emissione di urine (pannolino spesso asciutto, secchezza delle mucose, irritabilità) può portare a un aumento della temperatura corporea, disturbi neurologici, cardio-circolatori e/o respiratori. Per proteggere dal caldo il neonato non è controindicato l’uso del condizionatore sia per rinfrescare l’ambiente sia per ridurre il tasso di umidità, ma è importante adottare alcune precauzioni: la temperatura nell’ambiente domestico dovrebbe essere mantenuta solo di 3-5 gradi inferiore a quella esterna; non dirigere le bocchette direttamente in direzione del piccolo; non ridurre eccessivamente l’umidità per evitare una secchezza eccessiva delle mucose Spesso, durante le caldissime giornate estive, per necessità lavorative o d’altro genere, può capitare di affrontare improvvisi e forti sbalzi di temperatura, ad esempio entrare in un’auto parcheggiata al sole oppure entrare in un locale con aria condizionata particolarmente fredda. Occorre rinfrescare l’abitacolo dell’auto e raggiungere una temperatura fresca (ma non fredda) soprattutto prima di far entrare i bambini (bastano pochi minuti); mentre nel passaggio da ambienti con temperature molto diverse vale sempre la regola consigliata dalla nonna: vestire i bimbi a strati per poterli adattare alle diverse situazioni.

L’aria condizionata è un alleato o no contro il gran caldo? Al di là delle questioni di sostenibilità, consumi e inquinamento, i sistemi di condizionamento sono in grado di portare grande sollievo, sempre che se ne faccia un uso accorto, evitando gli eccessi. E’ indispensabile favorire il frequente ricambio d’aria degli ambienti domestici, è raccomandabile un uso oculato del condizionatore, evitando temperature eccessivamente basse mantenendo una condizione costante durante la giornata, con ventilazione al minimo e sempre indiretta.

Come aiutarsi con l’alimentazione? Per proteggersi dal caldo è fondamentale mangiare bene: una dieta più leggera, con pasti frequenti, poco grassi e ricchi di acqua, vitamine e minerali, come verdure e frutta di stagione, frullati, spremute e centrifugati è essenziale nella dieta di grandi e piccini, come è altrettanto fondamentale bere durante tutta la giornata, preferibilmente acqua naturale a temperatura ambiente evitando le bevande gassate e dolcificate. Per i neonati, il latte materno è l’alimento ideale sempre: oltre alle sue proprietà nutrizionali, di protezione immunologica, energetica, antinfiammatoria, stimola positivamente la funzionalità degli organi digestivi del bambino e svolge un ruolo preventivo nella comparsa dell’obesità precoce.

Estate, temperature elevatissime ed ecco che sorgono mille dubbi: come vestire i nostri bimbi?
È giusto scoprirli il più possibile?
Come si fa a capire se il bambino ha caldo? Sembra una cosa banale e scontata ma non lo è e molti neogenitori faticano perché hanno paura che il piccolo possa avere freddo. A questo proposito dobbiamo sapere che i bambini appena nati provano più fastidio per il caldo che per il freddo quindi meglio non metter loro addosso troppi strati e controllare se sono sudati e accaldati. Ed è proprio qui che si sbaglia: l’organismo, per mantenere una buona temperatura centrale, provoca una vasocostrizione periferica, e per questo non bisogna fare riferimento a manine e piedini, perché sono sempre freddi. Dobbiamo, invece, toccare loro il petto, la schiena o la nuca per valutare la loro temperatura. Per tutti i bimbi, nati tra la primavera e l’estate, l’allattamento al seno è una sicurezza, il rischio della disidratazione è praticamente nullo. Ogni qualvolta ne sentono la necessità trovano nel seno materno la risposta ai loro stimoli di fame e sete. Quando, però, le giornate sono particolarmente torride e afose, con tassi di umidità elevatissimi e totale assenza di un filo d'aria, è consigliato offrire al neonato, anche in tempi ravvicinati, piccolissime dosi di acqua somministrate anche con il cucchiaino (qualora non si voglia dare il biberon).