PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Lo stravolgimento che la pandemia da Covid19 ha portato nelle nostre vite è tale da far paragonare questo infelice periodo a una vera guerra, il nemico però, questa volta è invisibile e serpeggia impavido tra la gente, aggredendo i più deboli e diffondendo la paura del contagio, la “caccia all’untore o paziente zero” : uno scenario che ricorda l’epidemia di peste nera nel lontano Seicento come riecheggia nella narrazione del Manzoni. Tra le tante conseguenze che sono derivate dall’isolamento forzato a cui è stata sottoposta l’intera popolazione, una riguarda da vicino i nostri bambini, quelli più piccoli, che devono essere difesi dalle malattie che conosciamo bene e per le quali, possiamo fare prevenzione primaria attraverso le vaccinazioni: difterite, tetano, pertosse, polio, epatite, pneumococco, meningococco, rotavirus, morbillo, parotite.

In ottemperanza alle varie ordinanze nazionali, per evitare la diffusione del contagio, abbiamo ridotto al minimo indispensabile gli accessi in ambulatorio dei bambini, accompagnati da un solo genitore, opportunamente schermato, accolti in ambienti igienizzati e sanificati, con personale medico e/o infermieristico dotati di tutti i presidi (camici, mascherine, occhiali, guanti) per soddisfare visite urgenti (traumi e patologie che comunque affliggono i piccoli anche in questo frangente) e vaccinazioni inderogabili.

I neonati, appena dopo la nascita, laddove le condizioni cliniche alla dimissione lo permettono, vengono regolarmente presi in carico dal pediatra di famiglia e inseriti nel programma vaccinale, in accordo al calendario delle vaccinazioni in vigore nel nostro paese. È di fondamentale importanza, anche in questo momento, somministrare le vaccinazioni ai bambini di qualsiasi età, ma in particolar modo quelli sotto i 2 anni, rispettando quanto più è possibile la normale cronologia del calendario per la vita, per impedire il diffondersi opportunisticamente di qualche malattia che proprio in questa fascia di età trova il terreno più fertile. Mi riferisco ad esempio al vaccino contro il Rotavirus che è estremamente pericoloso nei piccoli sotto i 6 mesi, oppure contro il meningococco B che predilige i bimbi sotto l’anno, o ancora contro il morbillo per quelli appena più grandi e così tanti altri….

Pertanto esorto i genitori a sottoporre i propri piccoli alle vaccinazioni raccomandate, a non aver timori infondati, a dissipare eventuali dubbi chiedendo spiegazioni al proprio pediatra di fiducia, nella consapevolezza che la vaccinazione per una specifica malattia costituisce, ad oggi, la migliore prevenzione primaria, necessaria per impedire che il microrganismo responsabile, circoli nella popolazione colpendo i soggetti più sensibili.

Lo stesso Istituto Superiore di Sanità sottolinea l’importanza di rispettare il calendario delle vaccinazioni anche e soprattutto durante l’epidemia: rischieremmo altrimenti di aggiungere a un fenomeno nuovo come il Covid19, vecchi problemi e di rivedere la comparsa di malattie infettive già evitate o controllate dai vaccini. Prevenire, proteggere e immunizzare (Prevent, Protect, Immunize) sono le tre parole chiave di questa campagna, dedicata proprio alla necessità di continuità dei servizi vaccinali che devono essere garantiti anche durante la pandemia. Potremmo vedere altrimenti fallire il tentativo di tenere sotto controllo l’epidemia di morbillo (che negli ultimi tempi si era ripresentato pericolosamente per il crollo delle coperture vaccinali) o osservare il riemergere di patologie come la difterite o la pertosse fatali nei più piccoli. Il vostro pediatra di famiglia, interlocutore fondamentale anche in questo periodo critico, offre ancora una volta la sua disponibilità ad occuparsi direttamente delle somministrazioni nel suo ambulatorio, in tutta sicurezza.

Non dimentichiamoci che proteggere i bambini da malattie che è possibile non contrarre grazie a un vaccino, significa anche risparmiare costi umani, sociali ed economici, nonché evitare le complicanze delle infezioni, il contagio degli adulti e le eventuali giornate di lavoro perse.

In un momento di pressione su tutto il servizio sanitario, dobbiamo proteggere i bambini, anche per tutelare tutto il mondo di relazioni sociali che ruotano intorno a loro.