PAROLA DI ESPERTO

a cura di Laura Chiesi, dietista AOU Meyer

La neofobia alimentare è il rifiuto, o comunque l’avversione, dei bambini nei confronti di un cibo nuovo, che non si è mai assaggiato prima. Si tratta di un atteggiamento piuttosto diffuso tra i piccoli: circa il 30% dei bambini nell’età compresa tra 1 e 4-5 anni. Il divezzamento è il passaggio dall’alimentazione completamente lattea a quella complementare: questo è un passaggio molto delicato in cui i genitori devono avere molta pazienza e serenità, in modo da accompagnare i figli in questo momento che li accompagna all’esplorazione dei nuovi cibi.

Ma quali sono gli alimenti che incontrano più resistenza? Di solito, sono la verdura, la frutta e la carne. Spesso i bambini manifestano particolare avversione nei confronti di un colore: per esempio ci sono piccoli che chiedono di mangiare soltanto la pasta in bianco. Anche la consistenza può creare qualche problema: un regime prolungato a lungo a base di alimenti omogenei, lisci vellutati e può contribuire ad aumentare la resistenza verso i cibi che si presentano in altra forma, a pezzettini.

Il consiglio per mamma e papà? È necessario che i bambini abbiano esperienza sensoriali con il cibo molto precoci: lasciarli liberi di giocare con gli alimenti, di sporcarsi. I genitori devono dare il buon esempio, adottando un regime il più variegato possibile e soprattutto permettendo ai figli di condividere gli alimenti che hanno nel piatto. Altro accorgimento che può rivelarsi utile è quello di arrivare al momento del pasto con un giusto appetito: in questo modo sarà più semplice proporre un alimento mai sperimentato prima e convincerli a sperimentare la novità. Assolutamente da evitare l’idea di premiare i bambini utilizzando il cibo. E ultima raccomandazione, ma non in ordine di importanza, è quella di dotarsi di un sorriso e di tanta pazienza. Mai scoraggiarsi al primo rifiuto, ma perseverare con tranquillità proponendo il cibo, magari in un’altra modalità che sarà più gradita.