PER I NOSTRI FIGLI

di Angela Pittari, pediatra di famiglia

Una nonna entra precipitosamente in ambulatorio con il nipotino in braccio urlante. Trafelata, la signora mi comunica la diagnosi: “Ha il gomito della balia… dottoressa ci pensi lei!”. Scopro così che nel linguaggio popolare toscano “il gomito della balia” altro non è che la pronazione dolorosa del gomito: una sublussazione dell’articolazione, cioè una parziale fuoriuscita del capitello radiale dal suo alloggiamento naturale.

La pronazione dolorosa è tra i traumi articolari più frequenti fino ai 4 anni di età con un picco di incidenza intorno ai 2-3 anni. Nei bambini più grandi la frequenza di questo trauma diminuisce notevolmente grazie alla maggiore stabilità delle articolazioni.

Quali genitori o nonni non hanno fatto il gioco del “dondola dondola” con il proprio piccolo sorreggendolo per le mani e facendolo volteggiare sospeso da terra: non c’è gioco più bello! Eppure a qualcuno è successo di avvertire un improvviso dolore al braccio, talmente intenso da non riuscire più ad utilizzarlo!!!!

Il nome di “Pronazione dolorosa” deriva dal fatto che il braccino del bambino, in seguito al trauma della trazione improvvisa ed eccessiva, si presenta “pronato” cioè intraruotato verso l’interno e appoggiato al tronco in una posizione innaturale. Ciò è dovuto al fatto che il ligamento che stabilizza l’articolazione del gomito, si allunga a causa dello strattonamento (volontario o per gioco) del braccio permettendo al capitello del radio di fuoriuscire dalla sua sede. Quindi tutti i movimenti durante i quali si “tira” per un braccio un bambino e lui oppone resistenza creano una contrapposizione di forze che portano alla sublussazione del radio.

Come sempre la prevenzione è lo strumento più importante che abbiamo: è fondamentale educare fratelli, genitori, nonni, babysitter e tutti coloro che giocano o portano a spasso i nostri bambini, ribadendo poche e semplici regole per un gioco sicuro: evitare di sollevarli o farli ondeggiare tenendoli dal polso o dal braccio, favorendo la presa sotto le ascelle senza strattonarli. Istruiamoli a riconoscere un bambino che presenta questa lesione: pensiamoci quando il piccolo si sostiene il polso lamentando dolore e rifiuta di usare il braccio dopo una trazione, dopo un dondolio a braccia tese o anche dopo essere caduto di fianco sul suo braccio, mentre era aggrappato ad una sbarra. Il bimbo che ha appena subito il trauma piange disperatamente per il dolore improvviso, posiziona il braccio lungo il corpo girato verso l’interno, si rifiuta di giocare e utilizzare l’arto.

La pronazione dolorosa è una vera e propria emergenza da trattare il più velocemente possibile per evitare danni a lungo temine: si risolveranno più lentamente le lesioni che avvengono nei bambini più piccoli o quelle in cui si è aspettato più tempo prima della valutazione specialistica. Spesso i genitori o i nonni, in preda al panico, tentano di raddrizzare il braccino con inevitabile recrudescenza del dolore oppure nel sospetto di una frattura corrono al pronto soccorso rischiando inutili attese… manteniamo la calma: si può applicare momentaneamente la borsa del ghiaccio, somministrare del paracetamolo e condurre il bimbo dal pediatra di fiducia che dopo un’attenta valutazione, effettuerà una semplice e veloce manovra per riportare il radio nella sua posizione fisiologica.

Dopo la riduzione della pronazione il bimbo ritorna rapidamente in forma e riprende ad utilizzare il braccio senza problemi. È necessario tenere presente che la pronazione dolorosa del gomito, dopo la prima volta, tende a ripresentarsi poiché alla base c’è una leggera lassità dei ligamenti, cioè una predisposizione costituzionale. Fondamentale risulta quindi l’accortezza a non sottoporre i bimbi in generale ma soprattutto quelli che sono già incappati in questa evenienza, a strattonamenti sulle braccia, a nessun girotondo in aria né sollevamento dai polsi.
Insomma portiamo a spasso i nostri bimbi giocando con loro in sicurezza.