A PROPOSITO DI FELICITÀ

a cura di Manila Bonciani, Meyer Center for Health and Happiness

Tra qualche giorno sarà la Giornata Internazionale della Felicità: nel 2012 l’Assemblea dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha riconosciuto la felicità quale scopo dell’umanità, con la risoluzione 66/281, e ha scelto il 20 marzo come giornata per celebrarla ogni anno.

Ma perché si è voluto dedicare una giornata alla felicità?
Ogni ricorrenza ha un valore simbolico e di sensibilizzazione e anche questa serve per richiamare l’attenzione di tutti su quanto sia importante riconoscere la felicità come legittima aspirazione di ogni persona e come obiettivo da perseguire dalle politiche pubbliche, che dovrebbero essere rivolte a rimuovere gli ostacoli sociali e ambientali che non permettono di realizzare equamente il proprio potenziale di felicità.

Nonostante sia universalmente ritenuta rilevante nella vita delle persone, non c’è una visione unica della felicità, né una ricetta che debba essere unanimemente seguita per essere felici. Ci sono, infatti, concezioni culturalmente diverse della felicità legate agli specifici contesti e modelli di riferimento e, all’interno degli stessi gruppi culturali, ci sono visioni molto personali di cosa sia significativo per essere felici.
Se è difficile dare una definizione univoca, possono essere comunque identificate alcune dimensioni chiave della felicità: lo star bene qui e ora, legato al vivere sensazioni ed emozioni positive e piacevoli; il significato e lo scopo che ciascuno trova nella propria vita, riferito allo sviluppo e alla realizzazione delle proprie potenzialità; il benessere sociale, inteso come connessioni con gli altri, contributo al benessere degli altri e senso di appartenenza.

Possiamo anche provare ad escludere cosa non può essere considerata felicità. Non si ottiene di essere felici, infatti, negando la sofferenza oppure rifiutando che si possa sbagliare, perché anzi superare le avversità e le difficoltà che la vita pone aiuta a guardare la vita stessa da una prospettiva rinnovata e più critica e a comprendere il valore che le stesse sfide affrontate hanno per rafforzare la propria resilienza. Riuscire ad attraversare i momenti difficili e i fallimenti, soprattutto se condividendoli con gli altri, permette di modellare la propria identità, contribuisce a far diventare più ottimisti e a trovare piacere nelle piccole conquiste.

La felicità inoltre non è legata alla dimensione dell’apparire e dell’avere, che sono entrambi aspetti del modello consumistico che vorrebbe tratteggiare lo star bene in relazione a cosa si possiede e si mostra. Anche gli studi che sono stati condotti sulla felicità mettono in evidenza, infatti, che essa non dipenda dai soldi che si hanno o dagli oggetti che si acquistano.
Le evidenze disponibili hanno invece mostrato che le persone più felici sono quelle che hanno una maggior consapevolezza di sé, sanno gestire le proprie emozioni, sono empatiche e creative, hanno uno sviluppato senso critico, sanno comunicare efficacemente con gli altri, hanno relazioni interpersonali profonde e di buona qualità, aiutano gli altri o hanno altri comportamenti prosociali. A significare che il rafforzamento delle competenze di vita può essere una strada per promuovere la felicità.

Questa visione guida gli interventi che il Meyer Center for Health and Happiness rivolge ai ragazzi e alle ragazze e proprio in occasione della Giornata Internazionale della Felicità accoglierà gli studenti delle scuole secondarie al Meyer Health Campus per condividere con loro un momento di socializzazione, scambio e promozione dello star bene e per riflettere sul valore della felicità e sulle modalità per promuoverla tra gli adolescenti insieme ai diretti interessati. Un modo per celebrare la felicità provando a viverla e costruirla insieme a loro.

Anche per le famiglie questa ricorrenza potrebbe essere l’occasione per pensare a quanto possa essere importante porre attenzione alle piccole cose e ai dettagli delle esperienze che si vivono proprio per poterle vivere a pieno, condividere i propri pensieri e sensazioni con gli altri, a partire dai propri figli, per rafforzare i legami reciproci, e perseguire obiettivi coerenti con i propri valori. Un momento per riflettere che si può trovare la felicità più nel percorso che si fa, che non soltanto nella metà da raggiungere.
Se volete, fateci sapere come avete celebrato a vostro modo la Giornata Internazionale della Felicità o anche semplicemente come ricercate la vostra felicità ogni giorno, scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..