PSICOLOGIA

a cura di Caterina Teodori, psicologa AOU Meyer
Bambina che sogna di essere in mare

La pipì a letto è un problema che si ripresenta in molti bambini dopo la consueta acquisizione del controllo sfinterico, che in genere viene maturato intorno ai 2-3 anni di età. La perdita involontaria di pipì durante il sonno dopo i 5 anni viene indicata come enuresi notturna, ma per parlare di disturbo deve essere abbastanza persistente e verificarsi in una media di almeno due-tre notti alla settimana. Si tratta di un problema molto diffuso che interessa più del 10% della popolazione in età pediatrica e che va ben compreso e non sottovalutato, poiché mette i bambini molto a disagio portandoli a sviluppare spesso bassa autostima e inadeguatezza. Spesso padri e madri non ne parlano volentieri, ancora oggi è un argomento che mette in imbarazzo e che non viene affrontato da molti genitori che ritengono sia un problema che possa risolversi spontaneamente con la crescita.

Una volta esclusa una possibile causa organica, dobbiamo pensare all’enuresi come a un segnale fisiologico attraverso cui il bambino manifesta una difficoltà, un disagio, uno stato di ansia che deve essere compreso e affrontato. L’enuresi notturna può infatti iniziare a manifestarsi in occasione di un periodo stressante come la nascita di un fratellino, l’inizio della scuola, un difficile periodo in famiglia. Dobbiamo sempre tenere presente che i bambini non hanno gli strumenti per descrivere e parlare della propria sofferenza - cosa che spesso risulta molto difficile anche per noi adulti - ma ci raccontano come stanno attraverso il loro comportamento. Il consiglio per i genitori è quello di non sottovalutare i segnali che il bambino invia e di fare attenzione soprattutto alle variazioni del suo modo di comportarsi, cercare di capire cosa possa metterlo in difficoltà e osservare, farsi delle domande. Se il disturbo si struttura e non si fa niente per affrontarlo, questo nel tempo potrà avere un impatto importante sullo sviluppo psico-fisico e sulla vita sociale del bambino, portandolo a perdere fiducia in se stesso e nelle proprie capacità, con conseguente grave limitazione della sua crescita. Fondamentale è anche come viene affrontato il problema della pipì a letto: non si deve far sentire in colpa il bambino per qualcosa che non dipende da lui e non bisogna sottovalutare il senso di vergogna e frustrazione che egli prova ogni volta che bagna il letto. E’ molto importante quindi aiutarlo a prendere consapevolezza del problema e fargli percepire il sostegno dei genitori affinché non perda fiducia nelle proprie capacità e non sviluppi senso di inferiorità verso i coetanei. Può essere utile, a questo proposito, dire che ci sono tanti altri bambini come lui che hanno questo problema, probabilmente anche nella sua scuola o addirittura all’interno della sua classe.

Anche i genitori non devono sentirsi né in colpa né inadeguati, perché essere bravi genitori non significa avere figli che non presentano problemi, ma affrontare le difficoltà e farsi aiutare rivolgendosi al pediatra e capire come poter sostenere adeguatamente il proprio bambino.