PSICOLOGIA

a cura di Alessandra Guarino, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer

Quando si annuncia all’interno della coppia genitoriale una nuova gravidanza è sempre un momento sacro e costellato da gioia, ma anche da varie preoccupazioni che riguardano molti e diversi aspetti: l’andamento della gestazione, la salute della madre, gli aspetti pratici dell’allargamento della famiglia e, non ultimo, la comunicazione al figlio dell’arrivo di un nuovo cucciolo.
Si inizia così a immaginare come può “assorbire” la notizia il bambino che già c’è. In queste fantasie ha un peso importante la propria storia ed esperienza personale (dei genitori) quando essi stessi erano bambini: sono figli unici? Hanno fratelli? Sono primogeniti, secondogeniti o altro? Come hanno vissuto, se primogeniti, l’arrivo del fratello? Che rapporto hanno avuto con i fratelli?
Si tratta di domande aperte che tuttavia debbono far riflettere gli adulti sulla loro percezione se avere un fratello o essere figli unici sia stata una “grazia” o una “disgrazia”.

Altrettanto importante è il fatto se si tratti dell’arrivo di un secondo o terzo o quarto fratello… Così come l’età del figlio a cui comunicare la notizia. Tutto ciò modifica radicalmente la declinazione del messaggio da trasmettere.
Le variabili pertanto sono davvero moltissime!

Anche se sappiamo che la fraternità è davvero sempre preziosa (è nel rapporto con i fratelli che si impara la condivisione affettiva, il giocare insieme, il “tuo” e il “mio”, l’arte del litigare ed anche, soprattutto, il non essere soli al mondo nella prospettiva futura) per un bambino che fino a quel momento è stato il centro delle attenzioni familiari, l’arrivo del fratello può essere fonte di grandi angosce e paure.
Il timore di perdere il proprio stato di centralità nell’affetto dei genitori a volte rischia di turbare profondamente la propria serenità e sicurezza. È quindi molto importante l’assetto comunicativo dei genitori rispetto alla notizia, che non va data troppo precocemente (i primi tre mesi di ogni gravidanza sono sempre i più delicati e a rischio di possibili interruzioni) ma non va mai neppure nascosta.
Se poi anche precocemente dovessero comparire domande dirette sulla percezione della gravidanza, i genitori dovranno essere molto onesti dicendo sempre la verità. Come è noto la verità è sempre protettiva per i nostri figli, anche se a volte crediamo che vada occultata per proteggerli è un grande tranello, perché è proprio nelle verità (anche quelle scomode) che il figlio acquista fiducia nel genitore e non si sente preso in giro, gabbato.

La comunicazione sarà resa più agile anche dagli argomenti che circolano nella coppia genitoriale: le domande del marito su come si sente la compagna, il parlare di eventuali controlli medici, la madre che potrebbe non poter più accudire come in passato il bambino (prenderlo in collo, fargli il bagno, correre insieme al parco…) il rispondere al telefono ai vari familiari con argomentazioni che, seppur non esplicite, i bambini avvertono con quel loro meraviglioso “sesto senso”.

Certo il linguaggio con cui i genitori parleranno al loro bambino del futuro nuovo arrivo sarà il linguaggio familiare unico e insindacabile in ogni contesto; l’importante è che comunque si dica la verità e non si stia nel segreto che sempre brutalizza i bambini. Non solo, il parlare di quanto accadrà può attivare un prezioso e unico “circolo virtuoso” in cui non è soltanto il genitore a dire, ma in cui si sollecita il bambino (delicatamente e un po’ alla volta) a parlare delle proprie aspettative, delle sue fantasie e … dei suoi timori.
Ed è proprio quando il bambino si esprime che andrà legittimato in ciò che sente, anche nella paura o in emozioni non positive, senza mai negargli o giudicare negativamente il suo sentire. Deve potersi permettere di dire le sue paure e non dobbiamo rispondere “non c’è nulla di cui aver paura” piuttosto dire “capisco che questo cambiamento ti faccia paura, cosa ti spaventa tanto?”. Questa modalità permetterà di aprire una comunicazione affettiva in cui il figlio si può sentire libero di parlare di ciò che prova senza tabù di sorta.
È infine molto importante che i genitori non dicano mai che il fratellino arriva per lui, che è stato concepito per lui; questo sarebbe un errore gravissimo ed anche una bugia sonora. È infatti la coppia a decidere se fare altri figli o meno, indipendentemente dalle richieste (a volte pur esplicite) dei figli presenti. Ognuno ha le proprie responsabilità ed i genitori hanno il dovere di decidere e prendersi oneri e onori delle proprie decisioni. Anche se a volte non è facile.