A PROPOSITO DI FELICITÀ

a cura di Manila Bonciani, responsabile del Meyer Center for Health and Happiness

Alla domanda se la famiglia influenzi la felicità dei bambini e degli adolescenti non possiamo che rispondere affermativamente, ma è necessario superare un’interpretazione semplicistica che questa risposta potrebbe suscitare in qualcuno. Ci riferiamo infatti alla famiglia come a una comunità di legami che ne fa luogo di scambio e sviluppo, ambiente primario per la cura, l’educazione e la socializzazione di bambini e adolescenti, contesto relazionale e sociale che permette a questi di costruire la loro personalità individuale e di valorizzare il loro potenziale di salute e benessere.

In quest’ottica la famiglia è importante per la felicità di bambini e adolescenti perché offre loro sostegno e solidarietà. Sentire che qualcuno si occupa di te e allo stesso tempo prendersi cura degli altri componenti della famiglia stimola un senso di reciprocità, fiducia e realizzazione. Questo scambio di amore incondizionato ha benefici sia per chi lo dà che per chi lo riceve, facendo sentire ai ragazzi di avere una rete di persone su cui poter sempre contare e di poter così agire essendo sicuri di sé, perché accettati per quello che si è, incoraggiati a dare il meglio, ma allo stesso tempo sostenuti in caso di difficoltà.

La famiglia può costituire, quindi, anche un luogo di protezione dai problemi, non per rifuggirli, ma per avere il supporto necessario per affrontarli. Bambini e adolescenti possono infatti ricevere dalla famiglia una spinta essenziale per provare a superare gli ostacoli e le sfide della vita, ad affrontare le situazioni di vita stressanti con maggiore autostima, percependo di poter raggiungere obiettivi preclusi al singolo individuo.

La condivisione di esperienze all’interno di una famiglia rappresenta un ulteriore aspetto chiave: vivere situazioni piacevoli comuni permette di costruire connessioni significative con gli altri e ricordare tali esperienze condivise è un modo per amplificare l’effetto delle emozioni positive vissute. Anche qualora si tratti di circostanze più difficili che suscitano emozioni negative, la consapevolezza di non affrontarle da soli aiuta a non sentirsene sopraffatti e a percepire di poter accogliere anche quell’emozione negativa sperimentata.

Di fatto la famiglia fa sviluppare nei ragazzi un senso di appartenenza, quale bisogno primario di ogni persona che, quando appagato, contribuisce a essere più resilienti e felici. Sentirsi parte di un gruppo e identificarvisi, infatti, aiuta a consolidare la propria identità ed a rafforzare la capacità di affrontare le situazioni e il senso di autoefficacia, che hanno ricadute positive sul proprio benessere.

In tutti questi aspetti che rendono la famiglia rilevante per la felicità dei bambini e degli adolescenti non entra affatto la questione della struttura familiare. La famiglia può quindi avere, e di fatto attualmente ha, molteplici configurazioni relazionali, ma mantiene comunque il suo ruolo centrale perché sono i processi e le relazioni familiari ad influire sullo sviluppo e benessere dei ragazzi.

Non conta quindi la forma che assume la famiglia, il numero dei suoi componenti o i vincoli di parentela, né l’orientamento sessuale o l’appartenenza etnica di chi ne fa parte: quello che conta per la felicità di bambini e adolescenti è la qualità delle relazioni familiari e lo stile genitoriale che le figure adulte di riferimento agiscono verso di loro, al di là del rapporto biologico che può legarli.

Ci sono stati studi in passato che hanno messo in luce uno svantaggio di salute e benessere per i ragazzi appartenenti a strutture familiari diverse dalla famiglia tradizionalmente intesa, con la coppia di genitori sposati. Dobbiamo però considerare che la famiglia è un prodotto storicamente determinato, e che quelle differenze possono essere ricollegabili a uno svantaggio economico che potrebbe caratterizzare, e certamente in passato ha più frequentemente caratterizzato, una famiglia monoparentale o coinvolta in separazione o divorzio, anche in virtù di politiche familiari che possono averle sfavorite rispetto alla famiglia con genitori sposati.

Inoltre, anche se le transizioni delle strutture familiari possono causare instabilità, anche sul piano emotivo, che potrebbe essere all’origine dei risultati peggiori di salute e benessere osservati, spesso sono le caratteristiche che precedono le stesse transizioni familiari (ad esempio criticità nella personalità dei genitori o nel loro modo di esercitare la genitorialità) ad essere responsabili di quelli effetti negativi. Infine, altri studi hanno messo in luce che il conflitto genitoriale è estremamente dannoso per il benessere dei ragazzi e che, in presenza di questo, i ragazzi stanno meglio quando i loro genitori divorziano piuttosto che quando rimangono sposati, ad indicare che la transizione familiare non necessariamente è svantaggiosa per loro e che può rappresentare invece un cambiamento da cui trarre stimoli per essere più resilienti.

Attualmente la ricerca ha rivelato quindi che la struttura familiare non ha una particolare influenza sulla felicità dei ragazzi, che risulta invece significativamente condizionata dal funzionamento familiare. Oltre al conflitto familiare, non solo tra genitori, ma anche tra genitori e figli, infatti, è stato confermato che anche la coesione e la capacità di adattamento all’interno della famiglia, nonché la comunicazione tra genitori e figli, sono tra i fattori principali che condizionano la felicità dei bambini e adolescenti.

La presenza di legami familiari forti è associata sia alle emozioni positive che alla soddisfazione della vita di bambini e adolescenti. La loro felicità dipende anche dal fatto di percepire che all’interno della famiglia c’è flessibilità, capacità di negoziazione e di esercitare efficacemente i ruoli di ciascuno. Risultano essere più felici e soddisfatti della propria vita i ragazzi che trascorrono del tempo con i propri genitori, i quali cercano di farsi coinvolgere, condividere esperienze con loro e promuovere una buona comunicazione, riuscendo così a essere percepiti come figure disponibili, affidabili e reattive.

Attaccamento, apprezzamento, comunicazione, vicinanza e accettazione sono tutti fattori che possono migliorare il benessere di bambini e adolescenti e che possono essere presenti in ogni tipo di famiglia.

Se quindi la famiglia ha subito, subisce e subirà trasformazioni, cambiando inevitabilmente insieme alla società, essa rimane comunque l’ambito in cui si sviluppano le prime relazioni affettive e dove i ragazzi imparano a rispettare e a stabilire relazioni positive di amore e rispetto per gli altri. Ci auguriamo quindi che il contesto normativo e politico-istituzionale riesca a rimuovere gli ostacoli affinché ogni famiglia, a prescindere dalla struttura familiare, sia accogliente e aperta, pronta a fornire il supporto emotivo a bambini e adolescenti affinché essi stessi riescano a esprimere pienamente le proprie emozioni, a partire dalla felicità di avere una famiglia.