PAROLA DI ESPERTO

a cura del professor Stefano Stagi, Auxoendocrinologia, AOU Meyer IRCSS

Nell’età evolutiva, sovrappeso e obesità rimangono tra le principali sfide di salute pubblica, aumentando il rischio di malattie non trasmissibili, come le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete. L’obesità è una malattia complessa e multifattoriale che si sviluppa a causa dell’impatto degli studi di vita, a partire dall’alimentazione materna durante la gravidanza, per continuare con un erroneo stile di vita (dieta non sana e inattività fisica) durante la vita postnatale. La prevalenza di sovrappeso e obesità è aumentata costantemente, in particolare in età evolutiva.
Tali condizioni, inoltre, sono di particolare rilevanza perché un peso corporeo non salutare nei primi anni di vita non solo influisce sulla salute fisica e mentale del bambino, sul livello di istruzione e sulla qualità della vita, ma può anche aumentare il rischio di obesità e malattie non trasmissibili più avanti.

Essere in eccesso ponderale è pericoloso?
Il sovrappeso e l'obesità, fin dalle prime fasi della vita, sono fattori di rischio per la persistenza dell'obesità stessa, tanto che oltre il 60% dei bambini prepuberi sovrappeso mantengono l’eccesso ponderale fino all'età adulta. L’esposizione all’eccesso di adiposità, soprattutto se prolungata, è associata a fattori di rischio cardio-metabolici e al conseguente sviluppo di comorbidità cardio-metaboliche quali ipertensione, dislipidemia, diabete di tipo 2, steatoepatite metabolica.

Come intervenire nel contrastare l’obesità?
Tutti i dati evidenziano chiaramente come alla base del trattamento vi sia un forte intervento sullo stile di vita anche se gli interventi terapeutici mostrano spesso un’efficacia modesta, soprattutto a lungo termine, evidenziando la tendenza alla recidiva. L’intervento sullo stile di vita risulta efficace sulla perdita di peso nei bambini obesi, mentre lo è molto di meno sugli adolescenti con obesità. Ciò sottolinea l’importanza di iniziare il trattamento dell’obesità in tenera età.

Quanto è importante la dieta?
La nutrizione è un obiettivo importante del trattamento. Un piano nutrizionale dovrebbe essere personalizzato in base all’età, alle preferenze alimentari e culturali, allo stile di vita familiare e personale e alla eventuale presenza di malattie concomitanti. La compilazione di un diario alimentare di 3 o più giorni può essere un buono strumento per valutarle e fornire consigli per la loro modifica.
I cambiamenti nello stile di vita devono associarsi anche a un approccio “educativo” sul consumo di cibo: per esempio, occorre evitare di far consumare il cibo mentre il bambino guarda lo schermo, vista l’associazione positiva tra la visione della televisione e il consumo di snack, bevande gassate zuccherate e alimenti ad alta densità calorica. Inoltre, è importante educare il bambino a consumare pasti e spuntini in opportune e precise occasioni: per esempio, una frequenza di 5 pasti al giorno è associata a un minor rischio di sviluppare obesità, mentre il consumo notturno di snack è stato associato ad un aumento del rischio di obesità. Per esempio, è stato suggerito che, fornire consigli mirati su componenti alimentari specifici (ad esempio la riduzione del consumo di bevande gassate e di cibi zuccherati o ad alta densità calorica), sia più efficace nel controllo del peso che fornire consigli su un'alimentazione sana.

E l’attività fisica?
L’attività fisica deve essere definita come “qualsiasi movimento del corpo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede dispendio energetico”. Quindi, se assumiamo che il bambino dovrebbe essere “di per sé una persona sempre in movimento”, una adeguata attività motoria svolge un ruolo fondamentale. Poiché la massa magra è il più forte predittore del tasso metabolico a riposo e la sua riduzione ha implicazioni significative nella gestione del peso a lungo termine, mantenere un livello adeguato di attività motoria in maniera continuativa contribuisce ad aumentare il dispendio energetico e a ottenere una perdita di peso senza variazioni significative della massa magra ed è di ausilio fondamentale nella gestione dell’eccesso ponderale.

Quale attività fisica è adatta?
I programmi ed i dati incoraggiano a raggiungere i livelli raccomandati di attività fisica attraverso un aumento delle attività fisiche sia strutturate (come le attività sportive) che non organizzate. Per ottenere risultati ottimali, le raccomandazioni sul tipo e sulla quantità di attività fisica dovrebbero essere specifiche per età e dovrebbero considerare la misura in cui la gravità dell’obesità compromette le componenti della forma fisica, del sistema muscolo-scheletrico e della qualità della vita.
C’è comunque da considerare che i bambini e gli adolescenti con obesità hanno coordinazione, equilibrio, velocità, agilità e capacità motorie fini e grossolane inferiori rispetto ai loro coetanei normopeso; ciò può rappresentare un ostacolo e alimenta un circolo vizioso tra inattività ed eccesso di peso. Inoltre, le scarse capacità motorie espongono i bambini alla vittimizzazione del bullismo e contribuiscono a una bassa autostima e scarsa qualità della vita. Per questi motivi, aumentare l’attività fisica e l’esercizio fisico può essere difficile nei bambini obesi e per ottenere risultati positivi può essere necessario un intervento di attività fisica adattato prima di passare a una attività sportiva.

Quindi, cosa fare?
In primis, evitare di diventare obesi, intervenendo fin da subito sulle abitudini di vita della famiglia, lavorando già sulla gestante e poi sul lattante e bambino (spiegando ai genitori il concetto dei primi 1000 giorno, di quel periodo fondamentale che va dal concepimento ai primi 2 anni di vita). Anche la società e la televisione dovrebbero fare la loro parte. Appare necessario lavorare complessivamente sul percorso di cura del bambino obeso, coinvolgendo tutti gli attori della nostra società.