PSICOLOGIA

a cura della dottoressa Caterina Teodori, servizio di Psicologia ospedaliera AOU Meyer IRCSS

Alla nascita il bambino entra per la prima volta in relazione con il mondo esterno, inizia così il primo scambio di richieste e soddisfacimento dei suoi bisogni attraverso cui inizia a prendere campo l’espressione delle prime emozioni. Il bambino agisce spinto da un istinto di auto-conservazione che lo induce ad affermarsi con grande determinazione nella continua ricerca del soddisfacimento dei desideri e dei bisogni più immediati, senza possedere gli strumenti per saper valutare quanto le proprie richieste siano appropriate alle circostanze. In questo gioco relazionale continuo, con gli adulti di riferimento e il mondo esterno, il bambino è continuamente pervaso da forti emozioni che da solo non è capace di regolare, nonostante la determinazione con cui cerca di raggiungere i propri obiettivi lo faccia sembrare molte volte estremamente sicuro di sé e fortemente determinato nelle proprie richieste.
Al contrario di quanto spesso siamo portati a pensare, i bambini non sempre sanno quello che è giusto per essi, non sempre ciò che vogliono coincide con quanto è necessario per il loro benessere ed è per questo che risulta di fondamentale importanza il poterli accompagnare nella gestione delle richieste e nella modulazione delle loro emozioni così dirompenti. Ma come fare? Spesso infatti non è facile tenere testa ai pianti e ai capricci attraverso cui i bambini cercano di sfidare l'autorità genitoriale e tutto quello che impedisce loro di scoprire il mondo che li circonda, i bambini tendono sempre a sfidare gli adulti nell’intento di raggiungere l’immediato soddisfacimento del desiderio

I genitori spesso si trovano in difficoltà in questo difficile compito di guida, nel mezzo della tempesta emotiva del proprio bambino vengono inglobati dalle forti emozioni del piccolo che fanno risuonare dentro di essi corde profonde della loro personale sofferenza, rendendo talvolta complessa la funzione di regolazione e di sostegno al bambino.
Per prima cosa è importante non spaventarsi di fronte alla potenza del pianto e della rabbia dei bambini e capire che, al contrario di quanto possano sembrare, sono espressione di smarrimento e di fragilità, attraverso cui il bambino richiede aiuto nel comprendere la giusta direzione da seguire. Aiutare i bambini a fare la cosa più giusta per loro e condurli ad adattarsi talvolta anche alle richieste del mondo esterno, non sempre coincide con ciò che chiedono e pretendono con la potenza che deriva proprio dall’istinto di autoconservazione che li spinge ad ottenere in tutti i modi ciò di cui credono di avere bisogno.

Ma come sappiamo il bambino non sempre può comprendere cosa è giusto o sbagliato per lui, per questo va condotto con pazienza e determinazione, cercando sintonizzazione con i suoi bisogni piuttosto che con i propri di genitore che molte volte inducono l’adulto a gettare la spugna e far fare al bambino ciò che vuole pur di far cessare quel pianto tanto difficile da sostenere. Modulare le emozioni del proprio figlio per un genitore è cosa tutt’altro che semplice, significa non farsi trascinare nella tempesta ma tenere il timone ben saldo nella giusta direzione, restando sempre accanto al bambino con amorevole fermezza.

Quando il bambino sente che accanto a sé ha un adulto che lo sostiene e lo conduce, piano piano si calma e si affida alla rotta indicata. Superare la tempesta insieme, dà al bambino la sicurezza di sentirsi sostenuto da figure di riferimento a cui potersi affidare e affiancare nell’affrontare le piccole grandi sfide del proprio percorso di crescita.