IL GIOCO È UNA COSA SERIA

a cura della dottoressa Manuela Trinci, psicoterapeuta infantile, direzione scientifica Ludobiblio AOU Meyer IRCSS

Per movimentare allegramente una giornata uggiosa e magari piovosa, cosa si può improvvisare di meglio se non un happening musicale d’avanguardia? Save the date per un “rock bambino” sulle note scatenate della mia banda suona il rock …e tutto il resto all'occorrenza, come canta Ivano Fossati.
Ideale per un gruppetto di cinque, sei bambini ma anche oltre, in età fra i cinque e i dieci anni, la band improvvisata richiede invece un’accurata preparazione a partire proprio dalla realizzazione degli strumenti musicali. In tal modo è subito gioco, ritmo, suoni, passi di danza e soprattutto un grande spasso e l’avviarsi di quella complicità e amicizia, sempre insite nella musica.

Iniziamo dai più facili, adatti a qualche fratellino o sorellina renitente ad abbandonare la scena! Per le maracas basterà una mangiata di fagioli secchi da mettere in una bottiglia di plastica vuota. Una volta che il tappo sia stato chiuso sarà necessario scuotere e agitare le maracas su e giù adeguandosi, se possibile, al ritmo scelto dal gruppo. Da sempre poi i tegami capovolti funzionano da “batteria” da percuotere con un set mestoli in legno, mentre i coperchi fungeranno perfettamente sia da piatti per la “batteria” sia da autonomi cimbali, alias piatti da percussione. Più inedito è lo strumento “griglia del forno” sulla quale si farà scorrere un frustino di metallo per le uova: una musica che batte e sbatte… fantastica!

Più complicato ma straordinariamente scenografico sarà provare a eseguire la melodia con i calici da vino.
Rassicurare la mamma che i bicchieri di cristallo sono in buone mani sarà la prima mossa da fare, mentre la seconda sarà versare un po’ d’acqua nel calice passando sul bordo del calice stesso un dito inumidito e tenendo ben ferma la base con l’altra mano. Produrre una nota o due note sarebbe l’obiettivo, per questo si dovranno fare più tentativi, cambiando la velocità e la pressione del dito. E una volta che le note vibrino nell’aria, si possono allineare i vari bicchieri aggiungendo più o meno acqua per variazioni e differenti modulazioni del suono. Ancora “musica in vetro”, ma stavolta con bottiglie vuote… La bottiglia vuota dovrà essere appoggiata appena sotto le labbra. Dopo di che con il labbro superiore leggermente più infuori dell’altro, si inizia a soffiare delicatamente nella bottiglia.
Ovvio che forme diverse delle bottiglie produrranno suoni diversi, surriscaldando non poco il clima emotivo della band! Se servissero poi toni ancora più alti e acuti, il ricorso all’elastico – deve essere però molto spesso – posto intorno alla maniglia di una porta è strepitoso, certo serve destrezza perché con una mano l’elastico va tirato verso il basso e con l’altra pizzicato: più si tira più la nota si fa acuta! Il componente della band più orientaleggiante e meditativo può esibirsi in suoni suggestivi e tremolanti ottenuti: riempiendo con l’acqua una bacinella; prendendo il coperchio di un tegame, tenuto saldamente in verticale per il pomello.
A questo punto si farà entrare e uscire il coperchio dall’acqua, sfiorandolo con un cucchiaio di legno o di metallo. Per soddisfare i musicisti più grossolani e rumorosi conviene invece ricorrere al classico soffio dentro al beccuccio dell’innaffiatoio, facendo con la bocca il rumore di una pernacchia. Oppure facendo una O con la bocca e schiaffeggiandosi sulle guance: si avrà così come effetto una litania variabile con l’apertura della bocca stessa.

Prima di calcare la scena e offrirsi al pubblico, scegliete le postazioni iniziali e i relativi cambi di strumenti, scegliete l’abito giusto, esagerate con glitter su faccia e capelli e via: scatenatevi nel più esilarante “rock bambino”.